Da Marchionne una lezione di storia

Secondo gli storici, l’Età moderna va dal 1492 (la “scoperta” dell’America) al 1815 (il Congresso di Vienna che ridisegna l’Europa dopo la sconfitta definitiva di Napoleone).

La prima rivoluzione industriale nasce in Inghilterra nella seconda metà del XVIII secolo, vale a dire poco prima della fine dell’età moderna.

Nella prima fase dell’industrializzazione dei Paesi occidentali diritti e conquiste dei lavoratori, semplicemente, non esistono.

Marchionne parla di «modernizzare», cioè di mettere in discussione alcune conquiste considerate irrinunciabili dalla stessa legge dello Stato (in altre parole, invita a violare la legge, ma ciò esula dal presente ragionamento). Propone/impone, quindi, il ritorno all’Età moderna (1492-1815).

Se molti oggi, in maniera purtroppo “bipartisan”, elogiano l’amministratore delegato della Fiat è perché non ricordano a sufficienza la storia.

Tra pochi minuti, nella mia città, parteciperò a un presidio nel quale inviteremo a firmare l’appello di MicroMega in favore della Fiom e dei diritti dei lavoratori.

Mi piace infatti pensare di non essere «moderno», ma «contemporaneo».

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Nazisti!!! [da Movimento antilega]

Ricevo da Movimento antilega e ripubblico. I revisionismi oltraggiano la memoria di chi è morto, chi ha sofferto, chi s’è visto rovinare la vita da gente che, al di là di ogni altra considerazione, non aveva alcun diritto di farlo.

Normalmente il “buon” revisionista reagisce a queste parole negando. Oppure contrapponendo ai crimini del nazifascismo quelli di Stalin o dell’Urss, o le immancabili foibe.

Normalmente mi adopero per cercare di convincere il “buon” revisionista dei suoi torti, ma è fiato sprecato. Se non siamo neppure d’accordo su ciò che è successo, come si fa a parlare? Di che stiamo parlando? Mancano premesse comuni intorno alle quali dialogare.

Quanto segue sarà dunque rivolto alla società civile, perché non perda o fortifichi i propri “anticorpi“, quelli che dovrebbero difenderci dall’autoritarismo e dal razzismo.

Perché quando si vogliono presentare nazisti e fascisti come «vittime» dell’antifascismo e dei partigiani, la misura è decisamente colma, ma non è detto che tutti se ne accorgano.

Infine, non pare un caso che certe “riabilitazioni”, certe “equiparazioni” vadano di moda oggi, con la peggior destra di sempre al governo…

Di seguito il testo Nazisti!!!, scritto dal Movimento antilega, che condanna la richiesta dei leghisti modenesi di una stele in commemorazione delle “vittime” nazifasciste.

Chi combatté dalla parte dell’orrore e della sopraffazione non merita targhe.

Nazisti!!!
di Movimento antilega

I leghisti si confermano per quello che sono: fascisti e nazistoidi. Dietro la camicia verde batte con forza il cuore nero come Borghezio aveva con molta chiarezza spiegato ai camerati francesi. In un periodo di pieno revisionismo, dove la memoria dei martiri del fascismo e del nazismo è spesso offesa anche da chi dovrebbe difenderla i leghisti modenesi non trovano di meglio che proporre una stele in memoria delle “vittime nazifasciste”.

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Seconda intervista a Vanni Curcio

Dopo la prima clamorosa intervista a Vanni Curcio, ecco un’appassionante Seconda intervista a Vanni Curcio.

Perché non avremmo dovuto farla, del resto?

Blog: E stavolta che fai?

Vanni: Ci vediamo sempre mentre siamo in vacanza.

B. Parlami della situazione globale.

V. Non credo sia cambiata molto dall’ultima volta che ci siamo sentiti. Forse qualche nuova riforma in più.

B. Riforme? Hanno fatto riforme?

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Padroni che sbagliano – di Alessandro Robecchi

Pubblico, con l’autorizzazione dell’autore, l’articolo Padroni che sbagliano di Alessandro Robecchi, pubblicato sul manifesto del 2 gennaio 2011.

Voi siete qui – Padroni che sbagliano

di Alessandro Robecchi

Vorrei sapere esattamente, possibilmente con dovizia di particolari, articoli, commi, disposizioni transitorie e norme certe, cosa si rischia a schierarsi con gli operai metalmeccanici della Fiom e non con don Marchionne Santo Subito.

Confesso che battersi contro un pensiero unico che va da D’Alema a Sacconi, da Fassino a Bonanni, da Chiamparino alla destra confindustriale, passando magari per Feltri e Belpietro, Angeletti, il Corriere della Sera, Pietro Ichino e altri plaudenti mette un po’ i brividi. Al fronte per la beatificazione di Marchionne mancano solo Landrù e la buonanima di Cossiga, in compenso qualcuno ha scongelato Giampaolo Pansa che alla Fiom dedica pensierini degni degli anni di piombo.

