Sporchi da morire – Valle d’Aosta, 19 e 20 ottobre

Il trailer del film Sporchi da morire, sul business dell’incenerimento.

I sostenitori del pirogassificatore si affannano a dire che la scelta dell’amministrazione regionale per lo smaltimento dei rifiuti non ha niente a che vedere con l’incenerimento, che il pirogassificatore è un’altra cosa, e tuttavia la sentenza 317/07 della Corte di giustizia europea ha equiparato le due tecniche, spingendosi fino a definire i pirogassificatori «inceneritori sotto mentite spoglie».

I sostenitori del pirogassificatore si affannano a dire che nel pirogassificatore non si brucia niente, ma non sanno spiegare l’esistenza di un camino che immetterà 2 milioni di metri cubi di fumi al giorno. Dicono che l’inquinamento atmosferico del pirogassificatore corrisponde a quello di poche macchine, ma – se hanno ragione – fanno bene a cambiare veicolo.

I sostenitori del pirogassificatore si affannano a dire che la loro soluzione è compatibile con la raccolta differenziata, ma non spiegano che cosa brucerebbe in tal caso l’impianto, tarato sin dal progetto per smaltire una quantità annua di rifiuti superiore a quella attualmente prodotta. Importeremo spazzatura? Il business lo impone e il film inchiesta lo dimostra ampiamente: con buona pace di chi punta tutto sulla “differenza” tra nuovi pirogassificatori e vecchi inceneritori, infatti, alla fine il nutrimento del “mostro” è sempre lo stesso…

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Pirogassificatore: troppo difficile capire cos’è meglio? È il momento di fare chiarezza!

Doppio appuntamento questo fine settimana per i cittadini valdostani, chiamati il prossimo 18 novembre a esprimersi con un referendum circa la costruzione di un pirogassificatore per smaltire i rifiuti prodotti nella regione.

Per tutte le persone indecise, quelle a cui ho sentito dire: «Che cosa ne so? È un argomento troppo complesso». Per quelli che quasi quasi ascoltano i consigli di chi invita a non andare a votare. Per chi, onestamente, non si è ancora fatto un’idea. Per chi sa già che voterà No. Per chi sa già che voterà Sì.

L’appuntamento è con il film «Sporchi da morire», venerdì 19 ottobre alle ore 20 presso l’auditorium di Pont-Saint-Martin e sabato 20 ottobre alle ore 20 presso il cinema teatro Giacosa di Aosta, ingresso ovviamente libero in entrambe le date.

Il film è un’importante inchiesta sulle conseguenze dello smaltimento a caldo dei rifiuti e sarà seguito dall’incontro-dibattito con il dottor Stefano Montanari, direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena, uno dei massimi esperti mondiali di patologie derivanti da nanoparticelle, ovvero parti di sostanze combuste troppo piccole per essere trattenute dai filtri dei camini.

Sei a favore del pirogassificatore? Hai dubbi sulla sua reale pericolosità per la salute? Lo dico, per una volta, senza troppe polemiche: è il momento di informarsi (e di cambiare idea). Venerdì e sabato chi non sa, chi non è sicuro, chi pensa di aver deciso potrà esprimere i propri dubbi e fare le proprie domande a una persona competente, in grado di rispondere con agomentazioni scientifiche, quelle che – secondo la retorica degli anti-referendari – mancherebbero in chi afferma la nocività del pirogassificatore per la salute umana.

Non è tuttavia il primo incontro con la popolazione, e invito tutt* a seguire il blog www.vallevirtuosa.it per avere notizia dei vari appuntamenti. Lo scorso 5 ottobre, ad esempio, all’auditorium delle scuole medie del Villair di Quart, si è svolta una serata informativa con gli esperti Celestino Panizza e Raphael Rossi, medico del lavoro il primo, tecnico della gestione dei rifiuti il secondo.

