Musica per Cianfrusaglia (e anche un bosco)

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L’ho detto molte volte altrove, qui sono un po’ in ritardo, ma se venerdì 15 sera volete partecipare a un evento imperdibile, consiglio a tutte e tutti di fare un salto al Vinerita di via Trottechien, 17, Aosta, a partire dalle 20.30, per la presentazione del mio libro di poesie, Cianfrusaglia.

Oltre alla poesia, al tepore di un’atmosfera conviviale, al vino (o quel che pare a voi), troverete due lettori al prezzo di uno (cioè gratis, va da sé) – insieme a me, Rita Vacchina – e la musica di Beppe Barbera, pianista e compositore, che per l’occasione si è inventato un brano nuovo: Cianfrusaglia, come il libro.

L’entrata è libera, l’uscita pure (non c’è trucco non c’è inganno), il resto della propaganda lo affido all’evento Facebook e al piccolo fumetto pubblicato qui sopra. Cliccateci su per ingrandirlo.

Sabato 23, invece, a partire dalle ore 15.00, presenterò l’ultima delle tre letture del libro “nella natura”. Inizia a far freddo ma, se mi seguirete, leggerò le poesie “politiche” di Cianfrusaglia nel bosco, dalla parte di Pollein (Aosta), in uno scenario stupendo (alla macchia, come i partigiani). Seguiranno ragguagli più precisi.

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Una buona notizia. Riapertura ufficiale dell’Espace Populaire

espace populaire logo
Una buona notizia
, non saprei come dire altrimenti. Perché l’Espace Populaire riapre ufficialmente. Come locale, come laboratorio di pace e di «mondi nuovi, diversi dall’esistente», come centro di resistenza alla de-umanizzazione indotta dal liberismo cretinamente vincente, e anche come posto in cui bere una birra (buona), sentire musica e mangiare in compagnia.

Dell’Espace, sebbene ultimamente io non abbia neanche il tempo di girarmi, io faccio e sento di far parte. All’Espace ho passato, negli anni, tanto del mio tempo, partecipando a (e qualche volta contribuendo a organizzare) iniziative, incontri, concerti, proiezioni che altimenti davvero ad Aosta non avrei mai visto.

All’Espace ho avuto modo di partecipare a lotte e campagne per una società più giusta, da quella per l’acqua bene comune a quella per il referendum contro il pirogassificatore, dalla condanna delle grandi opere utili solo a qualcuno, all’informazione in favore del popolo palestinese, kurdo, dei discriminati, dei migranti bloccati alla frontiera oppure chiusi nei CIE, in attesa di tornare alla miseria da cui sono scappati.

All’Espace mi sono divertito, anche, e ho potuto proporre le iniziative (poetiche, ludiche, d’informazione) che mi sono venute in mente.

Venerdì 25 l’Espace riapre. Riapre con tessera Arci non più obbligatoria. Noi siamo contenti se la fate lo stesso, perché in questo modo ci aiutate a organizzare le iniziative, e perché ci crediamo. L’assenza della tessera, in ogni caso, priva di scuse quelle persone che – non ho mai capito perché – proprio non se la sentivano di superare il blocco psicologico dei 12 euro o dell’affiliazione, e ci permette di aprirci ancora di più a tutta la città, a tutte le persone che vorranno lasciarsi coinvolgere.

Riporto di seguito l’articolo tratto dal sito dell’Espace, con il programma della serata di riapertura.

Venerdì 25/10: L’Espace riapre e torna anche la musica dell’Espace Indie Friday!

Orario: 19.00 – 03.00

L’Espace torna con tutti i crismi: cucina e bar aperti e tanta musica!

Una nuova organizzazione per rilanciare il nostro progetto. Su questo ritorneremo, nel fratttempo cominciamo a dare un po’ di informazioni pratiche sulla serata.

Si potrà cenare, dalle 19.30 alle 21.30. L’entrata è aperta a tutt*, in quanto il tesseramento ARCI è diventato volontario (e sempre apprezzato!).

Dalle 22.15, dopo la cena:

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Espace Indie Friday, 4th edition 2013-2014 con:

LO YETI RICOXIAN: artista che mischia sonorità e tecniche di linguaggio con autentico equilibrio, come l’uomo delle nevi da cui prende nome osserva il mondo attorno con occhio distante, quasi come se non gli appartenesse.

