Strane cose accadono in Italia – 1

http://youtu.be/5Ko_Hsfe698

Strane cose accadono in Italia, cose che vedi nei film ma non ti aspetti riguardino la vita reale. Mentre i soliti noti preparano con la manovra le lacrime e il sangue della popolazione (non di tutta, però: i ricchi vanno preservati così che possano continuare a guidare l’economia e la società verso cieli luminosi), in provincia di Brindisi si parla di racket e attentati (l’altro giorno a Mesagne, ora è stato fatto saltare un chiosco a Campo di Mare), in Val di Susa accadono cose straordinarie, come quella che mostro in questo video trovato in internet.

Una militante No Tav parla ai poliziotti schierati in tenuta antisommossa, cerca di far loro capire che stanno dalla parte sbagliata, che usano armi vietate e cancerogene (i gas CS) sulla popolazione civile, che servono senza saperlo o senza badarci troppo interessi ingiusti e illegali, mafie comprese. Bello il titolo dato al video su YouTube: «Incredibile azione violenta di una manifestante No Tav ai danni delle forze dell’ordine» (una sonora pernacchia alla criminalizzazione dei movimenti portata avanti da media e politica).

Guardatevi il video. Dice tutto. Osservate le facce dei poliziotti che, evidentemente, hanno l’ordine di non rispondere, di non dialogare. Osservate le facce. Mi piace immaginare di aver visto un po’ di dubbio, a un certo punto, sul volto di alcuni di loro…

Ho “posposto” il numero (1) al titolo di questo articolo. Mi piacerebbe, con un po’ di calma, fare altre “puntate”, raccontare le tante cose straordinarie, brutte e belle, che rendono questa Italia una terra ancora non anestetizzata.

Pubblicato in Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura), Piazzetta della cittadinanza attiva, Strane cose accadono in Italia | Contrassegnato , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Strane cose accadono in Italia – 1

Liberate Francesco

Ci sono persone che rischiano la vita per gli altri e persone che non lo fanno.

Io non penso di appartenere alla prima categoria solo perché scrivo tante cose in favore di un mondo più umano su un blog.

Mi domando spesso come reagirei di fronte al pericolo vero. Mi chiedo se prima o poi accetterò la sfida.

In ogni caso, forse proprio perché non è una cosa da tutti, resto profondamente colpito dall’esempio di chi non si lascia condizionare dal mito della propria incolumità.

Come se questa vita durasse per sempre. Come se non ci fossero ingiustizie inaccettabili.

Tra una cosa e l’altra, non ho ancora scritto nulla in favore di Francesco Azzarà, 34 anni, l’operatore Emergency rapito in Darfur. Riporto oggi l’appello dell’associazione, invitando tutt@ quant@ a far girare la notizia e ad adoperarsi come possibile per la liberazione di Francesco.

Un operatore di EMERGENCY rapito in Darfur

Il 14 agosto, alle ore 17.00 locali, un operatore di EMERGENCY è stato prelevato a Nyala, capitale del sud Darfur, mentre si trovava in auto diretto verso l’aeroporto della città. Francesco Azzarà, 34 anni, è alla sua seconda missione a Nyala come logista del Centro pediatrico che EMERGENCY ha aperto in città nel luglio del 2010.

EMERGENCY ha immediatamente attivato in Darfur e a Khartoum tutti i contatti a sua disposizione e ha altresì informato il ministero degli Affari Esteri italiano.

Un team di EMERGENCY sta seguendo gli sviluppi della situazione ed è in costante contatto con la famiglia, le autorità sudanesi e quelle italiane.

EMERGENCY chiede la liberazione immediata di Francesco Azzarà e auspica piena collaborazione di tutti coloro che possano aiutare ad arrivare a un esito positivo di questa vicenda.

EMERGENCY chiede ai cittadini, ai media e alle istituzioni italiane di mobilitarsi per la sua liberazione, esponendo la foto di Francesco sui palazzi delle istituzioni, partecipando e rilanciando le iniziative che EMERGENCY organizzerà.

