Potenti. Assassini inconsapevoli?

 Milano, cartoni
 Sarebbe di cattivo gusto fare una vignetta con Gelmini o Brunetta, o magari Tremonti, che alla notizia della maestra precipitata in un burrone dicono compiaciuti: «Una di meno». Sarebbe cinico e certo sarebbe sbagliato, perché sono convinto che tanto Gelmini, quanto Brunetta o Tremonti, sono sinceramente dispiaciuti per il caso di Sara Montemurro e magari (chissà) se si fossero trovati sul posto avrebbero rischiato la propria vita per scendere nel precipizio e salvare la ragazza. Perché il potere è come una lente deformante, attraverso la quale le cose appaiono confuse. O dobbiamo pensare che le varie marcegaglia si rendano davvero conto di avere davanti a sé persone in carne e ossa quando chiedono maggior flessibilità (ancora!) della forza-lavoro? Quando rifiutano pene severe per la proprietà in caso d’incidente dovuto a inadempienza della medesima? Forse i potenti, di fronte a un corpo vero e, per così dire, a tu per tu con esso, uscirebbero dalla loro prospettiva deforme e si accorgerebbero di avere a che fare con un proprio simile, che forse val bene la pena rischiare qualcosa per salvare. Così, forse, i sopra citati Gelmini, Brunetta e Tremonti scenderebbero davvero nel dirupo, per trarre in salvo la donna. Ma Gelmini, Brunetta e Tremonti sono anche le persone che di quella donna vogliono licenziare tante colleghe, gettandole in una situazione d’indigenza, di necessità, di pericolo. Si obietterà che chi perde il lavoro prima o poi ne troverà un altro (e certo un poco m’imbarazza aver scelto un caso tragico di cronaca per dare il via a queste riflessioni). E tuttavia non solo la scuola è sotto attacco, ma tutto il mondo del lavoro (quello che – nelle ore di educazione civica – costituisce le fondamenta della nostra Repubblica), mentre la distanza tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri aumenta, mandando in rovina il Belpaese. In queste condizioni un licenziato è carne da macello, manovalanza da impiegare a gusto delle imprese. E questo non è uccidere?
 Forse l’azione di una prospettiva deformante può spiegare certe contraddizioni: personaggi capaci di gettare sul lastrico decine di migliaia di propri concittadini, o magari di bombardare i “selvaggi”, qualche chilometro più in là, che poi si commuovono per le vittime di uno tsunami. Hitler che gioca col suo cane. Mi si dirà che faccio del qualunquismo, del populismo forse. Ma non sono qualunquismo i dati Ocse, e per fare populismo dovrei avere un popolo a cui rivolgermi. Una televisione.


 PS: mi prendo la LIBERTÀ di dedicare quanto scritto qui sopra al POPOLO OMONIMO, ma anche alla nostra sinistra (?!) per nulla illuminata. Temo proprio che si possa essere cattivi senza neppure farlo apposta.
 PPS: Quella nella foto è praticamente piazza Duomo, a Milano.

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2 risposte a Potenti. Assassini inconsapevoli?

  1. Eliolibre scrive:

    Guarda che si Chiama MERCEGAGLIA la leader dei Capitani coraggiosi!!!!! Per questo l’hanno fatta presidente di Cinfindustria, per loro sempre di merce si tratta, uomini o cose che siano.

  2. Mario scrive:

    Ora capisco tante cose… Del resto, si dice che i nomi son conseguenza delle cose…

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