Prospettive incondizionate, suoni a basse frequenze, ricerca di stile e feticismo del rumore fanno della sua musica un’esperienza inaspettata.

ZONA MC: è un rapper che NON parla di soldi, catenoni, cerchioni ed escort. Durante gli studi universitari il suo rap si è infatti scontrato con la filosofia e la musica breakcore: da questo incidente di rime, concetti e drillate sono esplosi 7 album condivisi gratuitamente sul web.

L’ultimo si chiama “Scrivere col sangue” ed è stato prodotto da Corpoc e promosso anche da TrovarobatoNetlabel, Rxstnz e Sfera Cubica.

Nei suoi concerti disperde i brani di questi album in improvvisazioni in rima sul ritmo di un metronomo, scontrandosi spesso con il pubblico.

Zona MC insomma funziona solo tramite incidenti, per cui ama l’alta velocità: ma nonostante il suo alto tasso di romagnolitudine non ama i motori e preferisce dedicarsi alla velocità del suono e del pensiero.

L’evento su Facebook.

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A seguire:

A Ritual Loop Night by INIDIE GENERATOR GROOVE

www.facebook.com/indiegeneratorgroove

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SUPPORT ENTRY 3€ or more (up to you!)

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Ragguagli

Avevo pensato di trovare un titolo ad effetto, ma «Ragguagli» non mi pare all’altezza.

salita
Ragguaglio
chi ha la bontà di capitare su queste pagine, nella speranza di vederle aggiornate, sul perché e sul percome ultimamente questo blog langua.

Oppure non ragguaglio, anche perché l’ho già spiegato una volta che il limite della decenza è stato superato e che – di fronte a certe politiche, a certa politica – anche chi scriveva volentieri contro Tizio e contro Caio è rimasto senza parole.

Il disgusto è quanto vorrei dire. Per fare ciò la poesia è un’arma più potente e di questo, negli ultimi tempi, mi sto occupando.

Prima o dopo, sono sicuro che il blog riprenderà pubblicazioni più regolari. Per ora, dico solo che quest’anno l’Aicram non c’è stata – causa neve, ma non solo. Il resto più avanti.

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7a Aicram Granparadiso «I colori del bosco»

Vuoi partecipare all’Aicram? Stampa il foglio con l’itinerario e il regolamento!

«Ma l’Aicram?», domanderà qualcuno.

L’Aicram quest’anno si svolgerà domenica 13 ottobre, a Cogne (Aosta), con partenza dai prati di Sant’Orso alle ore 8.30 del mattino.

Si svolgerà o non si svogerà: sarete voi a deciderlo.

Nel luglio del 2004 ho inventato la Marcia Granparadiso estate, una competizione “non competitiva”, che è nata con il proposito di dimostrare che non c’è bisogno di uno sponsor, un comitato, un’organizzazione per partire insieme e passare una giornata nella natura.

Di qui le regole “strane” dell’iniziativa: vietato correre, ci si cronometra da soli, chi vince si compra la coppa. Nel 2007 ho aperto a tutt* la manifestazione, dandone notizia sul blog e realizzando le locandine, insieme al fotografo Paolo Rey (alle prime 3 edizioni avevo partecipato da solo, peraltro vincendole tutte e tre).

Con l’apertura “al pubblico” mi è venuto in mente di fare una seconda edizione, con il percorso all’incontrario. A rovescio il percorso, a rovescio anche il nome, ed ecco nata l’Aicram, versione autunnale molto bella, anche per i colori del bosco.

E tuttavia, io sono uno (per favore, non aggiungete aggettivi), tengo famiglia e ultimamente sono sommerso dai più vari impegni. Questo per dire che la settima edizione dell’Aicram dipende interamente da voi (il che sarebbe nel più perfetto spirito dell’iniziativa). Quest’anno, se vorrete lanciarvi lungo il suo percorso non mi troverete alla partenza (salvo ripensamenti dell’ultimo minuto), non ci sarà la foto ricordo (a meno che non la facciate voi), non scriveròla sera, subito dopo il traguardo, l’articolo per il settimanale locale che esce il lunedì ma, se deciderete di farla, sono felicissimo di pubblicare su queste pagine il vostro resoconto.

Vi invito quindi a prendere in considerazione l’idea di passare una domenica diversa dal solito, nella splendida valle di Cogne. Dopo tutto, non serve un’organizzazione per prendere e partire: neppure la mia!