>>> Per aggiornamenti, consulta il sito di Emergency.

Pubblicato in Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura), Piazzetta della cittadinanza attiva | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Liberate Francesco

«Repubblica», perché??

Quella che segue è una risposta (mia) alla lettera aperta di Uòlter Veltroni. La invio al manifesto, a Liberazione, all’Unità e, naturalmente, a Repubblica, il giornale che ha pubblicato la missiva veltroniana.

Alla redazione di quest’ultima chiedo anche se condivide le parole di Veltroni, che trovo sorprendentemente in linea con l’attuale politica economica e sociale del governo.

Il testo:

La pecora, il lupo e l’agnello stanno bene assieme. Questo, ridotto all’osso, è il pensiero di Walter Veltroni. Che importa se il lupo mangerà la pecora? Basta che il gregge sia numeroso e un altro esemplare prenderà il posto di quello appena sbranato. Che importa se Confindustria, se Marchionne, impongono i loro diktat agli operai (accetti le mie condizioni o sei fuori e scordati ora e per sempre di avere dei diritti)? C’è la crisi, si troverà qualcun altro disposto a farsi sfruttare. Questo, eliminati gli orpelli, è ciò che si cela sotto il termine «riformismo». Ed è questo riformismo (in realtà un ritorno al passato, a quando garanzie dei lavoratori e stato sociale ancora non esistevano) che da anni il Partito democratico tenta di propinare al Paese. Se lo fanno gli altri è male; se lo fa il Pd è il necessario “atteggiamento di responsabilità” verso il Paese. In fin dei conti che cosa propone di nuovo Veltroni nella sua lettera a Repubblica? E perché Repubblica non si sente in dovere di rispedirla al mittente, come si farebbe, al ristorante, con una minestra riscaldata troppe volte?

1) Chi dice no sbaglia: questo è uno degli argomenti “forti” veltroniani, con riferimento ai cittadini impegnati a difendere la propria terra da aggressioni pensate e decise altrove e quindi imposte senza vero dialogo e senza tanti riguardi con la militarizzazione del territorio e l’impiego di lacrimogeni vietati dalle convenzioni di guerra. Bisognerà, allora dire sempre di sì? Bisognerà che a decidere siano sempre gli stessi? Che razza di «riformismo» è quello che impone la Tav o una base militare? E perché queste sì ma non il Ponte sullo Stretto o la privatizzazione dell’acqua? Perché l’Afghanistan e la Libia sì, ma non l’Iraq? Chi decide che cosa è «riformismo» e che cosa è «imposizione» o impostura?

2) Serve un sistema bipolare, dice l’illuminato. Così da poter fare 5 anni di governance targata Pdl e poi 5 anni di governance Pd. Niente opzioni per un’alternativa al pensiero unico liberista, niente ostacoli alla linea del vincitore, e pazienza se centinaia di migliaia di cittadini si ritrovano senza rappresentanza dopo aver votato. Ma dov’è la novità? Non aveva già scelto alle ultime politiche l’allora leader del Pd di “ballare da solo” per evitare di concedere qualcosa a chi non la pensa come lui? La minestra riscaldata può ben servire un’altra volta.

3) “Siamo tutti sulla stessa barca”. La teoria preferita di chi aveva messo nella stessa lista elettorale operai e imprenditori, per ottenere con trucchi pubblicitari e frasi a effetto una ricomposizione del conflitto sociale impossibile nella realtà (la forbice tra gli ultraricchi e tutti gli altri si allarga) e assolutamente non auspicabile, se si desidera un poco di equità (perché dovremmo aspettarci che «quel 10% della popolazione che detiene il 48% del patrimonio privato» diventi improvvisamente altruista?).

4) Occorre una «autentica rivoluzione democratica». E il primo passo qual è? Ridurre le differenze economiche? Fare la famosa legge sul conflitto di interessi? Neanche per sogno! Il primo passo «è la riduzione del macigno del debito pubblico». Sembra di vedere Tremonti che si frega le mani e dà il via alle privatizzazioni.

