Domenica 18, Valle d’Aosta: il referendum contro il pirogassificatore

Quello di domenica 18 novembre 2012 in Valle d’Aosta è stato il primo referendum propositivo della storia d’Italia a raggiungere il quorum (48,92%, era necessario il 45). Lo strumento, molto utilizzato in altri Paesi europei, in Italia esiste solo in Valle d’Aosta e nella provincia di Bolzano.

Argomento della consultazione popolare era il trattamento dei rifiuti prodotti nella regione. La vittoria dei «» (con il 94,02% delle preferenze) mette al bando i sistemi di smaltimento a caldo (si veda il quesito referendario) e il pirogassificatore che la presente amministrazione prevedeva di costruire a Brissogne, alle porte d’Aosta, non sarà più realizzato.

Qui sotto raccolgo alcuni articoli, pubblicati sul blog e altrove, durante la campagna referendaria e subito dopo la vittoria.

Siti:

Comitato per il Sì
ValleVirtuosa

Dalla rete:

E adesso, valdostanti, state attenti a quello che fate (di Stefano Montanari).
Help!
(dal blog Patuasia).
La sua e la nostra battaglia
(dal blog Patuasia).
Lettera di una professoressa
(di Daria Pulz).
Decalogo e alternative
(dal sito di ValleVirtuosa).
Il documentario ufficiale di ValleVirtuosa (video).
Il dottor Montanari e Fabrizio Roscio sui rischi e la dannosità del pirogassificatore (video).
Come trattare i valdostani da buoi e governare felici (di Stefano Montanari).
Irresponsabili e manipolatori
(dal blog Patuasia).
Oscurantismo
(dal blog Patuasia).
Rifiuti, anche la Valle d’Aosta è pur sempre Italia (dal Fatto Quotidiano).

In questo blog:

Di fretta.
Lettera al Presidente della Repubblica sull’invito all’astensione al referendum di domenica.
Referendum: Non siamo burattini
.
Per chi dice che al fuoco non c’è alternativa…
.
Sarei disposto a votare Union
.
La Dichiarazione dei Diritti sbagliati – gioco (senza premi)
.
Se iniziano a muoversi le persone
.
Senza pudore
.
La Costituzione non legittima il “non voto”
.
Un “respiro” di sollievo
.
Aspettando la decisione del Tribunale di Aosta (un commento di Stefano Montanari)
.
Non ci vogliono proprio lasciare esprimere
.
Ho il diritto di chiedervelo
.
Sporchi da morire – Valle d’Aosta, 19 e 20 ottobre
.

Pubblicato in Le Colonne d'Ercole (di Pont-St-Martin), Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura), Piazzetta della cittadinanza attiva, Strane cose accadono in Italia | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Domenica 18, Valle d’Aosta: il referendum contro il pirogassificatore

La guerra uccide, punto


Ancora
non ci si riesce a mettere d’accordo neppure su questo: la guerra uccide.

Ieri, 4 novembre, per l’Italia era l’anniversario della fine di quella pazzia che fu la prima guerra mondiale. Milioni di morti, soprattutto sul campo di battaglia. La seconda guerra mondiale avrebbe portato la morte in mezzo alle città e alle case.  Le guerre contemporanee vedono i Paesi ricchi far piovere la morte dal cielo su militari e civili indifferentemente, evitando così di turbare le proprie opinioni pubbliche con troppe vittime proprie.

Oggi gli eserciti dei Paesi sedicenti democratici non fanno più la guerra: portano la morte con missioni “di pace”, o “umanitarie”. E per difendere la pace servono i nuovi caccia bombardieri F-35. La “pace” uccide, allora, e neppure su questo ci si mette d’accordo.

4 novembre, dicevo, anniversario della fine della prima guerra mondiale e – quindi!Festa delle Forze Armate. Ammesso e non concesso che le forze armate siano (anche) qualcosa di diverso dallo strumento con cui si fa la guerra, e che dunque meritino di essere festeggiate, che senso ha continuare a considerare il 4 novembre 1918 come la data della vittoria, quando dovrebbe semplicemente esprimere il sollievo per la fine di una sciagura?

E perché festeggiare la Repubblica, il 2 giugno, con una parata militare, se le forze armate hanno già la loro festa?

Mi fermo qui perché davvero non ho tempo. Ripubblico di seguito questi versi (miei), tratti dal blog ZiaPoe, anche se mi pare di averli già postati in queste pagine.

4 novembre

Armate le Forze armate, cui date
di costruttrici della pace il nome,
il volto, ma non il ruolo. Dall’alto
d’un bombardiere in volo ci osservate,
piccini come file di formiche,
sganciando sul nostro capo le bombe,
nel nome del diritto del comando,
brutto rovescio di democrazia.

[Mario Badino]

>>> L’immagine di questo articolo è di Danilo Cavallo (disegno) e Paolo Rey (fotomontaggio).