Materiale utile per partecipare all’Aicram

Il regolamento

1 – Sono ammessi tutti i concorrenti desiderosi di partecipare. È prevista un’unica categoria: non si fanno distinzioni in base al sesso o all’età dei partecipanti.

2 – L’organizzazione è dei partecipanti. Non sono previsti mezzi di soccorso, perciò si declina qualsiasi responsabilità in caso d’incidente. Non è prevista alcuna assicurazione per i concorrenti.

Il percorso è articolato su un numero elevato di chilometri (35, all’incirca) e prevede un dislivello complessivo di un migliaio di metri. Conseguentemente, i partecipanti avranno cura di valutare la propria forma fisica e lo stato di salute prima di partecipare all’Aicram.

3 – Per essere considerati in gara è sufficiente presentarsi alla partenza nell’orario stabilito. Non saranno assegnati numeri o pettorali; ogni partecipante dovrà stampare l’itinerario e il regolamento dell’Aicram prima della partenza (QUI).

4 – L’Aicram prevede che i concorrenti camminino lungo tutto il percorso. È vietata la corsa. È consentito, al più, trotterellare leggermente quando si affronta una discesa ripida.

5 – Il rispetto dell’itinerario e il cronometraggio dei tempi è affidato alla sportività e all’iniziativa dei singoli partecipanti. Chi imbrogliasse, incorrerebbe, a priori, nel biasimo degli organizzatori, come di tutte le persone oneste e degli amanti dello sport.

Dopo l’arrivo, gli atleti indicheranno il proprio tempo e, in caso di mancato completamento del giro, la porzione d’itinerario realmente percorsa inviando un’e-mail a granparadisoestate[at]gmail.com.

L’arrivo è situato presso il campo giochi di Cogne, in coincidenza col punto di partenza.

6 – È prevista una coppa per premiare il primo classificato, la cui scelta e il pagamento sono di competenza esclusiva del vincitore, che dovrà obbligatoriamente far incidere il testo: “VII Aicram Granparadiso «I colori del bosco» – 1° classificato – Cogne, 13 ottobre 2013” alla base del trofeo. È consentito aggiungere il nome del vincitore.

Il mancato acquisto della coppa comporta la squalifica automatica e la vittoria del secondo arrivato, che a sua volta dovrà provvedere all’acquisto della coppa.

Il vincitore ha dodici mesi di tempo per soddisfare le richieste del presente articolo. Entro tale periodo dovrà dimostrare di aver provveduto all’acquistoinviando una foto digitale che lo raffiguri insieme alla coppa all’indirizzo granparadisoestate[at]gmail.com.

7 – Non sono previste altre forme di spesa e tuttavia, poiché il comitato organizzatore non prevede l’allestimento di punti di ristoro, è consigliabile che ogni atleta provveda a soddisfare le proprie necessità alimentari come meglio ritiene.

8 – Ogni anno il vincitore avrà l’obbligo di scrivere un breve testo, che sarà pubblicato online all’indirizzo http://mariobadino.noblogs.org/.

È gradita la produzione di testi anche da parte degli altri concorrenti, le cui impressioni saranno pubblicate sul blog.

9 – Non sono previsti limiti temporali: se per finire l’Aicram vuoi metterci una settimana va benissimo. Rimane l’obbligo di comunicare il proprio tempo, come previsto dall’articolo 5 del presente regolamento.

L’itinerario illustrato

Cogne, domenica 13 ottobre 2013, ore 8.30, Prati di Sant’Orso
VII Aicram Granparadiso «I colori del bosco»

1. PARTENZA
Si parte dai prati di Sant’Orso (Cogne, 1534 m), in prossimità del campo giochi. Ci si avvia in direzione del torrente.

2. ROCCIA CON LA CROCE
Verso la fine del prato, si incontra un bivio sulla sinistra, in coincidenza di una roccia con una croce di legno. Si prende il sentiero che conduce alla parte alta del prato, verso l’Hotel Bellevue. Si compie il giro trionfale (la Marcia è a rovescio), scendendo verso il campo giochi.

3. BUTHIER
Si riprende la marcia verso il torrente Buthier, raggiunto il quale si prende il sentiero per Les Ors Dessus (segnavia n. 25 A).