Panizza ha ricordato che Continua a leggere

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Il resoconto della 6a Aicram


Oggi si è svolta
la sesta Aicram e abbiamo il nuovo tempo record, 5h49’55’’, che abbassa di 10’05” il miglior tempo del tracciato (considerando tanto l’Aicram, quanto la Granparadiso estate).

Artefice del record, lo dico con orgoglio, è Carlo Badino, mio fratello, che ora ha 12 mesi per acquistarsi una coppa, come previsto dal regolamento.

Gli altri concorrenti ad aver terminato il percorso sono stati Paolo Rey e Laurent Vicquéry, secondi ex aequo, e Fabio Minocchio, quarto, che ha conquistato la coppa Espace Populaire destinata all’ultimo arrivato.

Quest’anno, tra le previsioni del tempo catastrofiche (puntualmente smentite) e la giornata fredda (anche un po’ di vento, alla fine della camminata), gli atleti intervenuti non sono stati tantissimi: solo 6 quelli schierati sulla linea di partenza, ma 12 i concorrenti totali, consueto paradosso di questa iniziativa, che volentieri tollera le partenze tardive, nonché i percorsi anarchici e parziali.

Io per la prima volta non ho potuto concludere la gara (giustificazione… motivi di famiglia!), perciò posso pubblicare soltanto le foto della partenza, scattate con la mia macchina da Sabina Cheillon, in attesa di ricevere quelle degli altri e aggiornare l’articolo.

Hanno partecipato alla 6a Aicram Granparadiso «I colori del bosco»: Continua a leggere

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Votare è un dovere. Non votare è un favore


Ho già spiegato altrove perché considero democraticamente inopportuno chiamare la cittadinanza all’astensione dal voto referendario del prossimo 18 novembre.

Un pirogassificatore non è una cosa da niente e tutti noi dovremmo prenderci la responsabilità delle nostre posizioni, sia che siamo a favore, sia che siamo contro.

Un referendum può essere vinto da una parte o dall’altra. Occorre impegnarsi. Brigare per impedire il raggiungimento del quorum è una cosa diversa, un mezzuccio, ed equivale a giocare sporco.

Voglio aggiungere che votare è un dovere. E non capisco come si possa invitare pubblicamente a non adempiere al proprio dovere senza che nessuno sanzioni questo comportamento come anti-civico o più semplicemente illegale. Dice la Costituzione italiana, al secondo comma dell’articolo 48:

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

«Dovere civico», non l’ho inventato io.

«Libero». Anche dai condizionamenti di chi da anni è identificato con le istituzioni regionali?

«Segreto». Ma come potrà essere segreto il voto di chi si recherà alle urne, se quelli a favore del pirogassificatore non andranno a votare? Per sapere chi ha votato «Sì» contro l’inceneritore mascherato, sarà sufficiente sapere chi sarà andato a votare.

Domenica 18 novembre vai a votare per affermare il tuo diritto di scelta e di partecipazione. Dimostriamo – per una volta – di non essere burattini mossi dall’alto.

>>> Leggi anche l’articolo Vergogna.

>>> L’immagine d’apertura è il titolo grande della prima pagina della Gazzetta Matin di questa settimana.

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Voglio il nobel per la letteratura


Credo che la vignetta
di Carlos Latuff sia un buon commento all’assegnazione del nobel per la pace all’Unione europea. Dopo quello preventivo al presidente di guerra Barack Obama, che da quel momento in poi ha fatto di tutto per mostrarsi all’altezza del suo predecessore alla Casa Bianca, non mi stupisco di niente, ma ancora non riesco a non ammirare, stupefatto, la facciatosta di chi non prova imbarazzo nel rovesciare la realtà dei fatti per costruire narrazioni addomesticate.

Certo, per sottolineare il carattere farsesco della vicenda, si sarebbe povuto pensare a una cerimonia di premiazione in Grecia, magari a spese del Paese ospitante, ma nella vita bisogna accontentarsi di ciò che si ha.

I soldi del premio, a quanto pare, andranno in beneficenza. Spero non a favore delle banche, questa volta, o magari per limitare lo spread.

