Quale programma politico per affrontare la crisi

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Ricevo
da Alexandre Glarey e pubblico più che volentieri.

Questo blog non ha un carattere strettamente locale, ma credo che quanto succede nell’ambito territoriale (l’appello che trovate di seguito è sulle prossime elezioni politiche, con riferimento alla Valle d’Aosta) sia spesso trasferibile ad altri ambiti e territori.

E di incertezza, nella sinistra italiana che non si arrende allo svuotamento dei valori e dei programmi e che si ostina a essere sinistraossia alternativa al sistema del mercato e dei padroni del vapore – mi sembra ce ne sia molta.

Siccome di questa sinistra faccio parte anch’io, davvero vorrei che si ponesse l’accento sui programmi, sulle ricette alternative a quelle di Berlusconi-Bersani-Monti (propongo un gioco da Settimana Enigmistica: scoprite le differenze tra i tre in politica economica), su come ripensare il modello per uscire dalla crisi e soprattutto dal sistema dell’ingiustizia economica e sociale, della devastazione ambientale.

Perché il confiltto sociale, comunque lo si voglia mettere, non è finito: solo che lo stanno facendo i padroni (e con che energia) a danno di tutti gli altri.

Appello in vista delle elezioni politiche
di Alexandre Glarey.

Il 24 febbraio si vota per rinnovare il Parlamento. Per molti valdostani, le elezioni che contano saranno quelle di maggio, per il Consiglio regionale.

In questa situazione sarebbe, invece, importante scegliere un programma politico che dia una risposta corretta alle crisi – economiche, ambientali e politiche – che ci stanno colpendo, e quindi individuare i rappresentanti più adeguati a realizzarlo.

Eppure, nel Centrosinistra valdostano stenta a decollare un confronto pubblico.

Paradossalmente, più si allarga il centrosinistra, o, meglio, l’opposizione al sistema di governo rollandiniano, e meno i suoi leader paiono sentire la necessità di un percorso condiviso con cittadini e società civile.

E sì che c’è un desiderio di partecipazione, come testimoniato dal referendum sul pirogassificatore che ha confermato l’impegno dei vittoriosi referendum sull’acqua pubblica e sul nucleare. Un attivismo testimoniato anche dai numerosi comitati sorti a difesa di beni comuni, come i trasporti o luoghi da difendere da interventi speculativi.

Nello stesso senso va vista la partecipazione alle primarie della coalizione nazionale.

Una vera forza per il cambiamento, che spesso non si limita a chiedere un’alternanza degli uomini al potere, ma una vera alternativa nei comportamenti e negli obiettivi da perseguire.

Chi vince le elezioni regionali, se trascura il quadro nazionale, regnerà sulle macerie.

Il governo Berlusconi e anche quello Monti hanno infatti promosso un forte neo-centralismo, oltre a lasciare campo libero ai poteri forti, come le banche e i grandi gruppi industriali e finanziari.

Qualcuno spera che l’attuale tendenza a tagliare i fondi delle regioni speciali, fermerà le sciagurate politiche clientelari dell’Union, ma non è così: si continua, infatti, a privilegiare lo spreco, tagliando i trasferimenti alle autonomie locali o a servizi essenziali e mantenendo follie come l’aeroporto.

La Valle d’Aosta rischia di essere travolta. Non solo i privilegi, ma anche quel bene comune fatto dalla possibilità – in passato poco utilizzata – di darsi buone leggi, più adeguate alla propria realtà.

Di fronte a queste sfide, pare opportuno che dopo questo primo momento di riflessione interno ai partiti, il confronto si estenda per arricchirsi e legittimarsi. Prima sui contenuti e subito dopo sui nomi dei due candidati.

Sicuramente nessuno dirà che il tempo stringe, dato che le liste vanno presentate entro il 21 gennaio. Sarebbe, infatti, come ammettere di non essere stati nemmeno in grado di gestire il processo elettorale (lo scioglimento delle camere è stato tutto, tranne che una sorpresa) o, peggio, di farsi dettare i tempi, dall’attesa per avvenimenti esterni come l’ultima scissione unionista.

Anche grazie alla tecnologia, la partecipazione attiva è ancora possibile. Basta una piattaforma dove caricare ogni informazione e aprire il dibattitto, per poi tirarne le conclusioni in assemblea.

Diversamente, saremmo l’unica regione d’Italia in cui non si sono tenute le primarie – salvo i grillini e le loro parlamentarie telematiche. Fatto grave, se in più si considera che il nostro sistema elettorale – collegio uninominale, con due soli eletti – già concede una limitata capacità di scelta al cittadino, rispetto al resto degli italiani.

Per rompere il ghiaccio, comincio da subito con qualche contributo al dibattitto.

Sui contenuti: la ferrovia elettrificata, il blocco del raddoppio del Tunnel del Bianco e in generale un freno alle grandi opere, una disciplina pià sensata in materia di aeroporti, che ponga fine allo sperpero di risorse come ora avviene ad Aosta, fondi a scuole e università, taglio delle spese militari (gli F 35, per intenderci), maggiore cura per ambiente, salute e paesaggio, beni non sacrificabili per gli interessi economici, salvaguardia dei comuni, anche di quelli piccoli, come unità di base della democrazia, recupero al pubblico della Cassa depositi e prestiti, l’applicazione del referendum sull’acqua pubblica, una riforma delle pensioni che riduca l’età pensionabile e promuova il ricambio generazionale, un’imposizione fiscale equa ed efficace (estesa ai patrimoni e alle rendite finanziarie nonché alle proprietà ecclesiastiche); il potenziamento degli interventi a sostegno delle fasce più deboli e dei presidi dello stato sociale; il ripristino delle tutele fondamentali del lavoro e dei lavoratori; sostegno all’associazionismo e alla libera circolazione di saperi e informazione, il pieno riconoscimento dei diritti civili degli individui e delle coppie a prescindere dal genere e l’accesso alla cittadinanza per tutti i nati in Italia, una reale azione di contrasto dell’evasione fiscale, delle mafie e della corruzione; l’abrogazione delle leggi ad personam; la previsione di un tetto massimo per i compensi pubblici e privati; e tutto quanto altri sapranno dire, come punto di partenza, per unirci.

Rispetto ai candidati, è presto detto: Non basta essere onesti o nuovi; la moralità è una condizione necessaria, ma non sufficiente.

Alexandre Glarey

>>> In un prossimo post contribuirò anch’io al dibattito, aggiungendo qualche punto al programma. Inutile dire che è possibile dire la propria commentando qui sotto. Il blog si riserva di mettere in evidenza gli interventi con ulteriori articoli. L’importante, comunque, è che la discussione decolli – qui o altrove.

>>> L’immagine di questo articolo vuole stigmatizzare l’appiattimento di certa sedicente sinistra sul penisiero unico liberista.

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