Pubblicato in Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura) | Contrassegnato , , , , , | Commenti disabilitati su «Repubblica», perché??

Elastico

Una mia poesia sul presente e il futuro d’occidente, con particolare riguardo alle professioni che verranno, come l’accattonaggio e il rovistare nei bidoni. Perché, in fondo, ciò che conta è «essere flessibili».

L’ho scritta già da qualche anno ma, a giudicare da ciò che sta accadendo, non mi ero sbagliato.

Il testo è liberamente riproducibile, secondo i termini della licenza Creative Commons 3.0.

ELASTICO

«Anche qui c’è bisogno»,
nota; e intanto osserva
sfilare in riga, lenti,
i dormitori pubblici,
le mense dei poveri
e gli abiti logori
che uomini mendichi
indossan per lavoro.
Nel cuore d’Occidente
c’è posto per la fame.
E gli accattoni lasciano
le corti dei miracoli,
per dare assalto
ai tizi ben vestiti
che vivono nel centro.

Anche la vecchia Europa,
patria delle conquiste
sociali e dei diritti,
svendendo sottocosto,
toglieva a chi ha già poco,
per dare qualche spiccio
ancora a chi ha già tutto.

«Anche qui c’è bisogno»,
ripete come un mantra.
Allora l’onorevole,
vedendolo passare,
lo ferma e l’ammonisce:
«Ma come? Lei pure, amico?
Non cada nel tranello!»;
e, con un dito, al lato
della strada insegna,
a gruppi, cittadini
protesi sui bidoni,
tesi, precisi e rapidi.
«Costoro hanno imparato
a essere flessibili:
son cercatori d’oro
da quasi un euro al chilo».

Pubblicato in La Biblioteca di Babele, Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura) | Contrassegnato , , , , , , | 2 commenti

Lettera di sostegno allo sciopero della Cgil – Rifondazione Valle d’Aosta

Ricevo e pubblico volentieri la lettera di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra Valle d’Aosta al segretario della Cgil regionale in sostegno allo sciopero generale contro la manovra del governo. Una lettera e uno sciopero entrambi largamente condivisibili, contro una manovra di classe che si propone di fare piazza pulita dei diritti del lavoro, quei «lacci e lacciuoli» – come dice qualcuno – che si sforzavano, che ancora si sforzano, lottando coi mulini a vento, di ridurre le distanze sociali generate dall’ineguaglianza economica.

Al Segretario Regionale della CGIL Domenico Falcomatà

Caro Segretario,

È con un sentimento misto di sollievo, di speranza e di preoccupazione che abbiamo accolto la notizia della proclamazione, da parte del più grande sindacato italiano, di uno sciopero generale per cambiare radicalmente la manovra finanziaria con la quale il governo sostiene di voler fare uscire il nostro Paese dalla crisi economica.

Sollievo, perché in questa gravissima situazione, la CGIL decide di fare fino in fondo il proprio mestiere (che bella parola, “mestiere”, dove convergono conoscenza e abilità, sapere e saper fare) che è quello di difendere e sostenere i diritti dei lavoratori.

Diritti che questa manovra vuole semplicemente distruggere facendo pagare la crisi non a chi l’ha provocata ma a chi continua a subirla. Una scelta ferocemente classista che usa la crisi per regolare il conflitto di classe a favore dei più forti. Perché in questo modo si insiste a somministrare al malato la pozione che lo ha avvelenato: le politiche neoliberiste che continuano ad affidare a un mercato che ha fallito il compito di regolare l’economia. Perché si vuole abolire di fatto l’ art. 18, e consegnare i lavoratori alla mercè dei padroni e  perché si vuole distruggere la memoria storica della Repubblica nata dalla Resistenza abolendo le festività che la mantengono viva: il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno. Perché è una manovra anticostituzionale che vuole svuotare la volontà popolare,  espressa nei recenti referendum, obbligando gli enti locali a privatizzare il privatizzabile mentre si continuano a spendere miliardi per la guerra. Perché…

Se di fronte a questo la più grande organizzazione di lavoratori del nostro Paese Continua a leggere

Pubblicato in Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura), Piazzetta della cittadinanza attiva, Politica | Contrassegnato , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Lettera di sostegno allo sciopero della Cgil – Rifondazione Valle d’Aosta

L’ultima spiaggia

Dal libro di Giulio Tremonti «Tra Moody’s e Bruxelles. Mille sistemi creativi per conseguire il rientro del debito dello Stato».

