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Dargliela vinta è morire

Non ho il tempo né, in questo istante, le forze per scrivere un articolo lungo sulla Tap e sulle cariche della polizia a San Foca (Melendugno, Lecce), pur essendo stato a San Foca e al presidio giusto qualche giorno fa, domenica, e pur ritenendo che siamo di fronte all’ennesima imposizione a tutti dell’interesse di qualcuno, e alla repressione della parte più viva della società civile, quella che ha il coraggio di stare “dalla parte sbagliata”.

A questo proposito, ho appena condiviso, su Facebook, un post di Angela Lano che, per essere giunta a Gaza con la Freedom Flotilla nel 2010, è stata definita terrorista dal giornale «Il Foglio» e, per aver querelato «Il Foglio» è stata condannata a pagare 12.846,60 euro dal tribunale di Roma.

Ho anche scorso un paio di richieste d’aiuto, economico e non, da parte di persone affette da malattie rare che si rivolgono alla generosità e all’impegno di privati cittadini perché lo Stato ha deciso di non poter investire denaro per la ricerca e la cura di patologie che riguardano un numero troppo piccolo di persone.

Da una passeggiata in campagna, fuori Mesagne, ho riportato la consapevolezza di quanto amianto ci circonda, allegramente spezzettato e esposto al vento.

Viene voglia di tirare i remi in barca; soccorre l’idea che è lottando che si rimane vivi; fa sprofondare la contemplazione della propria vigliaccheria.

«Quegli altri», intanto, hanno dalla loro il fatto di portare avanti certi scempi per lavoro, assistiti dai media, spesso, e in ogni caso da stuoli di collaboratori, segretari, professionisti alle loro dipendenze, intenti a tracciare tracciati, progettare progetti, finanziarizzare la vita. Dargliela vinta è morire.

PS: Sulla questione Tap, gasdotto che personalmente considero una semplice speculazione destinata ad arricchire pochissimi a scapito della collettività, ho scritto questi versi, ancora da rielaborare. Tornerò sull’argomento con riflessioni e dati.

TUBO

Dice che fanno un tubo,
un tubo del gasdotto,
così magari avremo il gas in casa.

Dice, fornello acceso,
caffettiera sul fuoco,
dice che adesso avremo il gas in casa,
e che val bene qualche ulivo,
la distruzione del paesaggio.

Poi ecco il borbottio:
spegne la caffettiera.

Tariffe meno care non è cosa,
sennò che ci guadagnano i privati?
Ma avremo il gas in casa,
anche la luce, forse!

Bevi il caffè, che è caldo.

[Mario Badino, 26 marzo 2017]

>>> Nell’immagine, ulivi imbacuccati e pronti a essere espiantati per permettere lo scavo del tunnel che dovrebbe accogliere il gasdotto, salvo essere poi – assicurano – ripiantati.

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Ciao Gianluca (lettera di Maria Elena Delia)

Alcuni giorni fa Gianluca Cigna, capitano del Villaretto, squadra della provincia di Torino che milita in terza categoria, è stato aggredito al termine della partita contro la Mappanese da tifosi avversari, dopo che aveva difeso un compagno di squadra senegalese da insulti di tipo razzista.

Pubblico la lettera di Maria Elena Delia sull’eccezionalità di un gesto di solidarietà che dovrebbe essere reazione normale e non lo è in un Paese sempre più razzista, dove talvolta l’opinione pubblica preferise difendere il diritto di parola dei seminatori d’odio.

Ciao Gianluca,

noi non ci conosciamo, mi chiamo Maria Elena e sento l’urgenza di farti sapere che mi hai reso orgogliosa di essere italiana.

Sai, Gianluca, non mi capita più molto spesso di provare questo genere di sensazione e sono sicura che, oggi più che mai, da quel letto di ospedale, tu possa ben capire cosa intendo.

In questa Italia sempre più razzista, sempre più misera d’animo e povera di coraggio, un gesto come il tuo, che dovrebbe essere la normale reazione di un essere umano di fronte a un espisodio di sopraffazione (fisica o verbale che sia) diventa, invece, per alcuni la consacrazione di un eroe e per altri quella di un nemico da punire.

Per me, Gianluca, tu sei stato solo un uomo, un uomo come gli uomini dovrebbero essere per esser definiti tali, nulla di più, nulla di meno. Lo sei stato spontaneamente, senza pensarci, perché evidentemente così sei tu, senza velleità di esposizione, ma solo per istinto di protezione e di giustizia.

Gianluca, ti ringrazio con tutto il mio cuore e con quella meraviglia incredula che deve aver provato l’esploratore ormai convinto di aver perduto la strada, di fronte alla sua inaspettata meta.

Di coloro che ti hanno voluto punire, non curarti, Gianluca: avranno un futuro miserabile, in perfetta coerenza con la loro natura e, mi auguro, una visita a sorpresa in piena notte di quelle che non si dimenticano più.

