Rilanciare la mobilitazione antimilitarista

Ricevo dall’Assemblea Permanente NO F-35 di Novara – e coscienziosamente divulgo – un interessante «breve report sulla riunione a Roma degli organismi contro la guerra, gli armamenti e le fabbriche di morte» al quale erano presenti rappresentanti dei principali movimenti antimilitaristi d’Italia aderenti alla rete nazionale «Disarmiamoli!».

La prima parte dell’incontro ha avuto per argomento «l’analisi sull’attuale fase politica, la crisi e le difficoltà attuali del movimento contro la guerra nel suo complesso».

Lontani dalla mobilitazione di massa d’inizio millennio contro la guerra in Afghanistan e in Iraq e forse anche dall’incredibile concorso di persone alla manifestazione vicentina del 17 febbraio 2007, «si è valutato che per rilanciare le iniziative antimilitariste e contro la guerra, la scadenza del 4 novembre [festa delle Forze armate, ndr] può essere una data opportuna per costruire una mobilitazione articolata, escludendo quindi una manifestazione nazionale centrale che dovrà essere preparata in un futuro prossimo».

La proposta scaturita dall’incontro è insomma quella di «mobilitazioni interregionali, scegliendo le realtà più significative dove focalizzare le iniziative».

«I temi politici affrontati sono stati al primo punto contro la guerra, gli armamenti e le fabbriche della morte; al secondo punto i costi economici e sociali della guerra (es. 3 milioni di euro al giorno per le missioni Afghanistan oppure i 14 miliardi di euro per il progetto del caccia-bombardiere atomico F-35, ecc.)». Tematiche da riprendere nelle varie iniziative.

«Il terzo punto affrontato è stato quello contro la propaganda di regime sulla guerra (iniziative programmate nelle scuole proposte da La Russa e Gelmini a favore del militarismo in generale), contro il silenzio e le mistificazioni dei media e contro il ruolo di Finmeccanica».

«Altro tema è stato quello della necessità di dotarsi di un foglio di controinformazione i cui tempi di realizzazione saranno certamente più lunghi, mentre pensiamo di potenziare il sito Disarmiamoli! con interventi mirati».

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