La decima Marcia si avvicina…

giudici
Mancano meno di tre settimane
alla partenza della decima edizione della Marcia Granparadiso estate, la “competizione non competitiva” in cui correre è vietato e chi vince si compra la coppa, pena la squalifica. Per chi non sapesse di che cosa sto parlando, QUI spiego ogni cosa.

La data dell’edizione di quest’anno è domenica 18 agosto, con ritrovo nei prati di Sant’Orso, a Cogne (Aosta) alle 8.30 del mattino.

Anche quest’anno i partecipanti riceveranno alla partenza un ciondolo in legno, opera di Ottavio Martinet, amico della Marcia.

Per essere in gara non occorre iscriversi: è sufficiente presentarsi sulla linea di partenza nell’orario stabilito.

Pubblico di seguito il testo scritto dal vincitore dell’edizione 2012, il piemontese Alberto Giudici, ritratto nelle foto di questo articolo con il suo trofeo. Mi scuso con Alberto per aver recuperato la sua e-mail con molto, molto ritardo.

giudici_dosCiao Mario,

ti mando due righe per il blog e la foto…

È stata una gran bella esperienza, in uno scenario stupendo… C’è solo un rammarico: cioè il fatto che per una manifestazione così semplice nella sua filosofia di fondo, che sicuramente ha richiesto un notevole investimento di risorse e di energie da parte dell’organizzatore, non ci sia una partecipazione adeguata…

Potrebbe essere un suggerimento quello di adottare due traguardi, uno magari dopo il rientro da lillaz, in modo da poter coinvolgere un maggior numero di persone che non si sentano scoraggiate dalla lunghezza dell’intero percorso (perché tutto sommato è vero che chi vuole può ritirarsi prima… ma è pur sempre una soddisfazione raggiungere un traguardo ufficiale… E te lo dice uno che ce la mette tutta anche nel più semplice dei giochi o degli sport… pur di riuscire in un qualcosa).

La cosa più bella che ho apprezzato è stata, oltre alla soddisfazione di “vincere” (seppur con il placet della giuria), il fatto di potersi scegliere una coppa: io faccio tornei di scacchi e ogni tanto mi capita di portare a casa una “patacca” di finto metallo… che magari non c’entra niente con la gara disputata. Invece qui ho potuto scegliere qualcosa che rappresentasse la bellezza della natura di queste meravigliose montagne e del parco del Gran Paradiso: ho scelto uno stambecco di legno, il simbolo per eccellenza del parco.

Spero di tornare il prossimo anno e di coinvolgere anche la famiglia.

Ciao a tutti,

Alberto

Interessante è la proposta dei due traguardi e magari in futuro si potrebbe provare. È anche vero che io sono affezionato alla Marcia così com’è… Per quest’anno, in ogni caso, l’itinerario è uno solo (guardatelo QUI), anche se, ovviamente, ci si può ritirare quando si vuole (la massima distanza da un centro abitato durante il percorso è di un’ora di cammino).

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Perché la poesia

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Trasmetto questo messaggio “a reti unificate”, vale a dire sui blog mariobadino, ZiaPoe e Cianfrusaglia, perché trovo che abbia attinenza con gli argomenti trattati da tutti e tre.

Alcune persone mi hanno chiesto, soprattutto dopo l’uscita del libro, perché mi dedichi alla poesia e non, ad esempio, ai racconti o al romanzo.

C’è anche chiavendo saputo dell’uscita di Cianfrusaglia, ma ignorando di che cosa si trattasse – pensava che avessi pubblicato le mie considerazioni sul mondo, come nel mio blog “storico”, mostrandosi poi stupito di ritrovarsi davanti un’antologia di poesie.

In realtà non vedo grande differenza tra un genere letterario e l’altro, non per quanto riguarda il contenuto, né tanto meno per quanto riguarda gli intenti. Ho già cercato di spiegare che, di fronte allo schifo attuale, l’economia e la politica diventano difficilmente raccontabili nei modi consueti, perché c’è il rischio di scoraggiarsi a fare la cronistoria di dell’enorme (e banale) saccheggio di risorse, di vite e diritti che stanno portando avanti, condotto con la forza di chi può, nel nome dell’ipocrisia più ostentata.

La poesia offre una via di fuga non dall’impegno, bensì dalla tentazione del disarmo. È un modo di continuare la lotta con altre armi, nella speranza che i versi parlino al cuore e si facciano «sentire» più degli articoli o dei saggi. Io non riesco a comprendere come sia possibile, di fronte a certi comportamenti, che non ci troviamo ancora sulle barricate, ma è un fatto che tendiamo ad accettare qualunque cosa non dico senza prendere le armi (che è cosa che di per sé non condivido), ma senza neppure smettere di votare le stesse persone e gli stessi partiti.