PS: Da qualche giorno sto pubblicando le mie poesie nel blog ZiaPoe. Alla luce dei recenti avvenimenti mi domando se non potrei già candidarmi al premio nobel per la letteratura, chiedendo che mi sia assegnato in forma preventiva. Il guaio è che il comitato non è lo stesso di quello per la pace, quindi potrebbe essere più serio.

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Vergogna


Avrei voluto
fare un post più articolato, ma non ho tempo e non voglio neppure correre il rischio di passare tutto sotto silenzio, tanto sono disgustato. In Valle d’Aosta esiste uno strumento legislativo che il resto d’Italia non ha, fatta eccezione per la provincia di Bolzano: il referendum propositivo. A differenza delle proposte di legge d’iniziativa popolare, il referendum ha il potere di vincolare l’organo legislativo a recepire quanto proposto e trasformarlo in legge.

Qui non si tratta di essere a favore o contro lo strumento referendario. Esiste e può essere usato. Per indire un referendum propositivo è sufficiente raccogliere il numero necessario di firme. Questo è stato fatto. Chi doveva valutare l’ammissibilità del quesito l’ha valutata e lo ha ammesso. Qualcuno ha voluto persino fare ricorso contro il referendum al Tar e il ricorso è stato respinto.

Si tratta di rifiuti, si tratta di salute, si tratta di un tema rilevante. Come genitore, come insegnante, come cittadino mi aspetterei la partecipazione al referendum di tutte le persone che – in buona fede – hanno preso posizione sia favore, sia contro il pirogassificatore.

I sostenitori del piro, a partire dall’Union Valdôtaine, partito di maggioranza che attualmente esprime, tra gli altri, il presidente della regione e il responsabile della programmazione regionale della Rai, ha invece invitato a disertare le urne, sperando così d’impedire il raggiungimento del quorum. Invitano i cittadini a non esercitare il loro diritto-dovere, a delegare ancora una volta la possibilità di decidere sulle loro teste a chi da anni ha la responsabilità del potere e ci ha portati, per restare in tema, alla situazione esplosiva dell’attuale discarica regionale, o anche al vertice delle classifiche nazionali sull’incidenza di tumori nella popolazione residente.

Ora assicurano che il pirogassificatore non fa male e insultano l’intelligenza del cittadino affermando che il pirogassificatore inquinerà come poche auto, mentre in realtà la nuova struttura dovrebbe emettere 2 milioni di metri cubi di fumo al giorno per tutti i giorni dell’anno per smaltire i 60mila tonnellate di rifiuti su cui è tarata.

Dicono anche che si tratta di una tecnologia collaudata, ma in Italia non esistono impianti di pirogassificazione per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati, mentre quello di Karlsrhue, in Germania, è stato chiuso nel 2004 perché non funzionava come avrebbe dovuto.

Dicono, insomma, che il problema non sussiste. Perché dunque lasciar scegliere la popolazione? Timorosi dell’esito in caso di conseguimento del quorum, invitano a restare a casa. Se non fossimo tra i monti ci direbbero di andare al mare.

Lo hanno già fatto una volta, nel 2007, ai tempi del primo referendum propositivo della storia d’Italia, con i cartelloni della vergogna (ne riproduco uno qui accanto), con tanto di matita spezzata e slogan («Niente senso, niente voto», «Non andare a votare»).

Allora la strategia dell’Union vinse e il quorum non fu raggiunto. Tra i vari quesiti c’era quello che impegnava l’amministrazione a costruire un nuovo ospedale fuori città, invece di ampliare quello attuale, situato praticamente in centro, con lavori pluriennali che già hanno cominciato a causare diversi disagi ai cittadini.

