Oggi mi sento vicino a Monti

PERPLESSO.


Compatto sì del Senato
al governo Monti. Tutti sembrano impazzire per lui e questa sera anch’io mi sento vicino al presidente incaricato: ci uniscono il nome, che abbiamo in comune, e il fatto che ognuno di noi pensa e vorrebbe il contrario dell’altro, tanto in economia, quanto in politica.

Quelle che si dicono affinità, insomma!

E poi, chissà, magari anche a lui piace la pizza

>>> Clicca sulla mia faccia perplessa per ammirarla ingrandita.

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Taglia e ritaglia, l’Italia della Marcegaglia

EMMA MARCEGAGLIA AD AOSTA
Appuntamento di contestazione/sensibilizzazione in piazza
Lunedì 14 ore 17 – martedì 15 dalle ore 8.30

Update: L’assemblea della locale confindustria con Emma Marcegaglia è rinviata al prossimo 19 gennaio (quando la Chiesa cattolica festeggia san Mario: un riferimento a Monti?). Gli incontri di volantinaggio sono, di conseguenza, rinviati.


Visita aostana
per Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria, promotrice della filosofia dei licenziamenti facili, della contrattazione aziendale, della resa incondizionata dei sindacati al padrone e del saccheggio dei beni pubblici. Pubblico questo post per dare notizia di due iniziative di contestazione/sensibilizzazione, la prima oggi, lunedì, alle ore 17 con un volantinaggio in piazza Chanoux ad Aosta e la seconda martedì mattina, a partire dalle 8.30, ancora in piazza Chanoux, vicino al monumento all’alpino.

La filosofia padronale, così ben incarnata da Marcegaglia, Marchionne e amena compagnia, oggi trionfante con l’incoronazione di “san” Mario Monti a palazzo Chigi, deve essere rifiutata da chi abbia a cuore le sorti dello stato sociale, della parte meno agiata della popolazione, di quel sistema di diritti e contrappesi che a lungo abbiamo definito democrazia.

Tra i partiti e i movimenti organizzatori dei due appuntamenti, Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra, l’area congressuale Cgilchevogliamo, Arci Valle d’Aosta. Sicuramente dimentico qualcuno, in ogni caso i due appuntamenti sono liberi e aperti a tutti i cittadini desiderosi di ribadire che esistono alternative alla svendita del Paese e alla liquidazione della democrazia, a tutte e tutti quelli che vogliono essere almeno consultati, quando si parla del loro futuro.

Non basta che se ne vada Berlusconi, bisogna cambiare davvero!

>>> Sui due appuntamenti, oggi rinviati, leggi anche l’articolo sul sito dell’espace populaire.

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Alla fine si è dimesso

Alla fine si è dimesso. Dovrei andare a stappare una bottiglia. Almeno per il gusto di aprire una bottiglia. Ma il peggio deve venire. Teniamo gli occhi aperti.

Passa in secondo piano l’approvazione del decreto Stabilità. È stato approvato. Teniamo gli occhi aperti.

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Bini Smaghi a Hogwarts

Leggo che il banchiere Lorenzo Bini Smaghi lascia la Bce per andare a insegnare a Hogwarts, la Scuola di Magia e Stregoneria che fa da cornice alle avventure di Harry Potter. Con il cognome che porta – Smaghi – non gli sarà stato possibile resistere al richiamo. Peccato per la vecchia Europa, privata improvvisamente dell’unico strumento capace di soddisfare le richieste dei mercati: la bacchetta magica del banchiere, legno di agrifoglio, 11 pollici, anima di purissimo giglio fiorentino.

Bini Smaghi andrà a ricoprire il posto di insegnante di Difesa contro le Arti oscure, rimasto vacante dalla fine dell’ultimo semestre. Il suo insediamento sarebbe secondo molti imminente; sul noto sito dRagospia, la giornalista Rita Skeeter asserisce di averlo notato mentre si aggirava circospetto sulla banchina del binario 9 3/4 della stazione di King’s Cross, a Londra, carico di bagagli e con una gabbietta coperta da un panno con l’emblema dell’euro.

Skeeter si è anche lasciata incantare dalla possibile correlazione – poco significativa, a giudizio di chi scrive – tra il motto della scuola di Hogwarts («Draco dormiens numquam titillandus», non stuzzicare il drago che dorme) e il cognome del nuovo presidente della Banca centrale europea.

Al mago-banchiere, in ogni caso, i migliori auspici per un anno scolastico ricco di soddisfazioni.

Tornandoahimè – all’Italia e passando così dalla magia alla semplice prestidigitazione, pare che l’economista Mario Monti, neoeletto senatore a vita, abbia indossato orecchie posticce da coniglio e si prepari a saltar fuori dal cilindro di Giorgio Napolitano che, nel nome della responsabilità e della moderazione, si appresta a commissariare l’Italia per soddisfare le richieste della Bce. I folletti di guardia alle camere blindate della banca Gringott, la sede centrale della Bce, non intendono fare passi indietro circa l’obbligo di tagliare spesa pubblica e stato sociale, innalzare l’età pensionabile, privatizzare e svendere beni comuni e ricchezze nazionali, il tutto allo scopo di formulare un incantesimo risanatore del debito, da molti criticato però come misura recessiva (Petrificus totalus).

