Votare è un dovere. Non votare è un favore


Ho già spiegato altrove perché considero democraticamente inopportuno chiamare la cittadinanza all’astensione dal voto referendario del prossimo 18 novembre.

Un pirogassificatore non è una cosa da niente e tutti noi dovremmo prenderci la responsabilità delle nostre posizioni, sia che siamo a favore, sia che siamo contro.

Un referendum può essere vinto da una parte o dall’altra. Occorre impegnarsi. Brigare per impedire il raggiungimento del quorum è una cosa diversa, un mezzuccio, ed equivale a giocare sporco.

Voglio aggiungere che votare è un dovere. E non capisco come si possa invitare pubblicamente a non adempiere al proprio dovere senza che nessuno sanzioni questo comportamento come anti-civico o più semplicemente illegale. Dice la Costituzione italiana, al secondo comma dell’articolo 48:

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

«Dovere civico», non l’ho inventato io.

«Libero». Anche dai condizionamenti di chi da anni è identificato con le istituzioni regionali?

«Segreto». Ma come potrà essere segreto il voto di chi si recherà alle urne, se quelli a favore del pirogassificatore non andranno a votare? Per sapere chi ha votato «Sì» contro l’inceneritore mascherato, sarà sufficiente sapere chi sarà andato a votare.

Domenica 18 novembre vai a votare per affermare il tuo diritto di scelta e di partecipazione. Dimostriamo – per una volta – di non essere burattini mossi dall’alto.

>>> Leggi anche l’articolo Vergogna.

>>> L’immagine d’apertura è il titolo grande della prima pagina della Gazzetta Matin di questa settimana.

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