
Forse un po’ di getto, non sufficientemente ragionato.
Quando qualche politico propone l’Apartheid, magari in versione ridotta (un vagone di metropolitana riservato agli autoctoni, ad esempio, o qualche trovata della medesima bassa lega) o garantisce che l’Italia non sarà mai un Paese multietnico, questo qualcuno dimostra di essere il cialtrone ignorante e razzista che è. Cialtrone, perché ogni scusa è buona per compiacere un elettorato sempre più assetato del sangue altrui. Razzista, perché divide l’umanità fra un «noi» e un «loro». Ignorante, perché non conosce (o forse disconosce volontariamente) secoli di storia, la storia di un Paese, e, prima, di un insieme di popoli e città che hanno avuto infinite occasioni d’incontro e di scambio e che da 148 anni percorrono una strada comune, nel bene e naturalmente nel male, attraverso una sorte fatta di benessere recente, ma anche d’immigrazione, guerre mondiali, dittatura e una costante distanza del potere dai cittadini. Un’Italia che ha avuto i propri momenti più alti proprio nell’intrecciarsi delle popolazioni, delle provenienze, dei linguaggi, Continua a leggere→