È prigioniero di paraocchi ideologici chi difende la natura pubblica delle coste italiane, e per di più si priva della possibilità di affittare per sé e per i propri cari un comodo lettino, condannando se stesso e la propria famiglia al contatto, decisamente impuro, con la sabbia o i ciottoli, caratterizzati spesso da dubbia pulizia. Ora, più lidi ci saranno, più addetti alla cura della spiaggia passeranno ogni mattina col rastrello per togliere le cicche delle sigarette lasciate dai bagnanti e l’immondizia portata dalla marea. Ma più addetti, è inutile ricordarlo, significa più posti di lavoro. È stato calcolato dal Ministero di cui sono titolare che un lido privato di medie dimensioni è in grado di creare occupazione per le seguenti figure professionali: uno o più bagnini, addetti alla pulizia della spiaggia e dei locali, baristi, cassieri, professionisti dell’animazione, della baby dance e della ginnastica acquatica, camerieri, cuochi e anche, uscendo dalla logica stalinista di uno Stato fondato su divisioni manichee tra legale e illegale, parcheggiatori più o meno abusivi, venditori più o meno ambulanti, disegnatori di tatuaggi più o meno temporanei. Naturalmente, se il lido si ingrandisce, le tipologie aumentano: occorrono professionisti dello sport per i tornei tra bagnanti e figure in grado di animare le serate danzanti, dai dj alle cubiste alle vocalist. Sono possibili sinergie virtuose con il mondo dei media, così da creare opportunità d’impiego per i concorrenti reduci dai reality show, che si sentono disadattati al rientro nella vita normale dopo aver sperimentato un assaggio di celebrità. Sono possibili anche le comparsate dei tronisti di Uomini & Donne e altra umanità televisiva. Esiste la possibilità, infine, di ospitare le grandi emittenti radiofoniche, che l’estate amano trasmettere dal mare.

Inutile dire che il meccanismo descritto favorisce la circolazione di denaro, con ricadute positive sul Pil del Paese. Rimane da risolvere il fastidioso fenomeno dell’arroganza dei bagnanti “liberi”, i quali rifiutano il lido ma poi pretendono di attraversarlo, sia pure lungo il bagnasciuga, per passare da una spiaggia all’altra. Credo che un passo in avanti per la soluzione di tale problema sarà fatto con la completa privatizzazione delle coste italiane (fatta salva la possibilità dello Stato di avocare a sé alcuni tratti di costa per consentire le spiagge riservate ai militari o altre tipologie tutelate). Consiglio però di limitare la privatizzazione a tutte le coste tranne una: per la propria natura, l’ultima spiaggia libera costituirà infatti un potente richiamo per le masse, desiderose di provare un’esperienza fuori dal comune. L’«Operazione Ultima Spiaggia» dovrebbe consentire al privato lo sfruttamento di tale appeal, a patto di agire con estrema discrezione, per dare al bagnante l’illusione di essere, per una volta, a tu per tu col mare. Tutte le attività private dovranno perciò essere concentrate alle spalle della spiaggia, magari nascoste dalle dune o da un paravento (potrebbero andare bene maxi cartelloni pubblicitari).