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I Teletubbies e il vilipendio al Capo dello Stato

Ieri sera, siccome mia figlia è piccola, il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica è stato sostituito da un dvd dei Teletubbies. In compenso l’ho letto sul sito del Quirinale. Non vorrei incorrere nel reato di vilipendio al Capo dello Stato dicendo che in fondo mia figlia ha fatto bene a scegliere i Teletubbies.

Questo non perché nel discorso di Napolitano non vi sia del buono. Semplicemente perché si tratta di cose già sentite, sempiterni inviti alla coesione, a fare il proprio dovere, a «sentire» l’Italia. Cose che in fondo è completamente inutile ricordare a quelli che già le mettono in pratica, e forse ancor più inutile a quelli che preferiscono pensare ai fatti loro.

C’è naturalmente qualche momento interessante, ad esempio quando il Presidente si permette (così ho inteso io) alcune critiche specifiche, ancorché velate, all’azione del peggior governo degli ultimi 150 anni. Ma ci sono anche aberrazioni, vere e proprie bestemmie antidemocratiche che però in questo «oggi» da basso impero sono diventate verità assolute nel linguaggio e certo nel pensiero di tanti sinceri democratici (e finanche Garanti della Costituzione).

Si parte da una captatio benevolentiae nei confronti dei giovani, senza entrare però nel merito della riforma dell’università appena firmata da Napolitano (e, più in generale, della riforma del lavoro e dello Stato sociale). Li si elogia, li si considera parte attiva della vita politica del Paese, ma non si spende una parola contro quelle parti sociali e istituzionali che hanno deciso che la sorte delle nuove generazioni dovrà essere precaria, attaccando duramente diritti acquisiti e condizioni di vita, a scuola come in fabbrica o al call centre.

Peggio: il Presidente insiste sul luogo comune per cui i giovani «sanno bene di non poter chiedere un futuro di certezze, magari garantite dallo Stato», non «a prezzo del trascinarsi o dell’aggravarsi di un abnorme debito pubblico» un peso che non possiamo lasciare «sulle spalle delle generazioni future senza macchiarci di una vera e propria colpa storica e morale» e bla bla bla.

«Trovare la via per abbattere il debito pubblico accumulato nei decenni; e quindi sottoporre alla più severa rassegna i capitoli della spesa pubblica corrente» diventa allora prioritario, anche per regalare un bel sorriso a Tremonti, che da piccolo voleva fare il sarto e da allora non ha mai smesso di utilizzare le forbici.

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Aggiornamenti dalla Striscia di Gaza

Sono iscritto al gruppo Google di Vittorio Arrigoni, attivista italiano per i diritti umani attualmente a Gaza in aiuto della popolazione della Striscia, vittima di un embargo illegale ma non per questo meno duro e di infiniti raid dell’esercito israeliano.

Copio e incollo l’e-mail ricevuta ieri sera (28 dicembre) con gli aggiornamenti sull’escalation delle aggressioni dell’esercito israeliano a Gaza.

A due anni dall’inizio della criminale operazione «Piombo Fuso», che vide la morte di 1400 palestinesi aggrediti dalle Forze di “Difesa” israeliane, molti osservatori sostengono che una nuova guerra contro Gaza sia solo questione di tempo.

Per il momento, fornisco queste informazioni e invito tutte e tutti a iscriversi al gruppo gestito da Vittorio.

28 dicembre 2010. Ore 22:23 locali.

Quasi a voler sfruttare il periodo delle feste di fine anno e il letargo dell’attenzione dei media verso questo lembo di terra martoriato, continua l’escalation di attacchi israeliani ai civili di Gaza.

Ieri notte navi da guerra israeliane hanno assaltato un peschereccio palestinese, mentre questo si trovava a navigare in acque legalmente riconosciute essere di Gaza. Rapito l’equipaggio di 6 pescatori, dei quali fino a ora non si ha nessuna notizia.

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27 dicembre

Il 27 dicembre 2008 lo Stato di Israele iniziava l’operazione militare «Piombo Fuso» contro la Striscia di Gaza, costata 1400 morti (la maggior parte civile, oltre la metà minorenni) e immense distruzioni. Da allora a oggi continua l’embargo, illegale, deciso unilateralmente da Israele, e continuano i raid e gli «omicidi mirati».

Sto leggendo il libro «Bocche scucite», di Nandino Capovilla e Betta Tusset, sull’occupazione israeliana dei territori palestinesi in Cisgiordania attraverso le colonie e il muro dell’apartheid.

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