Gas Cs: i danni possono essere permanenti

Secondo Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare e docente di protezione dalle radiazioni presso il Politecnico di Torino, intervistato da Alessandra Fava sul manifesto del 7 luglio, i gas lacrimogeni utilizzati dalle forze dell’ordine domenica scorsa in Val di Susa possono produrre danni permanenti e andrebbero considerati «armi di distruzione di massa».

I gas Cs, orto-cloro-benziliden-malononitrile, sparati contro i dimostranti non solo domenica scorsa, ma già pochi giorni prima, in occasione dello sgombero del presidio No Tav, e prima ancora, dieci anni or sono, al G8 di Genova, sono strumenti vietati dalla convenzione internazionale sulle armi chimiche del 1993, ratificata dall’Italia nel ’95 ed entrata in vigore due anni dopo. Il divieto riguarda l’uso di tali gas in tutte le guerre internazionali ma, paradossalmente, non proibisce esplicitamente il loro impiego in tempo di pace, perché, semplicemente, non menziona tale eventualità.

Il cloruro conferisce a questi gas le caratteristiche dei composti urticanti; la presenza di sostanze liquide, solide e gassose produce lesioni di vario tipo, tanto temporanee quanto definitive; l’esposizione ai gas può risultare cancerogena, perché il corpo umano li metabolizza sotto forma di cianuro. Quanto a quest’ultimo aspetto, il Cs «ha gli stessi effetti degli idrocarburi policiclici aromatici»; contiene, inoltre, «un anti-agglomerante a base di silicone, perché si nebulizzi quando viene sparato». La conseguenza, spiega il professor Zucchetti, è che «si deposita al suolo e rimane attivo per giorni e in un ambiente polveroso va in sospensione, per cui si continua a respirare il materiale anche a distanza di tempo».

«Per sgomberare mille persone, domenica ne sono stati sparati almeno 500», dice ancora Zucchetti, «e altrettanti prima». Il che significa generare il rischio di esporre i manifestanti – e gli agenti, non tutti dotati di maschere antigas – a danni permanenti, se si tiene conto che «ogni lacrimogeno crea una nuvola di 6 metri di diametro e che nel centro della nube la concentrazione è di 2.500 milligrammi a metro cubo – [appena, ndr] cinque volte al di sotto della concentrazione letale che crea un danno del 50% ai polmoni». Se i gas colpiscono le cellule germinali, inoltre, «oltre che un tumore è possibile avere anche figli malformati».

In attesa di un deputato o senatore di buona volontà che si prenda la briga di fare un’interrogazione parlamentare sull’uso dei gas Cs da parte delle forze dell’ordine, credo che sia essenziale diffondere la notizia (magari, eventualmente tappandosi il naso, anche mandando un’e-mail ai propri “rappresentanti” in Parlamento).

>>> L’immagine, tratta da Wikipedia, si riferisce al G8 di Genova, del quale si celebra questo mese il decennale. Da allora a oggi il «mondo migliore possibile», sognato dalle tante e dai tanti scesi in piazza contro i signori del liberismo e della guerra, è ancora tutto da costruire, ma molti movimenti, come quello No Tav, si sono radicati e hanno offerto esempi concreti di partecipazione e democrazia.
L’autore della foto è Ares Ferrari e la riproduzione è libera, nel rispetto della licenza di pubblicazione.

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