Venezia: una pessima pubblicità

 Venezia
 Come si fa a stargli dietro? Ne fanno una e ne hanno già pronte altre cento.
 La ricordate ancora l’«emergenza nazionale» della scorsa estate? Allora sembrava che prendere le impronte ai rom avrebbe risolto tutti i problemi d’Italia. Quest’anno, invece, l’«emergenza» pare riguardi i venditori ambulanti, cui lo Stato italiano e la provincia di Venezia hanno dichiarato guerra, dapprima nel centro del capoluogo veneto, con 138 uomini, tra militari e agenti della polizia provinciale (normalmente utilizzati per il controllo della caccia e della pesca) sguinzagliati tra i campielli e le calli in difesa dell’originalità delle griffe dalla neo-presidente della provincia, la leghista Francesca Zaccariotto, e dall’ineffabile ministro della guerra, Ignazio La Russa; in seguito, i pistoleros della Zaccariotto si sono presentati armati sulle spiagge veneziane, scatenando il fuggi fuggi tra gli ambulanti, inseguiti da forze di polizia del tutto spropositate, mentre scappavano trascinandosi dietro le loro cose avvolte in un telo. Posso ancora utilizzare la prima persona plurale per dire che sono immagini che non avremmo voluto vedere nel nostro Paese? Ho questo vizio di scrivere lettere, così ne ho inviata una, sia alla città sia alla provincia di Venezia, evitando accuratamente qualunque discorso morale (non lo capirebbero): l’ho buttata sui soldi, scrivendo agli assessorati al turismo e dicendo che quanto è accaduto costituisce «una pessima pubblicità per una terra che davvero ha vissuto momenti di maggior civiltà». Ho minacciato di non visitare mai più la zona. Insomma, di non portarci più i miei schèi (i soldi, come li chiamano da quelle parti).
 Se volete farlo anche voi, magari l’amore per il denaro potrà dove non ha potuto l’amore per il prossimo. Di seguito il testo della mia e-mail.
 
 PS: Sarebbe opportuno che qualche media ancora un po’ affezionato all’idea di un Paese democratico cominciasse a tenere un archivio, consultabile liberamente on line, di tutti i provvedimenti del governo, accostandovi magari un commento su come tali leggi o iniziative hanno cambiato il Paese. Perché la memoria corta è dalla loro parte e non dobbiamo ritrovarci, la prossima estate, a chiederci: «Ma poi cos’era successo con gli ambulanti di Venezia?».
 
 Al sindaco della città di Venezia, Massimo Cacciari
 All’assessore al turismo del comune di Venezia, Augusto Salvadori
 Alla presidente della provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto
 All’assessore al turismo della provincia di Venezia, Giorgia Andreuzza
 All’Ufficio stampa della provincia di Venezia
 
 E, per conoscenza, alla redazione del «Gazzettino» di Venezia e della «Nuova di Venezia e Mestre»

 
 Questa è una lettera di reclamo un po’ particolare, perché si riferisce a fatti che non mi hanno coinvolto in prima persona: mi riferisco alla caccia al migrante scatenata dalla presidente della provincia, signora Zaccariotto, e dal ministro della guerra, signor La Russa. Capisco che dal punto di vista legale tali azioni trovino una giustificazione nel fatto di essere dirette contro venditori di merce contraffatta, sprovvisti di licenza e, immagino, di permesso di soggiorno. Tuttavia, come cittadino e anche come potenziale turista (penso sia meglio specificarlo, dal momento che viviamo in un’epoca così mercificata da offrire maggior tutela alle griffe che agli esseri umani, ancorché “fastidiosissimi” ambulanti) sono indignato per queste scene da caccia all’uomo, col venditore costretto a fuggire, inseguito da forze di polizia del tutto sproporzionate, tirandosi dietro la propria mercanzia avvolta in un telo. L’applicazione della legge non può non tener conto di un elementare principio di umanità e credo fermamente che i custodi dell’ordine e i soldi dei contribuenti sarebbero meglio impiegati se concorressero all’integrazione degli “ultimi” della società o, al limite, al contrasto dei criminali veri. Azioni come queste sono invece inutili e anche dannose, perché contribuiscono ad alimentare il clima d’intollerabile razzismo oggi così diffuso (ad arte?) in Italia e spingono alla disperazione (e magari al crimine vero) chi non vede altre prospettive davanti a sé.
 Basta con la morale, però: temo che negli ultimi tempi certi ragionamenti non godano di particolare fortuna. Aggiungo soltanto che le scene descritte qui sopra costituiscono una pessima pubblicità per una terra che davvero ha vissuto momenti di maggior civiltà, tanto da essere apprezzata in tutto il mondo per la propria arte e cultura. Non credo che la città di Venezia, considerata nel suo complesso, possa apprezzare simili politiche, ma voglio dire che mi dispiacerebbe essere costretto a cancellare la Laguna dai posti che frequento. Credo che come me altre persone – e soprattutto altri turisti – restino disgustati da questo bel diversivo agostano.
 
 Mario Badino
 Cittadino italiano


 Nell’invitare tutte e tutti a scrivere alla provincia e alla città di Venezia, fornisco gli indirizzi e-mail pubblici, che ho trovato nei siti sitituzionali (e quelli dei giornali veneziani).
 Quelli della provincia, tuttavia, non funzionano tutti – mi sono tornate indietro alcune e-mail.
 
 NB: Negli indirizzi che seguono sostituite il simbolo * con il simbolo @
 
 turismo*provincia.venezia.it
 ufficio.stampa*provincia.venezia.it
 presidenza.provincia.venezia.it*pecveneto.it
 sindaco*comune.venezia.it
 augusto.salvadori*comune.venezia.it
 lettere*nuovavenezia.it
 redazioneweb*gazzettino.it
 denuncia*gazzettino.it
 postalettori*gazzettino.it
 nordest*gazzettino.it
 veneziacronaca*gazzettino.it
 mestrecronaca*gazzettino.it

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2 risposte a Venezia: una pessima pubblicità

  1. kilombista scrive:

    OT

    Voglio segnalare il blog Precariopoli per i contenuti schifosi e violenti.
    Il suo ultimo post aggregato sulla home page di Kilombo è agghiacciante.
    http://precariopoli.leftlab.com/…etro-i-n-chino/
    Lo segnalo sui blog dei redattori e degli iscritti senza usare la mail alla redazione per non farmi identificare conoscendo le abitudini del soggetto e del suo gruppo.
    Vi prego di farlo rimuovere dalla home page.
    Kilombista

  2. Mario scrive:

    La foto della tomba di Ichino mi scandalizza molto meno del “di costui pensiero”… Io mi ritengo non-violento, di solito sono abbastanza politicamente corretto, ma sono anche stufo di gente che, come Ichino, propone politiche economiche responsabili DAVVERO della povertà, della sofferenza e della morte di migliaia e migliaia di persone. Poi se uno spinge la critica un po’ troppo in là, passa lui per colpevole… L’impressione complessiva, comunque, guardando il blog che citi, è che s’insista un po’ troppo sulla morte, sia pure dei fascisti, mentre sarebbe meglio opporre alla filosofia della morte la filosofia della vita… Non sono d’accordo per una sospensione, in ogni caso.

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