Referendum: se questa volta non c’è il quorum, ci meritiamo tutto

Domenica 12 e lunedì 13 giugno succederà qualcosa di un po’ particolare. Per una volta, noi cittadini avremo voce in capitolo.

Qualcuno, oltre a me, si sarà accorto (magari arricciando il naso) che nella moderna concezione di democrazia l’elezione popolare equivale alla licenza assoluta, per l’eletto, di fare tutto ciò che gli passa per la testa, per tutta la durata del suo mandato, senza dover mai rendere conto a nessuno.

Quante decisioni, per buone o cattive che siano, sono prese ogni giorno sopra la testa dei cittadini, calpestandone la volontà, nella convinzione che la democrazia sia proprio questo?

Ecco, il referendum è un’eccezione. Una maniera di riappropriarsi della propria sovranità, quella che, come recita la nostra Costituzione, tanto splendida quanto bistrattata, «appartiene al popolo» (art. 1).

I quesiti referendari questa volta sono davvero importanti e infatti il governo sta facendo di tutto per far fallire l’appuntamento, a cominciare dalla scelta delle date, perché ha paura di dover accettare che la popolazione imponga scelte diverse dalle sue.

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Lettera aperta a Concita De Gregorio [da Femminismo a Sud]

Copio e incollo dal blog Femminismo a Sud.

Segue una mia poesia dal titolo «Lo straniero» (più volte pubblicata in queste pagine). La foto dell’articolo è mia.

Lettera aperta a Concita De Gregorio [da Femminismo a Sud]

Gentile direttora De Gregorio,

Il giornale che lei dirige non ci piace molto e a dirla tutta non abbiamo molto in comune neppure con lei.

Noi sappiamo che il Pd, con la legge Turco/Napolitano che istituiva i Cpt, con i suoi vari rappresentanti schierati contro gli immigrati quando venivano sollevati problemi di “sicurezza”, non ha mai fatto la differenza.

Lo sappiamo perché tanti sono stati i casi in cui sindaci sceriffi targati Pd e varie personalità vicine a quel partito hanno stabilito e applicato nei vari territori ordinanze che non erano diverse da quelle decise da colleghi leghisti.

Per il Pd, come per il centro destra, gli immigrati sono un problema di “ordine pubblico”. Sono immondizia da spazzare via dalle città. Sono persone da rinchiudere come un tempo si faceva con i matti.

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Gaza sotto le bombe

Da Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani presente a Gaza. Ho ricevuto l’e-mail alle 20.43 di giovedì 24 marzo 2011.

Carri armati, caccia f16 e droni hanno ripreso mezz’ora fa a bombardare lungo tutta la Striscia, in particolare a Nord, Beith Hanoun e Beit Layha, ma anche a Rafah e nel centro di Gaza.

3 ore fa ho acceso la mia telecamera: droni israeliani, i terrificanti “zannana” responsabili di decine di uccisioni di civili palestinesi, in volo a bassa quota sopra il porto di Gaza city.

http://www.youtube.com/watch?v=HRQTJuqxWyw

I primi 2 feriti sono stati trasportati all’ospedale al Shifa: sono civili.

Aggiornamenti costanti qui:

http://www.facebook.com/pages/Vittorio-Arrigoni/290463280451

>>> Dov’è, in questo caso, la comunità internazionale?

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Forse vedere una testa spaccata…

Forse vedere una testa spaccata può servire per cambiare idea sulla sedicente «unica democrazia del Medioriente», Israele.

Forse osservare i cadaveri può suggerire che non c’è giustificazione possibile per chi da decenni si oppone in ogni modo al raggiungimento di un accordo che fermi la carneficina.

Io il coraggio di pubblicare queste immagini non ce l’ho, probabilmente perché me ne sto bello comodo ad Aosta, tranquilla cittadina del nord Italia, e in fondo in fondo certe cose – delle quali, pure, sono perfettamente al corrente – mi sembrano impossibili.

Può pubblicarle Vittorio Arrigoni, invece, che, come attivista per i diritti umani, si trova a Gaza, alle prese con i bombardamenti israeliani.

Lo so che i “giustificazionisti” non saranno turbati da queste immagini, ma solo dal fatto che qualcuno abbia deciso di pubblicarle (parleranno di cattivo gusto, di mancanza di rispetto, di mistificazione). Per tutti gli altri, faccio mio l’avvertimento di Vittorio:

«Dinnanzi a me, qualche ora fa, il vero volto dell’occupazione israeliana.

ATTENZIONE IMMAGINI MOLTO CRUENTE, NON APRITE IL LINK SE IMPRESSIONABILI

http://guerrillaradio.iobloggo.com/2064/il-vero-volto-dell-occupazione-israeliana-attenzione-immagini-cruente

Stay Human

Vittorio Arrigoni da Gaza City».

PS: IO non giustifico assolutamente il recente attentato di Gerusalemme. Ma mi spiegate perché qualcuno dovrebbe stupirsi, dopo aver visto le immagini linkate qui sopra, se l’odio poi divampa?

