Rilanciare la mobilitazione antimilitarista

Ricevo dall’Assemblea Permanente NO F-35 di Novara – e coscienziosamente divulgo – un interessante «breve report sulla riunione a Roma degli organismi contro la guerra, gli armamenti e le fabbriche di morte» al quale erano presenti rappresentanti dei principali movimenti antimilitaristi d’Italia aderenti alla rete nazionale «Disarmiamoli!».

La prima parte dell’incontro ha avuto per argomento «l’analisi sull’attuale fase politica, la crisi e le difficoltà attuali del movimento contro la guerra nel suo complesso».

Lontani dalla mobilitazione di massa d’inizio millennio contro la guerra in Afghanistan e in Iraq e forse anche dall’incredibile concorso di persone alla manifestazione vicentina del 17 febbraio 2007, «si è valutato che per rilanciare le iniziative antimilitariste e contro la guerra, la scadenza del 4 novembre [festa delle Forze armate, ndr] può essere una data opportuna per costruire una mobilitazione articolata, escludendo quindi una manifestazione nazionale centrale che dovrà essere preparata in un futuro prossimo».

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Se non amiamo Milingo, amiamo almeno la Costituzione?

Mi dicono: «Il cartellone su Milingo il giorno della visita del papa era una provocazione».

Certo che lo era.

Mi dicono: «Non è stato un esempio di buon gusto aver esposto il cartellone».

Dipende dai gusti, per l’appunto. E i gusti sono una cosa molto relativa.

Dimenticano che ciò che è avvenuto – da parte delle “forze dell’ordine” (di quale ordine, però?) – è stato del tutto arbitrario e illegale.

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I love Milingo

Sequestrato dalla polizia lo striscione «I love Milingo» nella libreria AltroQuando di Palermo, in occasione della visita del papa.

Non è che ami o non ami Milingo.

Certo, nonostante i dissapori che hanno portato l’ex vescovo e la Chiesa cattolica a prendere strade separate (e, da ultimo, a scomunicare il sacerdote zambiano), il cristianesimo dovrebbe essere – così ci hanno insegnato – la religione dell’amore e del perdono.

Non si capisce perciò, nonostante l’evidente intento provocatorio, per quale ragione lo striscione «I love Milingo» esposto quest’oggi, domenica 3 ottobre, presso la libreria AltroQuando di Palermo in occasione della visita di Joseph Ratzinger nel capoluogo siciliano, andasse rimosso, per di più attraverso l’intervento di numerosi agenti di polizia e uomini della digos.

Apprendo che il motivo della rimozione è stato il «ritenere offensiva una simile frase proprio nel momento in cui il corteo del pontefice sarebbe passato da corso Vittorio Emanuele». Ma offensiva perché? La provocazione è chiara, l’intento polemico pure, ma perché tutto ciò dovrebbe offendere “Sua Santità”? E, soprattutto, perché alla polizia di Stato deve interessare se il papa si sente o non si sente offeso?

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La crisi o la speranza – Appello Genova 2001-Genova 2011

Un appello che sottoscrivo in pieno e che voglio riproporre per ricordare la Genova del G8 e rivendicare il patrimonio di lotta del movimento che da Seattle in avanti cercò di opporsi alla globalizzazione liberista nel nome degli ultimi, dell’ambiente e di un mondo migliore possibile.

Un appello e un primo appuntamento, sabato 9 ottobre a Genova alle ore 11 presso il Circolo Autorità Portuale e Società del Porto di Genova.

APPELLO GENOVA 2001 – GENOVA 2011
LA CRISI O LA SPERANZA

Dieci anni fa centinaia di migliaia di persone, giovani e adulti, donne e uomini, di tutto il mondo si diedero appuntamento a Genova per denunciare i pericoli della globalizzazione neoliberista e per contestare i potenti del G8, intenti a convincere il mondo che trasformare tutto in merce avrebbe prodotto benessere per tutti.

Le persone che manifestavano a Genova erano parte di un grande movimento «per un mondo diverso possibile» diffuso in tutto il pianeta. Era nato a Seattle nel 1999 con una grande alleanza fra sindacati e movimenti sociali, e ancor prima nelle selve del Chiapas messicano. Nel gennaio 2001 si era incontrato nel grande Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre in Brasile che aveva riunito la società civile, i movimenti, le organizzazioni democratiche di tutto il mondo.

Quel movimento diceva – e ancora oggi dice – che la religione del mercato senza regole avrebbe portato al mondo più ingiustizie, più sfruttamento, più guerre, più violenza. Che avrebbe distrutto la natura, messo a rischio la possibilità di convivenza e persino la vita nel pianeta. Che non ci sarebbe stata più ricchezza per tutti ma, piuttosto, nuovi muri, fisici e culturali, tra i nord ed i sud del mondo. Non la pacificazione, conseguenza della «fine della storia», ma lo «scontro di civiltà».

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Non lasciamo solo Domenico Lopresto

Dice Roberto Saviano che il modo migliore per difendere chi, come lui, è minacciato dalla camorra è non lasciarlo solo. Occorre che si continui a parlarne, che i riflettori non si spengano.

Nel mio piccolo, vorrei ricordare quanto è accaduto martedì scorso a Domenico Lopresto, segretario provinciale dell’Unione Inquilini (U.I.) di Napoli, rimasto vittima di un’aggressione camorristica.

I fatti sono nel comunicato stampa dell’U.I., che pubblico qui sotto.

