Da Tre monti a uno solo


Ma sono io
che non capisco o c’è veramente poco da festeggiare all’idea di passare da Tre monti (Giulio) a un Monti solo (Mario)? Sarà più onesto (ci auguriamo), sarà più serio, ma è davvero un vantaggio applicare con serietà le ricette imposte dalla Bce? Siamo sicuri di fare il nostro interesse ad accontentare Francia e Germania? Ci interessa davvero sapere che cosa consiglia il Fondo monetario internazionale? Vorremo davvero i suoi aiuti (cioè nuovi debiti)?

Perché non incominciare a mettere in discussione l’intero sistem? Spiegare che i conti pubblici contano, ci mancherebbe, ma a patto di affrontarli con la dovuta gradualità? Che bisogna lottare contro gli sprechi e i privilegi, quando sono sprechi e privilegi, ma che la spesa pubblica è una cosa necessaria? Che in tanti casi tale spesa dovrebbe aumentare, non diminuire, investendo in welfare e ricerca, magari rivalutando le finalità (dovremmo decidere, ad esempio, se ci piace veramente la guerra)?

Ma no: tutti dietro al Capo dello Stato («Napolitano, salvaci tu!»), tutti dietro all’economista «serio» (ma sempre esponente dell’ideologia che ci ha portati dove siamo), tutti pronti ad accettare, nel nome della gravità del momento, della «responsabilità» e dell’«unità nazionale» (in fondo è ancora il centocinquantenario, no?) il governo dei tecnici (il commissariamento del Paese), quello delle “larghe intese” (Bersani con Vendola e Casini, Di Pietro, magari pure Alfano, peccato che la Lega si sfili, perché non provare a cooptare Berlusconi Pier Silvio?).

E la Grecia è il traguardo che ci aspetta dietro l’angolo, grazie alle cure dei suddetti medici.

>>> Servirebbe davvero una società di rating “buona”, come quella che ho inventato per scherzo, pronta a minacciare il “declassamento” delle economie e delle politiche che demoliscono lo stato sociale nel nome del mercato.

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