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Da Tre monti a uno solo


Ma sono io
che non capisco o c’è veramente poco da festeggiare all’idea di passare da Tre monti (Giulio) a un Monti solo (Mario)? Sarà più onesto (ci auguriamo), sarà più serio, ma è davvero un vantaggio applicare con serietà le ricette imposte dalla Bce? Siamo sicuri di fare il nostro interesse ad accontentare Francia e Germania? Ci interessa davvero sapere che cosa consiglia il Fondo monetario internazionale? Vorremo davvero i suoi aiuti (cioè nuovi debiti)?

Perché non incominciare a mettere in discussione l’intero sistem? Spiegare che i conti pubblici contano, ci mancherebbe, ma a patto di affrontarli con la dovuta gradualità? Che bisogna lottare contro gli sprechi e i privilegi, quando sono sprechi e privilegi, ma che la spesa pubblica è una cosa necessaria? Che in tanti casi tale spesa dovrebbe aumentare, non diminuire, investendo in welfare e ricerca, magari rivalutando le finalità (dovremmo decidere, ad esempio, se ci piace veramente la guerra)?

Ma no: tutti dietro al Capo dello Stato («Napolitano, salvaci tu!»), tutti dietro all’economista «serio» (ma sempre esponente dell’ideologia che ci ha portati dove siamo), tutti pronti ad accettare, nel nome della gravità del momento, della «responsabilità» e dell’«unità nazionale» (in fondo è ancora il centocinquantenario, no?) il governo dei tecnici (il commissariamento del Paese), quello delle “larghe intese” (Bersani con Vendola e Casini, Di Pietro, magari pure Alfano, peccato che la Lega si sfili, perché non provare a cooptare Berlusconi Pier Silvio?).

E la Grecia è il traguardo che ci aspetta dietro l’angolo, grazie alle cure dei suddetti medici.

>>> Servirebbe davvero una società di rating “buona”, come quella che ho inventato per scherzo, pronta a minacciare il “declassamento” delle economie e delle politiche che demoliscono lo stato sociale nel nome del mercato.

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Manuale di greco


Alla fine
mi dispiace di scrivere che stiamo finendo dritti dritti in Grecia, come tanti hanno detto; mi dispiace per la cosa in sé e mi dispiace perché sembra di parlar male della Grecia. Come l’Italia, invece, la Grecia è anzitutto vittima: di se stessa (delle proprie leadership politiche ed economiche) e delle “istituzioni canaglia” internazionali, come la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale.

Qualunque cosa sia una crisi economica in origine (voglio dire che alla base di quella attuale non ci sono elementi reali come carestie o grandinate, ma l’insano concetto che tutti gli Stati occidentali siano destinati a una crescita infinita del loro Pil – vale a dire del portafoglio dei ricchi), la crisi c’è, si sente, si tocca; ma non sarà la crisi a portarci in Grecia, bensì le ricette approntate dai soliti noti per fronteggiarla.

Un mio collega è al settimo cielo per il prossimo allontanamento di Berlusconi. Anche a me fa piacere non vedere più quel faccione a palazzo Chigi, ma so che con l’arrivo di Monti nulla cambierà. Certo, ci sarà serietà, ci sarà rigore. Nei fatti, il Paese sarà commissariato, le ricette della Banca centrale europea saranno applicate senza indugio e il nuovo premier, per la sua aura di credibilità, sarà più difficilmente attaccabile del (poco) cavaliere Bunga Bunga e procederà più spedito sulla via del risanamento dei conti, obiettivo che, se non è accompagnato dalle giuste preoccupazioni di natura etica e sociale, equivale soltanto a un’enorme macelleria sociale.

Ma alle dottrine liberiste – privatizzazioni, ovvero vendita delle ultime aziende pubbliche, cessione dei servizi fondamentali ai privati, sevndita di immobili e terreni demaniali, taglio del welfare e del pubblico impiego (con probabile decurtazione dei salari) – sembrano credere in troppi, a cominciare dal capo dello Stato.

Il mio collega è disposto a sopportare i sacrifici, data la gravità del momento. Ma crede che Monti rilancerà la crescita (totem inviolabile che però proprio i sosteniori si ingegnano a vanificare con misure evidentemente recessive), che il prossimo governo restituirà valore ai salari. In base a cosa lo crede? Come ha scritto un amico, le lacrime e il sangue saranno così ingenti che alle prossime elezioni (quando finalmente saranno) rischiamo di ritrovare in testa Berlusconi, sospinto in alto dal voto dei nostalgici.

>>> P.S. Siccome al di là del mare ci aspetta la Grecia, proviamo almeno a ripassare qualche frase, se non altro l’attualissimo kalinikta (buona notte).