La poesia vuole suggerire ciò che fino a qualche anno fa sembravamo condividere in moltissimi: che – cioè – un altro mondo sia (ancora) possibile, e comunque necessario. In questo i versi funzionano meglio della prosa (quanto meno del saggio e dell’articolo) perché sono in grado di suscitare emozioni di un certo tipo in persone fra loro molto diverse per orientamento e “tifoseria” politica. Ciò che altrimenti sarebbe etichettato come «comunista», «idealista», «ingenuo», «sognatore» – o ideologicamente nemico delle proprie idee – nella poesia si mostra nella sua evidenza, così com’è.

Il meccanismo dell’appropriazione: di reddito, potere, diritti. Il malcostume. L’indifferenza. E naturalmente anche questioni che con la lotta non c’entrano nulla, ma che sono lo stesso importanti in quanto umane, dai sentimenti, alle aspirazioni, ai voli pindarici compiuti tutti i giorni per non pensare, come ho scritto altrove, «che il nostro è il volo breve e colorato / dei petali nel vento».

Un’arma potente, insomma, come più in generale la letteratura. E una sfida: provare a diffondere e a leggere i miei testi in un Paese che non legge e che non legge poesia. E una sfida in evoluzione perché, dopo i testi brevi raccolti in Cianfrusaglia, mi piacerebbe scrivere qualcosa di completamente diverso, e mi frulla per il capo un’idea della quale non farò assolutamente nulla – come spesso mi succede – ma che non sarebbe affatto male: dipingere l’affresco della generale corruzione in una nuova Commedia, a partire da quella di Dante: una «selva» abitata da personaggi squallidi, dei quali non si dovrebbe neppure «ragionare», ma sui quali i nostri media spargono il loro miele: uomini e donne capaci di condizionare la nostra vita, uomini e donne di potere, eppure – in fin dei conti – figure squallide e meschine, alle prese con le loro fissazioni e manie.

A questo, nei prossimi giorni, penso di iniziare a dedicarmi.

>>> Nell’immagine, opera del fotografo Dante Alighieri, il sole abbraccia per un istante un gruppo di alberi della «seva oscura».

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Difesa del territorio

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Si parla
sempre più spesso di difendere il territorio dallo straniero, come in una brutta replica del linguaggio nazionalista del primo Novecento, ma italianissimi sono quegli imprenditori e quelle amministrazioni che hanno interesse a stravolgere gli scenari che amiamo.

Un poco ne ho parlato qualche giorno fa.

Oggi pubblico il comunicato stampa del circolo valdostano di Legambiente sul ricorso che ha permesso la sospensione dei lavori nella valle dell’Alleigne. Un comunicato stampa che è anche un invito a partecipare a un incontro di informazione che, partendo dall’Alleigne, si propone di allargare lo sguardo all’intero territorio regionale.

Mercoledì 31 luglio, alle ore 17.15 presso il CSV di Aosta, il Circolo Legambiente Valle d’Aosta terrà una conferenza stampa per spiegare le ragioni del ricorso al TAR che ha portato nei giorni scorsi il tribunale di Aosta a far sospendere i lavori nella valle dell’Alleigne a Champorcher.

Nell’incontro sarà presentato a cura del Circolo un dossier con i dati, i motivi – presunti – di illegittimità, le prospettive future per un sito di straordinaria bellezza che rischia di perdere le caratteristiche che lo hanno portato a essere tutelato a livello europeo. E si spiegherà come da questa situazione specifica sia necessario allargare lo sguardo su tutto il territorio regionale.

Legambiente Valle d’Aosta

La partecipazione, inutile dirlo, è libera e gradita.

>>> L’immagine di questo articolo si riferisce al vallone di Comboé, devastato – ad avviso di chi scrive – dai consueti lavori di “valorizzazione” del territorio.

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Ho deciso di assegnare un premio

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Per i molti sforzi effettuati al fine di portare a conoscenza dell’opinione pubblica valdostana indagini e sentenze della magistratura circa l’infiltrazione della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.

Per l’invito espresso alla cittadinanza a non mischiarsi con i fatti – al di là delle parole – a chi è stato condannato per favoreggiamento della ‘ndrangheta, evitando di partecipare alla festa dei santi Giorgio e Giacomo, organizzata, tra gli altri, proprio dall’imprenditore Giuseppe Tropiano.

Per il tentativo di convincere la Sovrintendenza ai beni culturali a ripristinare l’area delle Porte Praetorie così com’era prima dell’intervento di “valorizzazione”, anche attraverso l’apposita petizione online, che invito a firmare.

Per l’iniziativa della «Settimana della sub-cultura», che ha mostrato alcuni degli scempi architettonici presenti ad Aosta, città candidata al titolo di «Capitale europea della cultura».

Per il raffronto istituito negli ultimi giorni con altre città italiane ed europee, al fine di mostrare che Aosta potrebbe essere migliore, se solo si volesse privilegiare la comunità invece degli interessi di alcuni.

Per tutte queste ragioni ho deciso, come blog, di assegnare a Patuasia e ai suoi autori il 1° Premio del Blog per la Cittadinanza attiva in Valle d’Aosta, da me appena istituito.