[tratto da G. Tremonti, «Tra Moody’s e Bruxelles. Mille sistemi creativi per conseguire il rientro del debito dello Stato» Milano, Mondadori, 2011; pp. 375, € 20 + donazione facoltativa per aiutare, responsabilmente, il Paese]

Pubblicato in Cemento/Inquinamento, Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura), satira | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su L’ultima spiaggia

Solidarietà a Luigi Devicienti minacciato dalla Sacra corona unita

Pubblico il comunicato del comune di Mesagne (Brindisi) comparso sul sito istituzionale della città dopo il recente attentato dinamitardo contro l’abitazione dell’imprenditore mesagnese Luigi Devicienti. Nel ribadire che «la partecipazione e la mobilitazione democratica di tutta la comunità, l’indignazione e l’esecrazione per atti criminosi come quello perpetrato ai danni del concittadino e della sua famiglia costituiscono la risposta più efficace ai vili autori», il sindaco, la giunta e il consiglio municipale «invitano le forze politiche, economiche e sociali, l’associazionismo e tutti i mesagnesi a fare quadrato in difesa delle Istituzioni democratiche che combattono ogni forma di violenza e rivolgono un pressante appello al senso civico di ciascuno nel collaborare con le forze dell’ordine e la magistratura per stroncare ogni tentativo di condizionamento criminale e isolare qualsiasi delinquenza».

Comunicato a seguito del vile atto intimidatorio perpetrato ai danni dell’imprenditore mesagnese Luigi Devicienti

Il Sindaco e la Giunta Municipale, il Presidente del Consiglio Comunale, i Capigruppo e tutti i Gruppi Consiliari, riunitisi dopo aver appreso dell’esplosione di un ordigno ad alto potenziale in via Federico II Svevo, nel pieno centro cittadino, esprimono lo sdegno e la più ferma condanna per il gravissimo e vile atto intimidatorio perpetrato ai danni dell’imprenditore Luigi Devicienti, peraltro già vittima recentemente di altro episodio criminoso.

Nell’esprimere la vicinanza e la piena solidarietà all’imprenditore e alla sua famiglia, così duramente colpiti dall’ignobile ed efferato attentato, finalizzato per le modalità poste in essere anche ad alimentare un clima di terrore e di violenza che ferisce l’intera Città, le Istituzioni comunali dichiarano all’unisono che continueranno con rinnovato vigore e inflessibile rigore nella lotta contro ogni forma di violenza, facendo argine alla deriva criminale, consapevoli che nessun atto delittuoso potrà fermare le azioni intraprese a presidio della legalità.

L’Amministrazione Comunale nel suo complesso, conscia che la partecipazione e la mobilitazione democratica di tutta la comunità, l’indignazione e l’esecrazione per atti criminosi come quello perpetrato ai danni del concittadino e della sua famiglia costituiscono la risposta più efficace ai vili autori, invitano le forze politiche, economiche e sociali, l’associazionismo e tutti i mesagnesi a fare quadrato in difesa delle Istituzioni democratiche che combattono ogni forma di violenza e rivolgono un pressante appello al senso civico di ciascuno nel collaborare con le forze dell’ordine e la magistratura per stroncare ogni tentativo di condizionamento criminale e isolare qualsiasi delinquenza.

Come già avvenuto in passato, è necessario un forte e unitario impegno delle Istituzioni e della comunità tutta per colpire ogni forma di violenza e garantire la sicurezza dei cittadini e la civile convivenza, confidando nell’azione lodevole delle forze dell’ordine e della magistratura, nei confronti delle quali si esprime il convinto apprezzamento per l’impegno e la professionalità profusi nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, auspicando una sempre più fattiva e operosa collaborazione con le stesse Istituzioni cittadine.

L’Amministrazione Comunale non tralascerà di intraprendere nelle prossime ore ogni azione a difesa della legalità e dei cittadini, consapevole che qualsiasi atto criminale oltre a colpire un singolo cittadino, una famiglia, costituisce una gravissima offesa per l’intera comunità di Mesagne.

Mesagne 25 Agosto 2011

Il Sindaco

Il Presidente del Consiglio Comunale

La Giunta Municipale

I Capigruppo e i Gruppi consiliari

Pubblicato in Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura), Piazzetta della cittadinanza attiva | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Solidarietà a Luigi Devicienti minacciato dalla Sacra corona unita