«Niente senso, niente voto», recitavano i cartelloni. E invece anche lì si trattava della salute. Quella dei degenti ospedalizzati e anche la mia, visto che, dal mio osservatorio privilegiato (abito nell’area dell’ospedale), continuo a respirare tutti i giorni grandi quantità di polvere, la vedo entrare in casa, assorbo il rumore del cantiere, mi trovo con mezza via sbarrata e ho già subito un paio di balck-out. Una situazione destinata a protrarsi negli anni, putroppo, visto che il cantiere più grande deve ancora partire.

Invitare all’astensione, comunque, non implica soltanto una grave mancanza di senso civico (clamorosa in chi da decenni, da più parti, è addirittura identificato con le istituzioni), significa anche avanzare – almeno teoricamente – un’opzione di controllo delle scelte, forse non più tanto libere, del cittadino. Dal momento che chi si recherà al seggio voterà presumibilmente contro il pirogassificatore, sarà possibile conoscere, con qualche approssimazione, la scelta referendaria di chiunque si presenterà alle urne (i dati sono pubblici). Per gli spiriti autenticamente democratici, questa non sarebbe un’eventualità piacevole neppure in un mondo perfetto, figuriamoci in un presente in cui si sente parlare così spesso di clientelismo e voto di scambio.

A tutt* i/le valdostan* chiedo dunque di recarsi alle urne domenica 18 novembre, possibilmente per votare «Sì», contro la realizzazione del pirogassificatore, in ogni caso per affermare il proprio diritto di scelta e di partecipazione.

Perché per una volta sarebbe bello non essere burattini.

>>> Leggi anche l’articolo Votare è un dovere. Non votare è un favore.

>>> L’immagine d’apertura è il titolo grande della prima pagina della Gazzetta Matin di questa settimana.

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Quer pasticciaccio brutto de via Merulana [Comunicato dell’International Solidarity Movement]

Ripubblico il ricco comunicato stampa dell’ISM (International Solidarity Movement) sulle accuse e calunnie continuamente diffuse contro chi si adopera per denunciare la politica antipalestinese dello Stato di Israele, battendosi pacificamente al fianco di quelle donne, quegli uomini e quei bambini che hanno l’unica colpa di essere venuti al mondo in un luogo in cui i diritti non sono rispettati e la stessa libertà di spostarsi per schivare le bombe è messa in discussione da chi pure definisce se stesso «l’unica democrazia del medioriente».

Particolarmente spregevole è il meccanismo per cui chi fa nomi e cognomi, denunciando singole personalità, amministrazioni, governi, chi si richiama alle inchieste e alle risoluzioni delle Nazioni Unite, chi porta ad esempio la situazione di centinaia di migliaia di persone, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, è sistematicamente accusato, nel migliore dei casi, di essere manipolato; nel peggiore, di essere antisemita, come se la denuncia di determinate politiche fosse legata all’appartenenza etnica e culturale di chi le attua.

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana* Comunicato numero 1
[ISM, International Solidarity Movement]

Accadono cose all’apparenza sorprendenti in molte parti del mondo e anche nei pressi di via Merulana (1), con ramificazioni in altre regioni e anche all’estero. Ma la sofisticata citazione letteraria è del tutto fuori luogo e assai riduttiva. Bisognerebbe parlare della fauna di via Tuscolana e dintorni, o, meglio ancora, riprendere il discorso di Michel Chossudovsky (2) sulla manipolazione del dissenso. Privi di argomentazioni politiche e incapaci di confrontarsi sul piano delle idee, per il livello morale, culturale e politico da impero basso, anzi bassissimo, alcun*, adus* a compiacere le impotenze di qualche prepotente e coinvolt* in disinvolti collaborazionismi (3), reagiscono ai fastidi provocati dalle minoranze etiche ed eretiche, che hanno il cattivo gusto della non-collaborazione e della non-menzogna, con le armi della calunnia, della diffamazione e della delegittimazione, trovando ascolto, ahimé, anche in organizzazioni (4) che dovrebbero evitare di cadere in certe trappole, come invece è accaduto, e sprofondare, tradendo le loro storie e i loro principi, trascinate da qualche tristo dicitore di menzogne. Continua a leggere

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