Pubblicato in La Biblioteca di Babele, Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura) | Commenti disabilitati su La guerra uccide, punto

La Dichiarazione dei diritti sbagliati – gioco (senza premi)


I cartelloni che invitano a non andare a votare, se abitate in Valle d’Aosta, li avete visti anche voi. Il 18 novembre si terrà il referendum regionale contro il pirogassificatore. Chi sostiene l’impianto di incenerimento non invita a votare No, invita ad astenersi. «Andate al mare», si sarebbe detto (scritto) in altre regioni e in altre stagioni.

Qui a fianco pubblico uno dei manifesti. La foto è stata fatta col buio ed è un po’ scura, ma del resto la luce del sole non migliorerebbe in alcun modo le cose.

Hanno scritto: «Non andare a votare in democrazia è un diritto». E a firmare quest’invito alla non partecipazione sono i partiti della maggioranza regionale di governo: Union Valdôtaine, Stella Alpina, Fédération Autonomiste e Popolo della Libertà, quelli che più di ogni altro, in virtù dei ruoli che rivestono, dovrebbero dare esempio di coscienza civica.

E allora facciamo un gioco. Fingiamo, per un istante, di essere d’accordo con loro: «non votare è un diritto». E proviamo a inventarci altri «diritti» dei del cittadino. Solo, scegliamoli dello stesso tipo, ovvero scegliamo i “non-diritti”, cioè quegli atteggiamenti e quei comportamenti che alla fine ci privano di qualcosa, che sia la nostra partecipazione, la libertà o la salute.

Prendiamoli in giro cambiando continuamente il soggetto alla loro frase e smontando la consistenza delle loro “argomentazioni”.

Facciamoli sprofondare nel ridicolo.

Inizio io, ma chiunque può partecipare postando nuove frasi come commento a questo post o su Facebook. Io le copierò qui sotto, fino a formare una vera e propria Dichiarazione dei diritti sbagliati.

Come prima frase, metterò naturalmente quella dei cartelloni incriminati.

PS: Per partecipare non è necessario abitare in Valle d’Aosta. Chiedo anzi esplicitamente a chi vive altrove di darci una mano a denunciare l’assurdità di un invito ufficiale al non voto.

La Dichiarazione dei diritti sbagliati
a cura dell’Assemblea Generale della Popolazione

1. «Non andare a votare in democrazia è un diritto»
2. «Lavarsene le mani in democrazia è un diritto»
3. «Non lavarsi le mani prima di mangiare in democrazia è un diritto»
4. «Non mettere la cintura di sicurezza in democrazia è un diritto»
5. «Rinunciare al diritto di sciopero in democrazia è un diritto»

Eccetera, eccetera, eccetera…

>>> Nella seconda immagine di questo articolo, Ego Perron, presidente dell’Union Valdôtaine, è immortalato dal pennello di Marc Chagall nell’atto di ricevere una copia della Dichiarazione dei Diritti sbagliati sotto i portici del palazzo regionale.

Pubblicato in Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura), Piazzetta della cittadinanza attiva, satira | Contrassegnato , , , , , | 4 commenti

Se iniziano a muoversi le persone

Copio e incollo la lettera, uscita su AostaSera, nella quale 321 mamme valdostane esprimono le loro riflessioni intorno al pirogassificatore. Oltre ad aderire idealmente, sia pure come papà, invito le interessate a sottoscrivere il testo inviando un’e-mail all’indirizzo mammepreoccupate[chiocciola]gmail.com. Quando incominciano a muoversi le persone si può cominciare a sperare.

Buona lettura.

Un gruppo di mamme preoccupate dal progetto di costruzione del pirogassificatore, chiacchierando davanti a scuola in attesa dell’uscita dei bimbi, ha deciso di prendere carta e penna e scrivere le proprie preoccupazioni da condividere con altre mamme. Il risultato è che in una settimana la lettera ha raccolto trecentoventuno (proprio 321) sottoscrizioni ma molte mamme oltre a condividerla l’hanno fatta propria e la raccolta continua. (Si può ancora sottoscriverla scrivendo a mammepreoccupate[chiocciola]gmail.com).

Vogliamo a questo punto rendere pubblica quella lettera per condividere con la maggior parte dei valdostani, mamme ma non solo, le nostre riflessioni sul pirogassificatore.

«Non siamo medici, non siamo tecnici, non siamo specialisti del settore ma siamo mamme e viviamo in Valle d’Aosta.

Da quando sono nati temiamo per la salute dei nostri bambini. Ci preoccupiamo quando cominciano ad andare al nido, quando hanno la febbre, quando vanno in bicicletta o si arrampicano in alto. Fa parte del nostro essere mamme preoccuparci per la loro salute. Alcune di noi curano i figli con l’omeopatia, altre con gli antibiotici ma quello che ci accomuna è il desiderio profondo di volerli proteggere e di permettere loro di crescere sani e sereni.

