Non ho un’immagine per questo articolo. Niente che sia conveniente.
Alexis Grigoropoulos, un ragazzo di 15 anni, è stato ucciso sabato scorso ad Atene dalla polizia greca, mentre protestava con altri ragazzi contro la riforma dell’università. A ucciderlo a colpi di pistola è stato un poliziotto. «Gli agenti sostengono», leggo sul sito di Repubblica, «che la banda abbia aggredito a sassate la loro auto durante il turno di pattuglia, ma testimoni oculari parlano soltanto di insulti dei manifestanti contro la polizia». [Approfondisci su Indymedia]
A seguito dell’omicidio, disordini e violenze per tre giorni hanno incendiato la Grecia. Intanto, i due poliziotti coinvolti nell’uccisione («a sangue freddo», secondo un testimone) sono stati arrestati e il ministro dell’Interno Prokopis Pavloupoulos ha presentato le proprie dimissioni, che il premier ha respinto. «Daremo prova di massima severità nei confronti dei responsabili», ha detto il primo ministro Costas Karamanlis ai familiari della vittima. «Ciò che è accaduto non si deve ripetere».
Cose che si dicono. Però, pensando a Genova e alle recenti vicende processuali, sentirle fa comunque piacere. Mi vergogno del mio Paese, invece. E mi viene spontaneo ricordare le letterine di Cossiga, nelle quali l’ex Presidente ha invitato la polizia italiana (nell’ordine) a reprimere con forza, a infiltrare provocatori nel movimento studentesco, a non intervenire se qualche passante resta coinvolto in disordini («meglio se donna, vecchio o bambino») per poi poter usare la violenza liberamente, contando sul favore dell’opinione pubblica.
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la grecia non è piu’ quella del 1944 quando si portavono in processione le teste dei resistenti antinaziati prima e antinglesi dopo…mi vergogno anche io essere italiano se penso acosagli sbirri nazitalioti hanno fatto a genova(immunita e promozioni ) e mi rammarico di non essere greco in questo momento
Ancora non so che cosa succederà in Grecia dopo le proteste. Sicuramente, mi vergogno del mio Paese per Genova e per ciò che è successo dopo.
Sono stato in Grecia ad Atene da poco. Sono passato dove è successo l’episodio. Ho parlato con gli ateniesi e non è, purtroppo, come sembra. La polizia e lo stato hanno cercato di infangare l’episodio dicendo che erano terroristi, che avevano molotov per giustificare un’uccisione a freddo di un ragazzino di 16 anni che, insieme ad altri, protestava per la riforma universitaria. Da lì proteste di fuoco per tre giorni che hanno devastato le principali città. Ancora oggi, quasi quotidianamente, ad Atene ci sono proteste, stavolta più pacifiche. Ma non crediate che gli altri stati siano più diversi da quello italiano. È stata la messa in onda di un video che ha messo i fatti di fronte all’evidenza e che ha fatto in modo che fossero presi provvedimenti. Ma in certi quartieri, ancora oggi si vede la polizia come all’epoca della dittatura dei colonnelli…
Del resto in Italia il ministro Brunetta (se non mi confondo con un suo collega di governo) ha dichiarato che i ragazzi dell’Onda vanno considerati per quello che sono: guerriglieri! e come tali trattati…