Ministri senza consiglio contro il referendum sul trattamento dei rifiuti

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A quanto pare ci risiamo. Il popolo italiano si esprime contro la privatizzazione dei servizi e la politica trova lo stratagemma giusto per reintrodurla, acqua compresa, in osservanza al diktat liberista per cui tutto è merce, tutto può essere comprato e venduto.

Lo scorso 18 novembre i valdostani hanno deciso, con un referendum propositivostrumento presente solo in Valle d’Aosta e a Bolzano – che non volevano l’inceneritore imposto dalla Regione (il pirogassificatore) e hanno trasformato in legge il testo referendario, vietando qualsiasi trattamento a caldo dei rifiuti sul territorio regionale.

Oggi, a due mesi esatti dalla vittoria, il consiglio dei ministri ha deciso di impugnare la legge regionale relativa alle «nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti», perché tale legge risulterebbe in contrasto con l’articolo 117 della Costituzione e con lo Statuto speciale della Valle, che riconducono il trattamento e la gestione dei rifiuti «alla materia, di potestà legislativa esclusiva statale, della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema».

Tanto la commissione regionale che aveva valutato l’ammissibilità del referendum, quanto il tribunale della Valle d’Aosta che aveva respinto un ricorso contro il medesimo, avevano invece sostenuto che la legge proposta riguardava non la tutela dell’ambiente, ma quella della salute umana.

Per inquinare non c’è bisogno di regole, come dimostra il decreto a favore della proprietà dell’Ilva di Taranto. Per difendere l’ambiente, però, è necessario demandare tutto al centronon sia mai che i territori decidano da soli. E il popolo sovrano, se la legge regionale sarà invalidata, vedrà la propria volontà calpestata una volta di più.

È una questione di democrazia che riguarda tutt*. Che il resto d’Italia non lasci sola la Valle d’Aosta in questa battaglia per la salute e per la partecipazione!

non_voto>>> Cittadin* valdosatan*, alle elezioni politiche del 24 febbraio ricordati di votare una forza contraria al pirogassificatore, per vedere rispettata la tua volontà.

Quanto poi alle prossime regionali, ricorda, nella cabina elettorale, che certi partiti, quelli che ti invitavano a non partecipare al referendum, evidentemente non hanno affatto rinunciato all’idea di costruire il pirogassificatore. Del resto, non avevano già chiesto l’aiuto del ministro Clini?

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Il Mali, che tentazione!

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Se nel mondo conta
chi fa le guerre, che tentazione il Mali! Aiutare i francesi, del resto, è modo migliore per dimostrare il nostro europeismo. E poi che fare dei «nostri ragazzi» quando qualcuno finalmente deciderà che in Afghanistan basta così? Occorre trovare nuovi scenari, nuovi teatri di guerra in cui investire i soldi del contribuente (capita spesso di non sapere che farne, quando l’attivo del bilancio statale è così grande!), in cui (aiutare a) calpestare i diritti umani e la Costituzione italiana, mandando i soliti «addestratori», seguiti – suppongo – dal permesso di utilizzare qualche base militare per alzarsi in volo, il grembo pieno di bombe ipertecnologiche che, di vittima «collaterale» in vittima collaterale, dimostrano tutti i giorni di non potere essere «intelligenti». Del resto non siamo forse una portaerei naturale al centro del Mediterraneo? Non è la politica, è la geografia! E allora Dio lo vuole, Dio, il Tecnico Supremo.

Dov’è la Vittoria le porga la chioma, insomma: diciamolo insieme! Un brano non eccelso, ma certo più cantabile di «L’Italia ripudia la guerra».

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Se un week end di febbraio un elettore…

E se un week end di febbraio un elettore decidesse che l’unico voto utile è il voto d’alternativa alle politiche neoliberiste, che frammentare il voto è molto meglio che darlo – compattamente ma supinamente – a chi ha firmato il Fiscal Compact (ovvero tanto il PD quanto il PDL: 47 miliardi di euro all’anno di tagli per i prossimi 20 anni, mes compliments!)?

Chiedo ufficialmente a tutte e a tutti, dall’alto della mia posizione privilgiata – ah ah! (questo blog scalcagnato, ma tant’è: questo posso offire) – di pensare seriamente di votare Ingroia. Rivoluzione civile è il solo partito a presentare un programma d’alternativa credibile e completo. Leggetelo, lasciatevi tentare, divulgatelo. E poi, a febbraio, siate conseguenti con il vostro pensiero.