In questo periodo abbiamo sentito snocciolare dati di ogni tipo. A sostegno e contro il pirogassificatore.

Noi ne facciamo una questione di salute: esistono studi sulla nocività di impianti come questo, ma nessuno studio ha mai dimostrato la non pericolosità per la salute, soprattutto per i bambini.

Notizie di diossina nel latte materno, di metalli pesanti che si depositano nel terreno ed entrano nel ciclo alimentare, particelle ultrafini che sfuggono ai filtri ed entrano direttamente nei polmoni, nel sangue modificano il DNA ed intervenendo in maniera pesante sullo sviluppo dei corpi in crescita dei nostri figli ci allarmano. Così come ci spaventano oncologi che riferiscono di un aumento di tumori e altre malattie infantili dovute all’esposizione ad inquinanti fin da piccolissimi.

Non vogliamo e non possiamo accettare che i nostri bambini e tutti i futuri bambini valdostani possano diventare i numeri di nuovi studi. Cosa diremo loro una volta che dovessimo scoprire che la nostra scelta li ha esposti a dei rischi e ha messo in pericolo il loro futuro?

Esprimiamo quindi tutta la nostra preoccupazione e ci chiediamo se per i nostri amministratori sia davvero prioritario il problema di tutelare la salute dei loro concittadini.

Per questa ragione siamo contrarie all’impianto di pirogassificazione e chiediamo a tutte le mamme valdostane di farsi portavoce di questo messaggio».

Rosanna Bionaz
Seguono 320 firme

Pubblicato in Le Colonne d'Ercole (di Pont-St-Martin), Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura), Piazzetta della cittadinanza attiva | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su Se iniziano a muoversi le persone

Senza pudore

Vergognatevi!


Manifesti come questi in un Paese democratico, in un Paese civile non vorrei proprio vederli.

Domenica 18 novembre si vota per scongiurare il pericolo costituito dal pirogassificatore che dovrebbe smaltire – a caldo – i rifiuti valdostani.

Che si tratti di una questione di salute lo ha riconosciuto il Tribunale Ordinario della Valle d’Aosta, rigettando il ricorso «urgente» che chiedeva l’illegittimità della consultazione popolare.

Che il pirogassificatore faccia male lo hanno spiegato in tanti, ed è assolutamente facile da capire, basta VOLERSI informare, ad esempio QUI, ascoltando il dottor Stefano Montanari parlare di nanoparticelle e nanopatologie.

C’è poi la possibilità di un supplemento di informazione, partecipando a uno dei tanti incontri promossi dal Comitato per il Sì (vota «Sì» chi dice no al pirogassificatore), o magari all’evento «100 domande e 100 risposte», martedì 6 novembre alle ore 20.30 presso la sede della Cgil ad Aosta, dove tre membri del Comitato per il Sì accetteranno di farsi fare il terzo grado da quattro giornalisti.

In ogni caso, dopo essersi fatti un’idea, bisogna andare a votare, perché non si può sempre delegare le decisioni importanti a qualcun altro. Perché la frase «Non andare a votare in democrazia è un diritto», comparsa oggi sui cartelloni della vergogna, è una montatura e cozza contro l’articolo 48 della Costituzione (il voto è «dovere civico») e contro l’articolo 98 del Testo unico delle leggi elettorali, che recita:

Il pubblico ufficiale, l’incaricato di un pubblico servizio, l’esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell’esercizio di esse, si adopera a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli all’astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000.

Ma c’è di più. La vera vergogna, infatti, è l’invito al disimpegno, alla de-responsabilizzazione. Ammettiamo per un attimo che, in democrazia, astenersi dal voto sia legittimo (ma il «diritto» è votare, non astenersi): prendiamo però atto che a invitare all’astensione sono le forze politiche della locale maggioranza di governoUnion Valdôtaine, Stella Alpina, Fédération Autonomiste e Popolo della Libertà – quelle che, da sempre, presentano se stesse come «responsabili», serie e finanche istituzionali. Proprio loro invitano il cittadino a non scegliere, perché lasciar fare agli altri, in democrazia, sarebbe un «diritto»!

Possiamo allora immaginare tanti altri “diritti” un po’ particolari, che la democrazia legittimerebbe con il fatto stesso di non proibirli espressamente, ma che non si capisce in che modo andrebbero incontro all’interesse del cittadino:

«Non finire gli studi in democrazia è un diritto».

«Non cercare lavoro in democrazia è un diritto».

«Lavarsene le mani in democrazia è un diritto».

E chi più ne ha, più ne metta. Si potrebbe perfino immaginare un «Non votare in democrazia è un diritto». Ah, già, ma questo l’hanno detto sul serio…

Vergogna!