>>> Petizione online per una (provocatoria?) No-Fly Zone sulla Palestina.

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Libia: così non si difendono i diritti umani

Pubblico, dal sito della Tavola della Pace, 10 tesi di Flavio Lotti, coordinatore nazionale, contro la «missione di guerra» in Libia.

Guerra di Libia
Così non si difendono i diritti umani

10 tesi sull’intervento militare
di Flavio Lotti, Coordinatore nazionale della Tavola della Pace

1. Una cosa è la Risoluzione dell’Onu, un’altra è la sua applicazione. Una cosa è difendere i diritti umani. Un’altra è scatenare una guerra.

2. La Carta dell’Onu autorizza missioni militari (art. 42), non qualsiasi missione militare.

3. L’iniziativa militare contro Gheddafi è stata assunta in fretta da un gruppo di paesi che hanno fatto addirittura a gara per stabilire chi bombardava per primo, che non ha nemmeno una strategia comune, che non ha un chiaro comando unificato ma solo una forma di coordinamento, con una coalizione internazionale che si incrina ai primi colpi e che deve già rispondere alla pesante accusa di essere andata oltre il mandato ricevuto. Si poteva iniziare in modo peggiore?

4. Da tempo si doveva intervenire in difesa dei diritti umani. Lo abbiamo chiesto ripetutamente mentre l’atteggiamento del governo italiano e della comunità internazionale e, diciamolo, di tanta parte dei responsabili della politica oscillava tra l’inerzia e le complicità con Gheddafi. Se si interveniva prima, non saremmo giunti a questo punto.

5. E ancora oggi, mentre si interviene in Libia non si dice e non si fa nulla per fermare la sanguinosa repressione delle manifestazioni in Baharein, nello Yemen e negli altri paesi del Golfo. L’Italia e l’Europa, prima di ogni altro paese e istituzione, devono mobilitare ogni risorsa disponibile a sostegno di chi si batte per la libertà e la democrazia.

6. Ricordiamo che la risoluzione dell’Onu 1973 indica due obiettivi principali: l’immediato cessate il fuoco e la fine delle violenze contro i civili. Qualunque iniziativa intrapresa in attuazione di questa risoluzione deve essere coerente con questi obiettivi. Ovvero deve spegnere l’incendio e non alimentarlo ulteriormente, deve proteggere i civili e non esporli a una nuova spirale della violenza. Continua a leggere

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Gaza sotto attacco

Ok, non è twitter, non è neppure un sms; forse quando uno non ha tempo dovrebbe evitare di pubblicare, ma non posso tacere che a Gaza è in corso un’escalation di attacchi israeliani che ha già fatto diverse vittime.

Oggi, 22 marzo, carri armati israeliani hanno aperto il fuoco contro una casa a est di Gaza City: tre morti e svariati feriti, tra cui diversi bambini.

I bombardamenti però non sono cessati e alle ore 20 locali i morti erano già 9.

Aggiornamenti QUI.

Come si combatte il terrore? In rete, una petizione per chiedere una No-fly Zone sulla Palestina. Si tratta – è ovvio – di una provocazione: ve li immaginate gli aerei di Obama o di La Russa intenti ad abbattere i caccia israeliani?

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In verità

In verità, non ho il tempo di essere dettagliato.

Ma mi sembra di ricordare dibattiti, occupazioni a scuola, dissenso, quando l’Italia partecipò alla prima guerra del Golfo, quando Saddam aveva invaso il Kuwait.

Ora siamo in guerra contro Gheddafi, l’amico di ieri; al solito, non si capisce se i nostri aerei aprono o non aprono il fuoco (che cosa sono andati a fare nel secondo caso?).

Oggi riflettevo che è un’indecenza, quando una persona (non importa, qui, chi) è costretta a stare mesi in ospedale, il fatto che non possa avere una camera tutta per lei. Che debba sopportare oltre alla malattia, ai disagi della convalescenza, anche l’affollamento.

Il che è vero a maggior ragione per le carceri, ma nei confronti di chi “ha sbagliato” non sempre ci sentiamo solidali.

Il che è vero per le aule scolastiche, ma gli ospedali incutono sempre più timore.

Mi sono detto che è un’indecenza che rinunciamo a dare una stanza singola a tutti i pazienti, non perché viva sulle nuvole (coi tempi che corrono, so benissimo che è già tanto avere le stanze che abbiamo), ma perché mi sono chiesto come vengono spesi, altrimenti, i soldi che servirebbero all’uopo.

Mi è venuta in mente la «missione di pace» in Afghanistan.

Mi sono venuti in mente i bombardamenti di Tripoli «per proteggere i civili». Mi sono venuti in mente i milioni – centinaia – regalati da chi ci governa alle scuole private, nonostante la Costituzione ne permetta l’esistenza purché non costituiscano onere per lo Stato.

Ho pensato che una stanza singola per tutti i degenti sarebbe più utile.

E classi meno numerose a scuola.

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