Una cosa sola: basta babau, basta campagne elettorali incentrate sulla figura di Berlusconi, sullo spauracchio di un suo ritorno al potere: chi ha vinto a Servizio Pubblico, lui o Travaglio? E ha fatto bene Santoro a consegnargli una platea di 9 milioni di spettatori? Ma lasciamo perdere! Quando il (poco) cavaliere è in tivù il miglior atto politico possibile è cambiare canale.

PS: Lo so, votare è una forma molto blanda di lotta. Ma un* gli strumenti che ha a disposizione li usa tutti, anche il voto. Di solito per il male minore; stavolta però il programma – che trovate qui sotto – 5 minuti del nostro tempo li vale davvero.

MANIFESTO IO CI STO (RIVOLUZIONE CIVILE)

ingroia_ImageI promotori sono espressione della società civile e della politica pulita che vuole costruire un’alternativa di governo al berlusconismo e alle scelte liberiste economiche, sociali e culturali del governo Monti.

L’alternativa di governo si costruisce con una forza riformista che ha il coraggio di un proprio progetto per uscire dalla crisi e rilanciare l’Italia finalmente liberata dalle mafie e dalla corruzione.

Abbiamo come riferimento imprescindibile la Costituzione Repubblicana, a partire dall’art. 1 secondo cui il lavoro deve essere al centro delle scelte economiche. Per noi l’Unione Europea deve diventare autonoma dai poteri finanziari con organismi istituzionali eletti dai popoli ed è fondamentale il cambiamento della Casta politica e burocratica italiana mentre lo sviluppo del mezzogiorno è l’unica scelta per unificare il Paese.

1) Vogliamo che la legalità e la solidarietà siano il cemento per la ricostruzione del Paese;

2) Vogliamo uno Stato laico, che assuma i diritti della persona e la differenza di genere come un’occasione per crescere;

3) Vogliamo una scuola pubblica che valorizzi gli insegnanti e gli studenti con l’università e la ricerca scientifica pubbliche non sottoposte al potere economico dei privati e una sanità pubblica con al centro il paziente, la prevenzione e il riconoscimento professionale del personale del settore;

4) Vogliamo una politica antimafia nuova che abbia come obiettivo ultimo non solo il contenimento, ma l’eliminazione della mafia, e la colpisca nella sua struttura finanziaria e nelle sue relazioni con gli altri poteri, a cominciare dal potere politico;

5) Vogliamo che lo sviluppo economico rispetti l’ambiente, la vita delle persone, i diritti dei lavoratori e la salute dei cittadini, e che la scelta della pace e del disarmo sia strumento politico dell’impegno dell’Italia nelle organizzazioni internazionali, per dare significato alla parola “futuro”. Vogliamo che la cultura sia il motore della rinascita del Paese;

6) Vogliamo che gli imprenditori possano sviluppare progetti, ricerca e prodotti senza essere soffocati dalla finanza, dalla burocrazia e dalle tasse;

7) Vogliamo la democrazia nei luoghi di lavoro, il ripristino del diritto al reintegro se una sentenza giudica illegittimo il licenziamento e la centralità della contrattazione collettiva nazionale;

8) Vogliamo che i partiti escano da tutti i consigli di amministrazione, a partire dalla RAI e dagli enti pubblici, e che l’informazione non sia soggetta a bavagli;

9) Vogliamo selezionare i candidati alle prossime elezioni con il criterio della competenza, del merito e del cambiamento;

10) Vogliamo che la questione morale aperta in Italia diventi una pratica comune e non si limiti alla legalità formale, mentre ci vogliono regole per l’incandidabilità dei condannati e dei rinviati a giudizio per reati gravi. Vogliamo ripristinare il falso in bilancio e una vera legge contro il conflitto di interessi ed eliminare le leggi ad personam.

Queste sono alcune delle ragioni per un governo democratico di cambiamento.

Per realizzare questi obiettivi si decide di aprire il confronto con i movimenti e le forze democratiche del Paese.

http://rivoluzionecivile.it.

