Finiti i festeggiamenti per l’anniversario del
blog e prima di buttarmi a capofitto nel vivo del confronto pre-elettorale,
traggo un respiro profondo e ne approfitto per pubblicare un nuovo testo nella
Biblioteca di Babele.
Per la prima volta, si tratta di un libro-libro (50
pagine in formato word) e ciò che mi fa veramente piacere è che si tratta di
un’opera altrui, il che significa che la Biblioteca comincia a ospitare voci diverse.
Il
titolo del libro, una commedia, è Sette mondi, l’autore è Andrea Cogerino,
giovane scrittore originario di Rubiana (Val di Susa), che vive e lavora a
Torino. Quella che segue è una piccola recensione in forma di dialogo
(delirante) a causa dell’intromissione dell’Autore, che deve sempre dire la
sua.
Il libro è scaricabile gratuitamente e, come al solito, è protetto da una licenza Creative
Commons.
MARIO BADINO. Ho letto Sette mondi tutto
d’un fiato e a tutti consiglio la fruizione di questo splendido romanzo di
formazione, che…
ANDREA COGERINO. Che cazzo dici, non è un
romanzo, è una commedia.
M. Di questa splendida commedia, che…
A. Anzi, potremmo definirlo un percorso, un
viaggio: ecco, sì, un viaggio iniziatico.
M. Ma smettila d’interrompermi, sembri
il Gran Cerimoniere!
PASSANTE: Chi sembra? Che stai dicendo? Non si
capisce nulla!
M. Occhèi, comincio da capo, ma statemi
a sentire: Sette mondi è una commedia molto interessante, tutta incentrata
sulla vicenda interiore di un giovane che, ovviamente, è in cerca di sé, o
anche del senso (che poi forse in fondo è la stessa cosa). Il suo percorso lo
porterà, attraverso alcune prove, a conoscere qualcosa della vita e della
propria natura.
A.
Detta così è una palla.
M.
Perché non consideri il Gran Cerimoniere, che ha il compito d’interrompere la
vicenda e costruirne la trama direttamente in scena, chiedendo anche, talvolta,
l’aiuto del pubblico. L’espediente non è nuovo (la tradizione è lunga, da
Pirandello a Gerry Scotti), ma è efficace.
Ma mi raccomando: ricordate
perfettamente, e pensate intensamente, questa frase da dire, e, al momento
debito, trasmettetela… ehm, “telepaticamente”, siamo pur sempre in un genere di
commedia “particolare”, oserei dire “new age”…, telepaticamente, dicevo, con
tutte le vostre forze, al giovane: chissà che non riusciamo a incidere su
quella realtà di finzione, a modificare il corso degli eventi… Ok, andiamo, mi
raccomando… (Punta il telecomando…)
La maestria dell’autore sta nella capacità di
cucire assieme “pezzi” linguistici diversi, apparentemente a caso, disponendoli
alla fine secondo un disegno (non necessariamente predeterminato!), come le
tessere di un mosaico. Alle prese con una lingua composita, tutta inflessioni,
e succube della capacità affabulatoria dei personaggi, il lettore (o lo
spettatore) della commedia si domanda quale sia il vero significato delle
parole: riconducibili forse a un
pretesto per dire o, almeno inizialmente, a un modo per salvarsi la pelle. Ma
in Cogerino la parola diventa la forza creatrice di un mondo, anzi, di sette
mondi diversi, tutti molto simili al nostro. E la parola è volta a volta
introspezione, capacità d’analisi o, anche, semplice burla; vale a «far danzare
il suono, a giuocare con le parole, a creare formule magiche». Dire, o
piuttosto alludere: è questa l’arte di cui l’autore è maestro, al punto di mettere
in scena, del mondo, gli estremi opposti, dalle profondità dell’animo ai
sentimenti più volgari, il principale dei quali è il bisogno di protagonismo,
tipico della nostra società, assolutamente degno di un salotto televisivo.
Sette sono dunque i mondi, tutti abitati
da personaggi fantastici: la tigre, la signora delle acque, il diavoletto, la
fatina…
A. Aò, ma sei scemo? Che lle dài a ffà
tutte ‘st’anticipazzioni, che poi nun la legge ppiù nessuno!
M. Ma la favola è solo un pretesto per un’analisi
penetrante, attenta a temi oggi centrali anche nel dibattito politico, come ad
esempio il conflitto tra maschile e femminile. Se in un primo momento la
questione è risolta con una battuta («Sii omo, ma impara sempre dalle donne»,
sentenzia una Dea in un romanesco improbabile), più avanti l’autore fa dire a
una giovane donna, che viene a trovarsi faccia a faccia col diavolo:
Ehi,
piano con le parole! Se davvero sono la tua regina… ehm… devi avere più
rispetto per me, ecco! E per le “femmine”, come dici tu, in generale. Forse in
questo mondo di diavoli conoscete solamente il principio maschile, l’elemento
dinamico e distruttivo; ma non crediate di essere gli unici al mondo.
Ogni
atto della commedia, infine, è introdotto dai versi di un cantautore, in
un’ideale colonna sonora: Battiato, Capossela, Dalla, De André, De Gregori,
Guccini, Venditti. Le parole per musica hanno il compito di immettere
nell’atmosfera della nuova scena, in un continuo rimando metaletterario, estremamente studiato, cui nulla può essere aggiunto, o tolto.
A. A
proposito… Se c’è un buco dove manca una citazione mettiamone una da Paolo
Conte, che me lo son scordato… L’uomo camion, ad esempio. «Ma
un uomo-camion vive ancora in me /
ancora mille strade ti aprirà / in
questo oceano di attimi sarà / qui
per te, qui per te. / Un
uomo-camion che ti porterà / tra
notti e ghiacci ti dondolerà / e
la sua radiolina suonerà / qui
per te – e – e – e – e – e…».
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Ma guarda che coincidenza! proprio ieri sera ho imparato il ritornello di… “uomo camion” di Paolo Conte!!
Non vedo l’ora di leggere dunque questo romanzo, Mario, ehm, commedia…
Il titolo sembra promettente “Sette mondi”…
Boh, vedremo…
Te faccio sapé
Un abbraccio intanto, e Grazie!
Gordon McCoen
Carissimo Gordon, a volte le coincidenze sono proprio incredibili! Famme sapé
ciao, non vedo l’ora di ritrovare l’amico andrea nelle parole di questo romanzo/commedia dal titolo avventuroso
Scaricalo pure, allora, e buona lettura… Si tratta di una delle migliori commedie di questo grande autore… Se t’interessa fare un commento dopo la lettura, il blog lo utilizzerà come recensione…
…bueno bueno, mi butto in apnea fra le righe del coje, all’emersione un commento…besos