4. BAITE DI LES ORS DESSUS
Giunti alle baite di Les Ors Dessus, si scende verso Les Ors Desot (1920 m, segnavia n. 25).

5. BAITE DI LES ORS DESOT
Raggiunte le baite di Les Ors Desot, si imbocca il sentiero per Eyfié (1932 m, segnavia n. 26 A).

6. EYFIÉ
Da Eyfié si scende verso Epinel (in pratica occorre prendere a destra a tutti i bivi che si incontrano).


7. EPINEL
Raggiunta Epinel (1470 m), si attraversa il torrente, in prossimità del campo sportivo. Si sale nella parte alta del paese, da dove si imbocca il sentiero per Gimillan (segnavia n. 23).

8. GIMILLAN, RIPETITORE TELEVISIVO
Raggiunta Gimillan (1788 m) all’altezza del ripetitore televisivo, si attraversa il paese fino al parcheggio situato a valle dell’abitato e si prende il sentiero per Cogne (segnavia n. 6).

9. BIVIO DI MOLINE
Al bivio di Moline si imbocca la pedonale per Lillaz (segnavia n. 23). Si raggiunge il ponte di Champlong.

10. PONTE DI CHAMPLONG
All’altezza del ponte di Champlong, non si attraversa il torrente, ma si rimane sulla sinistra orografica e si imbocca una salita sulla destra, che raggiunge la voragine (risistemata ma ancora riconoscibile) prodotta dall’alluvione del 2000, dentro la quale si scende, proseguendo poi fino a raggiungere l’abitato di Lillaz.

11. LILLAZ
Si attraversa l’abitato di Lillaz (m. 1617), e ci si porta sulla destra orografica del fiume; si imbocca il sentiero per le cascate.

12. PONTE SOPRA LE CASCATE
Si raggiunge il ponte sopra le cascate (1709 m) e si ridiscende dalla parte opposta, sulla sinistra orografica del torrente.

13. BIVIO PER LA VALLEILLE
Durante la discesa, s’incontra sulla sinistra un piccolo sentiero che porta verso la Valleille (segnavia n. 14) e lo si imbocca.

14. PONTICELLO
Ci si addentra nella Valleille, fino ad attraversare un corso d’acqua su un ponticello. Giunti sulla riva sinistra del fiume, si prosegue verso monte fino a raggiungere un grande masso erratico, attorno al quale si gira per ritornare a valle (segnavia n. 15 o 23).

15. BIVIO PER SYLVENOIRE
Si scende verso valle, tenendosi a monte della voragine provocata dall’alluvione del 2000. Si prende il sentiero per Sylvenoire (segnavia n. 23).

16. VERSO LA VALNONTEY
Superata Sylvenoire, si prosegue verso la Valnontey (segnavia n. 23). Giunti in prossimità dell’abitato (1667 m), si prosegue per le baite di Valmiana (o Vermiana), tenendosi sulla destra orografica del fiume (segnavia n. 22).

17. BAITE DI VALMIANA
Giunti a Valmiana (1731 m), si torna indietro verso Valnontey, mantenendosi questa volta sulla sinistra orografica del torrente. Il primo tratto, in realtà, è in comune con l’andata, ma giunti a un ponte si attraversa il fiume.

18. VALNONTEY
Da Valnontey si prosegue in direzione Cogne, restando sulla sinistra orografica del torrente. Invece di scendere lungo la pista di fondo, si imbocca un sentiero sulla sinistra (segnavia n. 24 A), che conduce a un piccolo pianoro, vicino alla baita di Baben (1741 m). Superato il pianoro, si scende verso Cogne (ancora segnavia n. 24 A).

19. PISTA DI FONDO
Alla fine del sentiero marcato con il segnavia n. 24 A, si raggiunge la pista di fondo (segnavia n. 23). Si volta a sinistra verso valle e si raggiunge il ponte sul Buthier, in prossimità del bar La Sapinière. Si oltrepassa il ponte e si attraversano i prati di Sant’Orso.


20. ARRIVO
L’arrivo, come la partenza, è situato a ridosso del campo giochi.

L’immagine dell’arrivo, relativa alla prima edizione dell’Aicram, è tratta dalla Gazzetta Matin del 15 ottobre 2007.

Vuoi partecipare all’Aicram? Stampa il foglio con l’itinerario e il regolamento!

>>>  Nella foto in testa all’articolo, i partecipanti alla sesta edizione dell’Aicram, l’anno scorso.