Venerdì 15 ottobre, invece, a Secondigliano, si terrà una manifestazione per la democrazia, contro la camorra, per la libera associazione dei cittadini nelle loro associazioni. Invito tutte le persone che lo potranno a partecipare; si tratta di un modo per dire no alla camorra e non lasciare solo Domenico Lopresto.

COMUNICATO STAMPA UNIONE INQUILINI
NAPOLI,  28 SETTEMBRE 2010

«QUELLA LUCE RIMANE ACCESA, SEMPRE!»

Manifestazione pubblica il 15 ottobre 2010 a Secondigliano. Ore 17:00. «Per la democrazia, contro la camorra, per la libera organizzazione dei cittadini nelle loro associazioni. La libertà è un diritto inalienabile di ogni persona umana.

Martedì 21 settembre, il Segretario Provinciale dell’Unione Inquilini – Napoli, Domenico Lopresto, nell’atto abituale di aprire la sede U.I. – Napoli Area Nord, a Mianella, è stato vigliaccamente aggredito da quattro individui d’indubbia estrazione, che lo hanno avvicinato chiamandolo per nome, lo hanno insultato, picchiato con spranghe – procurandogli ferite alla testa, alle braccia, alle gambe, alla schiena – e minacciato di morte. Finito con lui, hanno devastato la sede, rompendo, vandalizzando e rubando  tutto ciò che c’era da rubare. «Quella sede deve chiudere!». Quella luce accesa a illuminare una piazza di spaccio, quel continuo via vai di persone «non clienti», disturba il malaffare!

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L’itinerario illustrato dell’Aicram 2010

Cogne, domenica 17 ottobre, ore 8.30, Prati di Sant’Orso
IV Aicram Granparadiso «I colori del bosco»

L’itinerario illustrato

Pubblico questo itinerario illustrato per chi volesse farsi un’idea del tragitto prima di partire.
L’appuntamento con l’Aicram Granparadiso è domenica 17 ottobre, alle ore 8.30, con partenza nei prati di Sant’Orso di Cogne, in prossimità del parco giochi.

1. PARTENZA
Si parte dai prati di Sant’Orso (Cogne, 1534 m), in prossimità del campo giochi. Ci si avvia in direzione del torrente.

2. ROCCIA CON LA CROCE
Verso la fine del prato, si incontra un bivio sulla sinistra, in coincidenza di una roccia con una croce di legno. Si prende il sentiero che conduce alla parte alta del prato, verso l’Hotel Bellevue. Si compie il giro trionfale (la Marcia è a rovescio), scendendo verso il campo giochi.

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Adro: un clima di tensione quotidiana

Questa foto è opera di Luca Giarelli / CC-BY-SA 3.0.

È un clima di tensione quotidiana quello percepito ad Adro, piccolo comune del bresciano retto dall’ineffabile sindaco leghista Oscar Lancini, famoso per avere – nell’ordinevietato la mensa scolastica ai bambini i cui genitori non potevano permettersi di pagarla, agghindato con simboli leghisti la scuola intitolata a Gianfranco Miglio, uno dei “maîtres à penser” della Lega delle origini, vietato di fornire un’alternativa alla carne di maialeancora alla mensa scolastica – a meno di non dimostrare di non poterla consumare per ragioni di salute, certificato medico alla mano.

Soffiare quotidianamente sul fuoco dello scontro d’identità o di civiltà è sicuramente logorante per il tessuto sociale di una comunità. Non stupisce quindi la notizia battuta oggi, 29 settembre, da Ansa Lombardia, secondo la quale «momenti di tensione» si sono vissuti oggi «davanti alla scuola di Adro dove la referente zonale dello Spi Cgil», «Romana Gandossi, ha denunciato un’aggressione».

«La donna ha denunciato ai carabinieri di essere stata spintonata e insultata da altre donne dopo che aveva accompagnato a scuola la nipotina», continua il comunicato dell’Ansa. «Quello che è successo è colpa tua», sarebbe stato gridato contro la donna, «con riferimento alle polemiche sui simboli del Sole delle Alpi presenti nella scuola».

Su ciò che sta succedendo ad Adro, ma anche sulle persone e i gruppi che a questo clima oppongono resistenza, conto di pubblicare quanto prima una piccola inchiesta.

Sull’aggressione a Romana Gandossi, riporto di seguito la nota della Camera del Lavoro di Brescia:

L’aggressione fisica e verbale avvenuta questa mattina ad Adro alla nostra iscritta e delegata zonale dello Spi Cgil Romana Gandossi è molto grave.

L’episodio non deve essere sottovalutato ed è il segno di quanto purtroppo andiamo ripetendo da settimane rispetto al clima pesante di intimidazione che c’è nel paese franciacortino nei confronti di chi non si sottomette al verbo leghista. Fa ancora più specie e desta ancora maggiore preoccupazione il fatto che l’aggressione sia avvenuta a distanza di poche ore dalla presa di posizione pubblica del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale «ha ribadito la sua convinzione che nessun simbolo identificabile con una parte politica possa sostituire, in sedi pubbliche, quelli della nazione e dello Stato».

Da parte nostra, oltre a esprimere vicinanza a Romana Gandossi, ribadiamo il nostro impegno a proseguire la campagna contro le discriminazioni e contro l’arroganza di sindaci sceriffo convinti che la maggioranza (relativa) dei consensi sia sufficiente per fare a pezzi le regole costituzionali che invece dovrebbero essere condivise tra tutti. Le cose non stanno così, i sindaci sceriffo se ne facciano una ragione. A partire da quello di Adro.

Segreteria Camera del Lavoro di Brescia Continua a leggere

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