I Teletubbies e il vilipendio al Capo dello Stato

Ieri sera, siccome mia figlia è piccola, il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica è stato sostituito da un dvd dei Teletubbies. In compenso l’ho letto sul sito del Quirinale. Non vorrei incorrere nel reato di vilipendio al Capo dello Stato dicendo che in fondo mia figlia ha fatto bene a scegliere i Teletubbies.

Questo non perché nel discorso di Napolitano non vi sia del buono. Semplicemente perché si tratta di cose già sentite, sempiterni inviti alla coesione, a fare il proprio dovere, a «sentire» l’Italia. Cose che in fondo è completamente inutile ricordare a quelli che già le mettono in pratica, e forse ancor più inutile a quelli che preferiscono pensare ai fatti loro.

C’è naturalmente qualche momento interessante, ad esempio quando il Presidente si permette (così ho inteso io) alcune critiche specifiche, ancorché velate, all’azione del peggior governo degli ultimi 150 anni. Ma ci sono anche aberrazioni, vere e proprie bestemmie antidemocratiche che però in questo «oggi» da basso impero sono diventate verità assolute nel linguaggio e certo nel pensiero di tanti sinceri democratici (e finanche Garanti della Costituzione).

Si parte da una captatio benevolentiae nei confronti dei giovani, senza entrare però nel merito della riforma dell’università appena firmata da Napolitano (e, più in generale, della riforma del lavoro e dello Stato sociale). Li si elogia, li si considera parte attiva della vita politica del Paese, ma non si spende una parola contro quelle parti sociali e istituzionali che hanno deciso che la sorte delle nuove generazioni dovrà essere precaria, attaccando duramente diritti acquisiti e condizioni di vita, a scuola come in fabbrica o al call centre.

Peggio: il Presidente insiste sul luogo comune per cui i giovani «sanno bene di non poter chiedere un futuro di certezze, magari garantite dallo Stato», non «a prezzo del trascinarsi o dell’aggravarsi di un abnorme debito pubblico» un peso che non possiamo lasciare «sulle spalle delle generazioni future senza macchiarci di una vera e propria colpa storica e morale» e bla bla bla.

«Trovare la via per abbattere il debito pubblico accumulato nei decenni; e quindi sottoporre alla più severa rassegna i capitoli della spesa pubblica corrente» diventa allora prioritario, anche per regalare un bel sorriso a Tremonti, che da piccolo voleva fare il sarto e da allora non ha mai smesso di utilizzare le forbici.

È forse questa la parte più vergognosa del discorso del Presidente della Repubblica, il quale aderisce alla visione unica imperante della società e dell’economia, secondo la quale lo Stato deve tagliare il welfare e accettare un nuovo ruolo dei privati nella gestione dei servizi fondamentali, “unica via possibile” per tenere i conti in regola oltre, eventualmente, alla (sacrosanta) lotta all’evasione fiscale.

Ma «trovare la via per abbattere il debito pubblico» e «sottoporre alla più severa rassegna i capitoli della spesa pubblica corrente» potrebbe e dovrebbe significare anche altro. Ad esempio, rifiutare opere pubbliche inutili, non prioritarie e impopolari come la Tav, le basi militari, il Ponte sullo Stretto di Messina, la traduzione del Talmud in italiano con 5 milioni di euro stanziati apposta dal ministero della Beata Ignoranza della sciura Gelmini, e soprattutto rinunciare a calpestare ogni giorno l’articolo 11 della Costituzione italiana facendo la guerra in Afghanistan al fianco degli Usa, o ancora stanziando molti milioni di euro per acquistare nuovi armamenti.

E invece il Capo dello Stato non perde l’occasione per elogiare quei «giovani che con grandissima consapevolezza e abnegazione fanno la loro parte nelle missioni militari in aree di crisi», probabilmente convinto della veridicità della favola bella per cui è possibile portare la pace con le armi, spegnere il fuoco con il fuoco, considerare il Presidente Obama un premio nobel per la pace.

I giovani devono poi evitare «ogni cedimento alla tentazione fuorviante e perdente del ricorso alla violenza» (evidente il riferimento allo scorso 14 dicembre), ma quello che non si capisce è perché tutti gli altri possano invece utilizzarla come vogliono.

Ammetto che sarebbe da ingenui aspettarsi chiare condanne e nomi e cognomi da parte del Capo dello Stato (non è questo il suo ruolo istituzionale, ma quando Napolitano sottolinea che non spetta a lui, bensì al Parlamento, il compito di giudicare l’operato del governo, la stessa precisazione sembra esprimere un giudizio), ma sono convinto che l’idea che il Presidente della Repubblica ha di Marchionne, di Bonanni o dei vertici della Confindustria sia tutt’altro che negativa.

Come se la violenza più forte non venisse proprio da chi occupa le poltrone più alte e spaccia per «modernismo» e «responsabilità» lo smantellare diritti e conquiste sociali al fine di favorire i padroni. A meno che per «modernismo» non s’intenda ritornare all’«età moderna», epoca che secondo gli storici ebbe termine nel 1815; di questo gli esimi signori di cui si è detto qui sopra, quelli di cui Napolitano dimentica di parlare, avrebbero certamente la «responsabilità».

>>> Sull’obbligatorietà del pensiero unico economico-sociale leggi anche l’articolo Padroni che sbagliano – di Alessandro Robecchi.

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3 risposte a I Teletubbies e il vilipendio al Capo dello Stato

  1. nicoletta scrive:

    Come spesso accade hai saputo dare voce al pensiero di tanti, me compresa! Grazie! Non ho bimbi e non avendo avuto la lucidità di infilare un dvd dei Teletubbies nel lettore (ah la saggezza dei bambini!!!) ho assistito con grande tristezza e frustrazione al pietoso teatrino di Napolitano. L’anno non è iniziato per niente bene…
    Ciao Mario.

  2. Audrey scrive:

    Mario, direi che hai iniziato il 2011 nel migliore dei modi.
    Hai scritto un gran post,, che dà, con chiarezza e lucidità, voce alle perplessità (chiamiamole così in camera caritatis) di molti di noi alle parole di Napolitano.
    Come sai, non sono mai prodiga di complimenti e più incline al mugugno (animo xeneixe :-D) ma davvero questa volta..Condivido in pieno la tua analisi.
    Un caro saluto, ed un bacino alla bimba (w i teletubbies!)
    Audrey

  3. mariobadino scrive:

    @Nicoletta: Grazie a te! Mi fa piacere sapere di non essere l’unico a pensare certe cose…
    @Audrey: Il tuo commento era effettivamente finito nella casella degli spam… Non so come sia successo, ma spero possa esserti di consolazione il fatto di essere stata “vicina di posto” di… GeorgeHattie30, ignignVes e altri 79 messaggi (o tipi) del genere! Grazie per i complimenti e, come ho detto qui sopra, fa piacere scoprire di non essere il solo “pericoloso estremista” che vede il marcio dappertutto…

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