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Collettivamente Memoria 2013

Solita premessa. Che ci sia bisogno di anniversari e commemorazioni dispiace, perché di certe cose sarebbe giusto (e sarebbe utile) far memoria sempre, attivamente, nel quotidiano, senza aspettare la ricorrenza ufficiale.

Ma siccome questo non accade sempre, ben venga la ricorrenza, nella fattispecie quella del 27 gennaio, Giornata della Memoria, memoria della Shoah, dello sterminio del popolo ebraico, di quello dei rom e dei sinti, degli oppositori politici, degli omosessuali, degli invalidi e dei criminali comuni nei Lager nazisti.

Come ogni anno, il blog propone il programma degli incontri di «Collettivamente Memoria», a cura di Silvia Berruto, nipote di un internato militare e giornalista contro il razzismo.

Il calendario degli incontri, pubblicato di seguito, è ancora in progress e sarà aggiornato non appena possibile.

“Collettivamente memoria 2013”
Dedicato a Italo Tibaldi e Ida Desandré deportati politici e a Anna Dati staffetta partigiana

© Progetto culturale di Silvia Berruto
Giornalisti contro il razzismo, GLOB011 Officina di informazione glocale. Con la partecipazione culturale del Comitato Regionale A.N.P.I. Valle d’Aosta

PROGRAMMA IN PROGRESS
Ospite d’onore Ida Desandré. Deportata politica a Ravensbrück, Salzgitter, Bergen-Belsen

Lunedì 21 gennaio 2013

AOSTA

Mattina dedicata alle scuole (elementari – medie inferiori)

9.10-11.10
PORRAJMOS
Proiezione di: “RAZZA IMPURA” della regista Maura Crudeli;
IL PRINCIPE E LA STREGA” cortometraggio prodotto da Parallelo 41/Arcimovie Napoli / 70° Circolo Didattico di Napoli
Riflessioni singolarmente collettive su Le parole dei Lager.
Lavori di gruppo
A cura e per la conduzione di Silvia Berruto

11.20-13.20
PORRAJMOS
Proiezione documentario: “Zigeunerlager“. Intervista a Marcello Pezzetti Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea A FORZA DI ESSERE VENTO. Lo sterminio nazista degli zingari, 2006
Editrice A
Riflessioni singolarmente collettive su le parole dei lager

“Un rom italiano ad Auschwitz”. Intervista a Mirko Levak
A FORZA DI ESSERE VENTO. Lo sterminio nazista degli zingari, 2006 Editrice A
Presentazione di Silvia Berruto
Lavori di gruppo
A cura e per la conduzione di Silvia Berruto Continua a leggere

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Ma davvero pensate…

Ma davvero pensate che se un* è incensurat*, che se non ha fatto politica nei partiti, se è nuov*, se è disposto ad abbassarsi lo stipendio di consigliere o di deputat*, se ha messo nel programma più internet per tutt*, davvero voi pensate che le altre sue idee (se le ha, quali sono) non contino per niente?

Quante persone in gamba, serie, stimabili continuano a sperare in Beppe Grillo e nei suoi 5 stelle!

Quante persone danno ragione a Grillo, che dice che l’opposizione fascismo/antifascismo è superata.

Ma quelli di CasaPound, loro, non rivendicano di essere fascisti? E dunque dove starebbe il superamento?

Ma le idee non contano? E quali sono? Stop al finanziamento pubblico dei giornali? Per favorire l’oligopolio dell’informazione? Tutt* a caccia di notizie e immagini da postare nei blog?

E chi comanda nel Movimento 5 Stelle? Quel Grillo che neppure si candida e dunque non avrà la legittimazione del voto ricevuto? Oppure quel Casaleggio che si tiene dietro le quinte e non si sa quanta parte abbia nel determinare le linee del partito?

E non c’è un vago sapore di business in tutto questo?

A me Grillo piaceva. Come comico mi faceva ridere tantissimo. Come comico impegnato era interessante. Come capopopolo non so che accidenti farmene.

Ricordo uno spettacolo al quale ho assistito a Milano. Da poco, in città, c’erano stati disordini presso la comunità cinese. La mia compagna e io siamo stati forse le uniche mosche bianche a non ridere alle battute razziste di Grillo sui cinesi.

Perciò.