Pubblicato in Le Colonne d'Ercole (di Pont-St-Martin), Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura), Strane cose accadono in Italia | Contrassegnato , , , | 1 commento

Oscurantismo (dal blog Patuasia)

Alcune interessanti considerazioni dal blog Patuasia su certe forme di censura in atto in Valle d’Aosta e su come è possibile usare senza alcun imbarazzo due pesi e due misure nei confronti di chi invita a votare sì al referendum del 18 novembre (io, naturalmente, sono fra questi) e di chi invece propone ai cittadini di astenersi.

Oscurantismo
da Patuasia

C’è un particolare che non viene spesso ricordato e che vale la pena di rimettere in circolazione, affinché si sappia dove viviamo e chi ci amministra. Mi riferisco all’oscuramento del sito del Comitato del SÌ da parte dell’Amministrazione regionale. È stato inserito in una black-list (pure Patuasia – e anche il blog che state leggendo adesso, ndr) rendendolo inaccessibile a tutti i dipendenti dell’amministrazione pubblica. Sono esclusi anche gli utenti delle biblioteche per cui si può dire che si tratta di vera e propria censura. A prova di ciò il sito ufficiale della Regione è facilmente consultabile. Gli impiegati possono informarsi, senza distrarsi dal lavoro, sulle meraviglie del nuovo impianto, ma l’ufficialità trascura altre informazioni scomode come le tormentate storie con la magistratura di alcuni titolari degli appalti, i danni alla salute, i costi che graveranno sulle nostre tasche ecc ecc, tutte notizie che si trovano invece sul sito a costo zero http://www.vallevirtuosa.it. Nei fatti la par condicio è una bufala! Altro esempio: l’USL prende le distanze dai suoi medici oncologi che avvertono dei danni alla salute che può causare un pirogassificatore, ma non prende altrettante misure dal dottor Sudano, dipendente pubblico, che invece afferma il contrario. Che il posto nel quale viviamo sia un piccolo regime governato da ometti e donnuncole si evince anche da questi fatti. Briciole di una pagnotta ormai diventata indigesta.

Pubblicato in Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura) | Contrassegnato , , , , , , | Commenti disabilitati su Oscurantismo (dal blog Patuasia)

La Costituzione non legittima il “non voto”


Che il ricorso contro il referendum del 18 novembre avesse poche possibilità di essere accolto, l’Union Valdôtaine lo aveva intuito, tanto che questo pomeriggio – 30 ottobre – appena prima del pronunciamento del giudice Paolo De Paola, che ha confermato la legittimità della consultazione popolare, il presidente unionista Ego Perron aveva sciolto la riserva sull’indicazione di (non) voto da parte del movimento autonomista.

Come gli altri partiti di maggioranza (e con la coraggiosa eccezione di Vincenzo Caminiti, assessore comunale della Stella Alpina – adesso aspettiamo altre voci fuori dal coro, ché in tanti abbiamo figli e nipoti da tutelare), e come in occasione del referendum propositivo del 2007, l’Union Valdôtaine chiede ai cittadini valdostani di non esprimersi, di lasciare che siano gli altri a decidere per loro.

Per giustificare tale indicazione, Perron cita la Costituzione italiana («La possibilità del non voto è prevista dall’articolo 75 della Costituzione», ha spiegato) e si sbilancia fino a definire l’astensione «un’opzione pienamente democratica».

Ma cosa dice l’articolo 75 della Costituzione? Lo copincollo tal quale dal sito del Quirinale:

È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.

La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

La legge determina le modalità di attuazione del referendum.

Sia pure in un contesto diverso (l’articolo parla infatti del solo referendum abrogativo, in quanto quello propositivo esiste unicamente in Valle d’Aosta e nella provincia di Bolzano e oltretutto è stato introdotto successivamente alla stesura della Carta costituzionale), l’articolo contempla sì l’eventualità che il quorum non sia raggiunto, ma si limita a questo, guardandosi bene dal suggerire che sia legittimo ricorrere all’astensione per procurare la bocciatura di un quesito (indica insomma una possibilità di fatto, non di diritto). E tanto meno legittima l’invito a non recarsi alle urne rivolto alla popolazione da partiti con responsabilità istituzionali.

Anche per il referendum varrà allora il dettato dell’articolo 48 della Costituzione, che definisce «dovere civico» l’esercizio del voto. Del resto, ora la scelta è nelle nostre mani e prima o poi dovremo pur dimostrare, all’Union Valdôtaine e a noi stessi, di essere cittadini, non buoi.

>>> L’immagine di questo articolo raffigura Ego Perron, presidente dell’Union Valdôtaine, immortalato dal pennello di Marc Chagall nell’atto di ricevere una copia della Costituzione italiana.

Pubblicato in Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura) | Contrassegnato , , , , , , , , , , | 1 commento