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Canale Reale: iniziata la rimozione dei rifiuti

È iniziata stamattina, 14 marzo, la rimozione dei rifiuti accumulati sull’argine sinistro del Canale Reale nel territorio comunale di Mesagne (Brindisi), per conto del consorzio Arneo. I lavori continueranno nella giornata di domani.

L’auspicio è naturalmente che l’area possa tornare completamente pulita, per quanto la capillarità dei rifiuti presenti tra le canne abbattute non lasci molte speranze in proposito.

Oggi, sul luogo, erano presenti 4 operai muniti di sacchi neri, un camion, una ruspa e una ruspa trituratrice. Osservando la parte di argine già sgombrata, ho notato ancora parecchi rifiuti in terra.

Nessun intervento è previsto, al momento per i rifiuti presenti sull’argine destro, che comprendono calcinacci e probabilmente anche amianto.

I rifiuti “normali”, secondo gli operai presenti sul posto, non avrebbero nulla a che fare con la recente bonifica del letto del canale, ma sarebbero dovuti alle ultime “bombe d’acqua”, che hanno provocato esondazioni. Il che teoricamente è possibile, ma è contraddetto dalle affermazioni di alcuni residenti nella zona.

In un caso come nell’altro, e nonostante i limiti dell’intervento, l’opera di pulizia che si completerà domani dimostra che l’impegno di singoli cittadini nel denunciare la situazione, insieme alla risposta dell’amministrazione comunale che si è attivata presso l’Arneo, possono fare la differenza.

Se si vorrà lavorare per un Canale Reale veramente pulito, e per la salute e valorizzazione delle nostre campagne la lotta sarà comunque lunga e dovrà coinvolgere di necessità il maggior numero possibile di cittadini attivi, associazioni, istituzioni.

Insieme ai residenti della zona, continuerò a tenere d’occhio la situazione.

>>> PS: Sono stato intervistato da Idea Radio sulla mia lettera aperta che parla di rifiuti, ma anche di valorizzazione del territorio. L’intervista sarà trasmessa domattina, 15 marzo, alle ore 10.40 all’interno del programma «Il territorio in diretta» condotto da Antonio Ligorio. Potete ascoltarlo sulle frequenze di Idea Radio o sul sito www.idearadionelmondo.it.

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A piedi lungo il Canale Reale e un appello in difesa della campagna

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L’immagine d’apertura del post, insieme alle altre presenti nell’articolo, è stata scattata da Paolo Summa (la galleria completa è visibile alla pagina del blog A spasso lungo il Canale Reale).

Racconta un angolo della Provincia di Brindisi che sarebbe meraviglioso poter percorrere a piedi, lungo itinerari che si snodano tra i campi e gli ulivi sino a giungere al mare.

È il caso del Canale Reale, che dalla sorgente, situata nel comune di Villa Castelli, raggiunge l’Adriatico, presso la riserva naturale di Torre Guaceto, dopo 48 chilometri.

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Nei giorni scorsi
ho parlato del rinvenimento di rifiuti lungo le sponde del Canale in prossimità del comune di Mesagne, a seguito della bonifica del letto effettuata dal consorzio Arneo, una vicenda che – dopo le denunce effettuate da alcuni residenti della zona – ha portato a una diffida da parte del Comune di Mesagne affinché l’Arneo ripulisca.

A oggimartedì 7 marzo – siamo in attesa della risposta del consorzio, a seguito del sopralluogo congiunto dei tecnici dell’Arneo e di quelli del Comune.

La diffusione in rete di alcune immagini, rilanciate dai media locali, ha portato in questi giorni alla segnalazione di altri siti in cui si trovano rifiuti, anche pericolosi, come l’amianto, in quella campagna che potrebbe essere una risorsa ambientale, culturale e turistica, oltre che un bene comune da conservare per le generazioni future.

Rilancio, in proposito, un accorato appello proprio dell’amico Paolo Summa, che della vicenda si sta interessando in qualità di cittadino. Seguono alcune foto esemplificative di quanto riportato nel testo.

Pubblico queste foto perché avete il diritto di sapere. Sapere che lentamente i luoghi in cui viviamo vengono trasformati in delle discariche.

Alcune delle immagini che vedete sono state scattate nel Canale Reale. Carcasse e televisioni, scheletri… Mi dicono che non ci sono soldi per agire oggi, ma tutti i soldi che non verranno spesi oggi per bonificare si quadruplicheranno domani e non avremo più la possibilità di scegliere. Non spendere soldi oggi per bonificare significa spenderne di più domani per curarci. Perdiamo i soldi del turismo. Questo è l’alto Salento ed è ipocrita chi fa campagne pubblicitarie patinate sulla nostra pelle.