 

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Pirogassificatore: Partecipazione popolare e scelte politiche

Questa che segue è una lettera aperta di Luna Meneghini, pubblicata da AostaSera lo scorso 31 ottobre. La ripubblico, con il consenso dell’autrice, perché ho sinceramente apprezzato le considerazioni contenute sul rapporto tra scelte politiche e partecipazione popolare. Il tema è la prevista costruzione di un pirogassificatore per lo smaltimento dei rifiuti della Valle d’Aosta (che ha, ricordiamolo, una popolazione complessiva di poco più di 120mila abitanti). La lettera fa idealmente “il paio” con un’altra, sulle conseguenze sanitarie del pirogassificatore, scritta da Luna più di un anno fa e da me ripubblicata ieri.

Valdostani per la democrazia diretta
di Luna Meneghini

I cittadini valdostani s’interessano della loro bella Valle; s’informano, si confrontano, discutono e propongono al resto della popolazione quali potrebbero essere le scelte migliori per l’economia, la cultura, il turismo, la salute e la bellezza della nostra regione. È così che sono nati, come tanti altri, il Forum per i diritti dei bambini di Chernobyl, i comitati regionali delle associazioni sportive nazionali, il comitato Unicef Valle d’Aosta, il comitato regionale Valle d’Aosta Croce Rossa Italiana, il Comitato “Articolo 3 – Arcigay Valle d’Aosta”, il comitato per l’acqua pubblica e quello contro il nucleare.

È così che sono nati il Comitato Rifiuti Zero e il Comitato Valle Virtuosa, che si sono interessati negli ultimi anni della gestione dei rifiuti in Valle d’Aosta. Ma se voi lettori faceste parte dell’amministrazione della nostra Regione, o del nostro Paese, non sareste lusingati dal vedere tanta partecipazione alle decisioni che implicano il bene comune? Credo che tanto interesse da parte della popolazione sia stimolante per i politici che ci governano, che in queste rare occasioni hanno finalmente la possibilità di confrontarsi con i loro elettori! Immaginate di dover decidere per 11 mila persone, non vi farebbe piacere sapere che cosa pensano? Certo non si può fare per tutto, ma talvolta è possibile ricorrere ai referendum, che non sono un affronto al potere politico, bensì uno strumento di democrazia, che troviamo nella nostra Costituzione e che viene addirittura ampliato dalla legislazione regionale.

Grazie all’interesse di migliaia di cittadini nacque la Repubblica italiana, grazie alla lotta portata avanti dai comitati oggi in Italia il divorzio è legale, l’acqua è un bene pubblico e le centrali nucleari non inquinano il nostro territorio. Perché l’assessore Zublena sembra disprezzare così tanto questo strumento? L’assessore ha ragione quando chiede maggior rispetto verso i valdostani: rispetto significa considerazione, quindi osservare, esaminare con attenzione. Allora chiediamo cortesemente a lei, assessore Zublena, di portare rispetto a tutti i cittadini che interagiscono attivamente con le decisioni politiche e che si sentono strettamente legati e responsabili della propria terra. La passività e il disinteresse verso grandi opere che sconvolgono il nostro territorio sono due brutti difetti estranei ai valdostani, che amano troppo la loro terra e tengono troppo alla loro salute per tapparsi le orecchie e far finta di niente.

Chi lo sa, forse se i cittadini si fossero interessati con più costanza alle cose comuni il trenino di Cogne sarebbe oggi funzionante? O forse la linea ferroviaria Aosta-Torino sarebbe già elettrificata? O forse non ci troveremmo in una situazione di “emergenza rifiuti” come ripetuto più volte dalla stessa amministrazione che gestisce la discarica da quando essa è nata? Chissà…

Ricordiamo ancora che il referendum sul pirogassificatore chiede l’attuazione, mediante uno studio LCA, di un confronto tra tecnologie a freddo e l’incenerimento dei rifiuti, studio che non è ancora mai stato condotto fino ad oggi. Ecco perché quando si dice che i cittadini sono disinformati e confusi si dice una grande verità! Anzi bisognerebbe aggiungere che anche l’amministrazione è disinformata: non conoscendo il risultato del paragone scientifico tra le due tecnologie, come fa la regione ad assicurare che il pirogassificatore sia quella migliore?

Purtroppo i comitati di cittadini vengono spesso accusati di essere strumentalizzati da partiti politici e anche questa volta se lo sono sentiti dire. Ancora non ho capito come si può dimostrare che questo non sia vero, ma se esiste un modo, per favore, ditecelo e noi lo applicheremo. Lo chiedo a lei assessore Zublena, che sembra conoscere profondamente l’inclinazione politica delle migliaia di cittadini che fanno parte dei vari comitati. O forse un modo c’è e si chiama rispetto. Rispetto verso i valdostani, che hanno tutto il diritto di avere dubbi su una mega macchina che distribuisce sostanze nocive e sostanze il cui effetto sulla salute è ancora incerto, che hanno il diritto di richiedere uno studio che compari le varie soluzioni per la gestione dei rifiuti, che hanno il diritto di pretendere il meglio per la salute propria e dei propri figli e il meglio per l’occupazione valdostana, perché si ricordi che il rispetto è anche quel «sentimento che trattiene dall’offendere o ledere i diritti altrui».

Luna Meneghini

31/10/2011

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