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Perché l’11 settembre 1973 nacque il mondo nel quale viviamo [da Giornalismo Partecipativo]

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Copio e incollo da Giornalismo Partecipativo un articolo di Gennaro Carotenuto. L’11 settembre 1973 avvenne il colpo di stato di Pinochet in Cile. Ciò che ne seguì è l’emblema di ciò che il mondo è oggi. Mi sono permesso di aggiungere qualche grassetto.

Perché l’11 settembre 1973 nacque il mondo nel quale viviamo
di Gennaro Carotenuto

Sarebbe bello poter dire che il «pueblo unido» abbia infine vinto in Cile e che le grandi vie dove passano gli uomini liberi si siano riaperte, come aveva vaticinato Salvador Allende nel suo altissimo discorso a braccio dallo studio della Moneda dove di lì a poco si sarebbe tolto la vita a testimoniare il suo sacrificio in nome della legalità, della democrazia e del popolo cileno. Allo stesso tempo sarebbe stato bello che quel «no pasarán» della guerra civile spagnola si fosse concretizzato almeno nella fine della tirannia franchista al momento della sconfitta del nazi-fascismo in Europa. Ricordare che Francisco Franco e Augusto Pinochet siano morti impuni nel loro letto non dice abbastanza di quanto questi abbiano trionfato. Lasciamo da parte il gallego e concentriamoci su quanto il Cile attuale sia ancora il trionfo pieno di Augusto Pinochet.

Oggi tre cileni su quattro dichiarano di non avere opinioni politiche. E questo è il trionfo più grande della dittatura e non solo in Cile iniziò un riflusso nel quale la militanza politica perse il senso che aveva avuto nei due secoli precedenti. Più della metà si considerano dei «perdenti» del modello economico vigente, quello neoliberale, ma la maggior parte di loro non saprebbe indicare un’alternativa o una maniera di mitigare le disuguaglianze. Non si considerano vittime. Incolpano se stessi dell’essere perdenti, perché non hanno saputo cogliere le enormi opportunità di uno dei paesi più aperti al mondo. Soprattutto sono stati indotti a pensare che tale modello sia naturale e che governi l’umanità dal tempo di Adamo ed Eva. Le ingiustizie non sono più ingiustizie. Semplicemente così va il mondo e chi siamo noi per pensare di cambiarlo?

I governi democratici succedutisi alla fine della dittatura hanno amministrato bene l’eredità pinochetista, diligentemente pattuita con la transizione che lascia intatta la costituzione scritta dal tiranno. In un paese ordinato, luccicoso di modernità, la forbice tra ricchi e poveri (il 10% più ricco possiede quasi il 60% delle ricchezze, quello più povero un quarantesimo) è costantemente aumentata anche negli ultimi decenni. Non è compito della democrazia ridurre le disuguaglianze. Come buoni amministratori di condominio gli inquilini della Moneda devono far andare bene le cose, cambiare le luci delle scale, assicurare la lucidatura dei pomelli delle porte, rassicurare gli investitori stranieri su quante poche tasse pagheranno e quanto pochi diritti hanno i lavoratori. Se dovessimo indicare una riforma civile in quasi un quarto di secolo di governi «riformisti» viene ancora in mente l’introduzione del divorzio da parte di Ricardo Lagos.

In Cile Milton Friedman e i suoi Chicago Boys, oltre un lustro prima che divenisse mondiale la rivoluzione conservatrice di Ronald Reagan e Margaret Thatcher, dimostrarono che al massimo di libertà economica potesse corrispondere il minimo di libertà civili. Quel giorno alla Moneda non poteva essere chiaro a Salvador Allende dove il mondo stesse andando. Lui, un uomo figlio della Seconda internazionale, entrato in parlamento durante la guerra civile spagnola, che credeva fermamente che il socialismo potesse essere realizzato in pace, libertà e democrazia, non poteva neanche immaginare che il golpe significasse chiudere scuole e ospedali, privare gli anziani di pensioni dignitose, espellere con rette altissime chiunque non fosse figlio delle classi dirigenti dalle università.