Va bene che Berlusconi è il demonio, va bene che Monti è anche peggio, va bene che Bersani non va bene… Ma ci dobbiamo pigliare pure questo?

Qui sottoper chi non lo avesse già visto – il video integrale in cui Grillo apre a CasaPound. Certo, non dice di essere fascista. Ma dice che non avrebbe problemi a candidare quelli di CasaPound, se incensurati. E dice che le loro regole sono in parte condivisibili. E dispensa consigli…

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Anvedi, oh!

Tempo – l’ho detto altre volte – non ce n’è. E poi sono stanco. Però come si fa a pensare che sia normale quello che succede in giro? Il neo-candidato Berlusconi. Il nuovo patto Pdl-Lega. Il nuovo centro-sinistra che sogna di eticizzare la finanza. Che sogna. E in mezzo a tutti un movimento che non si sa che vuole, che mette le stelle nel simbolo come lo sceriffo del far west, che – Grillo dixit – candiderebbe anche uno di CasaPound se avesse i requisiti (fedina penale immacolata, nessuna militanza partitica – le idee dopotutto che contano?). E il movimento 5 stelle andrà in Parlamento – lo dicono tutti. E forse ci andrà perché lo dicono tutti. E io mi ritroverò a votare il meno peggio, ancora una volta. Guardo alla lista di Ingroia, perché trovo condivisibile il suo programma, ma senza entusiasmo, perché non so quanto credo alla bontà delle intenzioni.

Per quello che conta: 5 minuti in cabina elettorale sono una battaglia da poco, ma che almeno porta via poco tempo.

La lotta è altra, in ogni caso: è quotidiana. In società, in famiglia, sul posto di lavoro. Che almeno ce l’ho, il lavoro. Non avrò la pensione e rifiuto di farne una integrativa: perché dovrebbero usare i miei soldi per puntarli in borsa, se io rifiuto di giocare in borsa di mio? È la borsa o la vita, ma cambiare dovrebbe essere possibile. C’è chi ci prova, almeno, io forse neppure tanto. C’è chi inventa reti di accoglienza, di assistenza, di autoaiuto, di promozione culturale. C’è tanto da fare e da pensare.

Per formazione, più che per abitudine, a fine febbraio mi recherò al seggio e farò la mia croce sopra il simbolo del partito più a sinistra che trovo. In Valle d’Aosta, poi, proprio non so cosa trovo. Del resto, che Ingroia sia la rivoluzione…

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Quale programma politico per affrontare la crisi

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Ricevo
da Alexandre Glarey e pubblico più che volentieri.

Questo blog non ha un carattere strettamente locale, ma credo che quanto succede nell’ambito territoriale (l’appello che trovate di seguito è sulle prossime elezioni politiche, con riferimento alla Valle d’Aosta) sia spesso trasferibile ad altri ambiti e territori.

E di incertezza, nella sinistra italiana che non si arrende allo svuotamento dei valori e dei programmi e che si ostina a essere sinistraossia alternativa al sistema del mercato e dei padroni del vapore – mi sembra ce ne sia molta.

Siccome di questa sinistra faccio parte anch’io, davvero vorrei che si ponesse l’accento sui programmi, sulle ricette alternative a quelle di Berlusconi-Bersani-Monti (propongo un gioco da Settimana Enigmistica: scoprite le differenze tra i tre in politica economica), su come ripensare il modello per uscire dalla crisi e soprattutto dal sistema dell’ingiustizia economica e sociale, della devastazione ambientale.

Perché il confiltto sociale, comunque lo si voglia mettere, non è finito: solo che lo stanno facendo i padroni (e con che energia) a danno di tutti gli altri.

Appello in vista delle elezioni politiche
di Alexandre Glarey.

Il 24 febbraio si vota per rinnovare il Parlamento. Per molti valdostani, le elezioni che contano saranno quelle di maggio, per il Consiglio regionale.

In questa situazione sarebbe, invece, importante scegliere un programma politico che dia una risposta corretta alle crisi – economiche, ambientali e politiche – che ci stanno colpendo, e quindi individuare i rappresentanti più adeguati a realizzarlo.

Eppure, nel Centrosinistra valdostano stenta a decollare un confronto pubblico.

Paradossalmente, più si allarga il centrosinistra, Continua a leggere

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