Abbiamo deciso di mandare in malora la nostra terra, per far soldi con grandi resort e turismo di massa. Io non sono d’accordo, non mi voglio rassegnare. Non voglio ascoltare chi mi dice che è normale.

No. Non è normale e non lo sarà mai. Mi sono personalmente stancato di sentirmi meridionale nell’accezione più negativa. Io non abito il mezzogiorno, io non abito il sud o il meridione dove tutto funziona male. Io abito una Terra, un pianeta che mi ha donato la vita e che devo rispettare. Io non mi voglio rassegnare. E chiunque abbia intenzione di mantenere le cose così come sono senza fare nulla, presto dovrà cambiare idea.

E ricordate che i soldi che non ci sono, sono i nostri che vanno buttati in politiche farraginose, senza programmazione, dispersive e dannose.

A chi vorrà fare del turismo a Mesagne, dovremmo ricordare che qui oggi si sta combattendo una guerra. Pubblico le mappe dei luoghi in questione, così saprete meglio di cosa si sta parlando.

Vi invito a segnalare o a denunciare.

>>> Leggi l’articolo Cumuli di rifiuti comparsi in campagna, accanto al Canale Reale.
>>> Leggi la mia lettera aperta sulla valorizzazione della campagna e sui possibili itinerari lungo il Canale Reale.
>>> Sul camminare come modo di riappropriarsi e di vivere il territorio, vedi l’articolo Camminare, tratto dal blog Urban Slum Connection.

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I rifiuti sono sempre lì

Come annunciato, ho lasciato passare i 5 giorni concessi dal Comune di Mesagne (Brindisi) al consorzio Arneo per ripulire dai rifiuti le sponde del Canale Reale (che lo stesso consorzio ha recentemente bonificato per quanto riguarda il letto del corso d’acqua).

Sottolineo che a oggi, 3 marzo 2017, la situzione è ancora quella segnalata lo scorso 24 febbraio: spazzatura frammista alle canne abbattute e cumuli di calcinacci, dove è segnalata la presenza di amianto.

Seguirò l’evolversi della situazione, ma prego fin d’ora la cittadinanza a non perdere di vista la questione, per evitare che si finisca magari con il non intervenire più, o con l’intervenire troppo lentamente: i rifiuti sono già rimasti esposti al vento e alla pioggia e, col passare del tempo, non possono che sparpagliarsi, rendendo più difficile la loro rimozione.

>>> Leggi l’articolo Cumuli di rifiuti comparsi in campagna, accanto al Canale Reale.
>>> Leggi la mia lettera aperta sulla valorizzazione della campagna e sui possibili itinerari lungo il Canale Reale.

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Camminare [dal blog Urban Slum Connection]

Il testo che segue, scritto da Paolo Summa e pubblicato sul blog Urban Slum Connection, è una bella definizione del camminare come esperienza antichissima da riconquistare, per recuperare il passo, e con il passo la casa, riappropriarsi della terra e, così facendo, presidiarla.

Lo pubblico nella sezione Camminante, perché mi sembra esprimerne appieno il senso. Idealmente lo accosto anche alla mia recente lettera aperta sulla necessità di riscoprire la campagna per tutelarla.

Camminare

Camminare è una delle attività che gli uomini e le donne di questo pianeta svolgono da più tempo.

Camminare, nella solitudine del proprio essere terrestri, in un universo sterminato.

Il confronto con il limite dei nostri corpi, il percepire che guardiamo il mondo da una piccola capsula che siamo noi medesimi.

Passi che si susseguono e cambiano il loro suono a seconda di ciò che calpestano.

Il rumore del vento, degli uccelli, dell’acqua, dei nostri pensieri.

La Terra è nostra Madre, dai mille nomi. Il Sole è nostro Padre, dalle mille forme e appellativi.

Il cielo che si staglia sopra le nostre teste e ci fa sentire a casa, nell’azzurro riflesso del mare.

Camminare è la rivoluzione.

Camminare è osservare, presidiare, difendere, gioire, condividere, stupirsi, stancarsi, riflettere, innamorarsi, cercare, risolvere, trovare, incontrare.

Camminare è riappropiarsi della tecnologia che è il nostro corpo, i nostri piedi, il nostro respiro.

Camminare è allontanarsi, piano. Mettere distanza tra noi e il resto.

Allontanarsi nello spazio, ma anche nel tempo.

Costringere ciò che ci vuole raggiungere a camminare.

Lasciarsi avvicinare solo da ciò che è disposto ad  andare alla velocità dei nostri piedi.

Permettersi il lusso di metabolizzare ciò che succede, lasciarsi superare da ciò che va più veloce.

Ma un passo trasforma il mondo, lo plasma, afferma con forza la capacità dell’essere umano di fare la storia, i ricordi, la realtà e i pensieri.

Camminare è una lotta lenta, meticolosa, che scava la coscienza come l’acqua scava goccia dopo goccia la roccia.

Camminare è godere di questa esistenza.

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