Allende non fa in tempo a sapere e non teme che il neoliberismo, che sarà la cifra della dittatura militare, spazzerà via la convivenza civile così come lui la concepisce. Confida nei sindacati, nei partiti, nelle rappresentanze di classe e non sa neanche immaginare una società non mediata da quelle strutture. Don Salvador pensava che nel Cile e nel mondo nessuno dovesse essere lasciato indietro ed era la punta più avanzata di un pensiero umanista che ha attraversato tutta la nostra modernità per finire bombardato quel giorno alla Moneda e divenire inattuabile e fuori moda. Il mondo che venne dopo, il mondo nel quale viviamo, pensa che sia giusto, naturale, utile lasciare indietro moltitudini. Non è un caso che laddove il medico Allende aveva concesso a tutti i bambini cileni la giusta razione quotidiana di latte una delle prime “riforme” di Pinochet fu negare quel latte a milioni di bambini che non potevano permetterselo.

Con quali parole dovremmo spiegare a Salvador Allende il Cile attuale nel quale i ricchi hanno una sanità privata tutta per loro e non contribuiscono affatto alla sanità pubblica alla quale sono condannati i poveri con le classi medie che si svenano per avere accesso a servizi migliori? Con quali parole dovremmo spiegare a Víctor Jara un’università del Cile sventrata, esclusiva ed escludente?

Smettete di far girare sul piatto quel vecchio vinile degli Inti-illimani che avete tirato fuori dalla soffitta stamane. Il Cile attuale, il mondo attuale, l’Italia attuale sono il trionfo di Augusto Pinochet.

>>> L’immagine è tratta dall’articolo originale.

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Il vincitore della decima Marcia

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Roberto Pollarolo, novarese, è ufficialmente il primo classificato alla decima Marcia Granparadiso estate, che si è svolta lo scorso 18 agosto.

Come richiesto dal regolamento, infatti, si è comprato una coppa e ha inviato una foto a dimostrazione dell’acquisto.

La coppa, come spesso accade, è stata scelta secondo il gusto del vincitore, in linea con le caratteristiche del luogo che ospita la Marcia (si veda la foto).

Il tempo di Roberto è stato di 7 ore e 18 minuti.

Di seguito un breve testo del vincitore.

10a Marcia Granparadiso estate

«Tu sei matto!»

Così mi hanno apostrofato i miei amici all’annuncio della mia partecipazione alla Marcia. Ma io i 35 chilometri li avevo già fatti lo scorso anno e la cosa mi era talmente piaciuta che volevo riprovarci per migliorare il risultato del 2012.  E ci sono riuscito… Ho vinto!

Alla prossima estate.

Roberto Pollarolo

>>> Per conoscere la Marcia, leggere il resoconto e vedere la classifica e l’elenco dei partecipanti all’edizione 2013, clicca QUI.

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Milano, mobilitazione contro la guerra in Siria

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Oggi
, sabato 31 agosto, per chi si trova a Milano, ricordo la mobilitazione contro la guerra alla Siria, questo pomeriggio, a partire dalle 16.30 davanti al Consolato USA.

Il comunicato del Comitato contro la guerra – Milano:

Siamo di fronte all’incombente aggressione contro la Siria. Le precedenti guerre contro Yugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libia ci hanno insegnato che le “guerre umanitarie” altro non sono che massacri perpetrati per interessi economici e geopolitici.

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali

Questo recita l’art.11 della costituzione italiana nata dalla resistenza. Questa guerra presenta anche gravi pericoli di estensione del conflitto. Chiamiamo quindi alla mobilitazione contro la guerra alla Siria tutte le organizzazioni democratiche e i cittadini amanti della pace e soprattutto tutti i lavoratori poiché la guerra è contro il lavoro e tocca ai lavoratori fermarla.

SABATO 31 AGOSTO – ORE 16.30 – LARGO DONEGANI – MILANO – PRESIDIO – MANIFESTAZIONE AL CONSOLATO U.S.A.

COMITATO CONTRO LA GUERRA – MILANO

Le adesioni ad ora pervenute, in ordine di tempo, sono:

LA CASA ROSSA, PDCI FEDERAZIONE DI MILANO, ASSOCIAZIONE LA STELLA ALPINA, PRC FEDERAZIONE DI MILANO, RETE DI SOLIDARIETÀ CON LA PALESTINA, PALESTINA ROSSA, UGO GIANNANGELI, COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA JUGOSLAVIA, ITALIA-CUBA MILANO

>>> Il disegno di questa pagina è di Danilo Cavallo. Il fotomontaggio è di Paolo Rey.

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