Il premio consiste in un semplice riconoscimento dell’attività condotta. Può essere accettato o rifiutato pubblicamente, o anche passato sotto silenzio, senz’alcun timore di offendermi. Vuole essere una specie di ringraziamento personale per un’attività che giudico utile e positiva per tutt*.

Che titolo ho io per assegnare premi? Ovviamente nessuno, ma trovo che questa non sia una ragione per astenermi.

>>> L’immagine di questo articolo è tratta dal blog Patuasia.

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Se non lo sapete… ve lo dico io!

L’attuale governo italiano è composto da membri del PD e membri del PDL. Governano insieme. Casomai non ve ne foste accorti.

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Costi e benefici

metropoli
Ogni decisione presa da chi ha il ruolo e il potere necessario dovrebbe essere il risultato di un esame attento tra costi e benefici.

Che a fare le grandi opere qualcuno ci guadagni è – credo – innegabile. Ma spesso il guadagno di pochi va contro all’interesse di molti.

In Valle d’Aosta si incanalano i torrenti e i ruscelli, si installano nuove centrali per produrre energia idroelettrica. A chi i benefici? A chi la vende – per il 70% all’esterno della Valle, vale a dire della zona di produzione.

A chi i costi?

Dal punto di vista umano, dal punto di vista naturalistico, dal punto di vista turistico, dal punto di vista agricolo e anche geologico, le nuove opere sono un problema per chi abita o si trova nel territorio interessato, un vantaggio per aziende private la cui sede può essere collocata da tutt’altra parte.

L’agricoltura tradizionale è morta. In Puglia – non solo in Puglia, ma in questi giorni mi trovo qui – i contadini vendono o affittano il proprio terreno a chi ha le risorse necessarie per installare veri e propri parchi fotovoltaici, distese di pannelli con i piloni in cemento che entrano nel terreno e lo trasformano da agricolo – e quindi grosso modo naturale – in costruito, industriale. Le chiamano energie pulite, ma le strutture utilizzate per produrle sono altamente impattanti.

A essere sbagliata è l’idea di fondo: ogni edificio già costruito dovrebbe avere il suo pannello, la sua piccola pala eolica, essere ristrutturato in base criteri di risparmio energetico. Noi, invece, replichiamo, con il solare, con l’eolico, gli errori commessi con le altre fonti energetiche: enormi strutture che producono tantissimo per l’interesse di chi deve vendere (quello che decide poi tutto, dai prezzi alle modalità di distribuzione), anziché innovazioni tecnologiche distribuite sul territorio, a vantaggio di ciascuno.

Si parla. Di Kate che entra in travaglio (telefonate all’ospedale della vostra città e vi diranno che in questo stesso momento tantissime altre donne si preparano a partorire, senza giornalisti in attesa fuori della sala parto), di qualche altra sciocchezza che porti a non riflettere sull’impresentabile governo Berlusconi cui Letta si intestardisce a fare da prestanome, si evita il confronto sui temi rilevanti.

L’aggressione sempre più spinta al territorio da parte delle industrie, delle aziende, del cemento e degli inquinanti. Il numero crescente delle patologie tumorali. Come mangiamo e cosa respiriamo. Tutte le volte che le cause di morte derivano dal palese non rispetto di una legge e tutte le volte che a mancare è proprio la legge necessaria. I ghiacci che al Polo non ci sonon quasi più mentre ancora c’è chi minimizza gli effetti del riscaldamento globale perché «piove troppo, non sembra neanche estate».

Barricate!
La Peste Nera
La religione del mercato

>>> Nell’immagine l’antica città achea di Kamelia. O così credo.

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Tutti insieme appassionatamente

Come son larghedi questi tempi – le intese!

Berlusconi al governo no, il discredito internazionale è troppo, ma dargli una mano a non finire in carcere sì.

Berlusconi al governo no, il discredito internazionale è troppo, ma insieme con Alfano si può stare, senza tentennamenti, per il «bene del Paese».

Berlusconi al governo no, il discredito internazionale è troppo, ma le riforme vanno fatte tutti assieme (che tanto, se parliamo di economia o di governo forte le differenze sono proprio poche).

Berlusconi al governo no, il discredito internazionale è troppo, ma com’è bello vederlo che si sbraccia per sostenere i referendum promossi dai Radicali, 12 quesiti fra i quali – sorpresa! – c’è anche la giustizia.

Sarò ingenuo, sarò imbecille, ma a me le capre e i cavoli non è piaciuto mai tenerli insieme. E se non ci sono differenze nel modo di pensare, è inutile indossare casacche diverse. Per me il Pd e il Pdl – se mai sono stati altro – sono ormai la stessa cosa. Altrimenti non siederebbero nello stesso governo ma, soprattutto, si darebbero battaglia, in Parlamento, per veder trionfare la propria, rispettiva, visione del mondo.

Certo che quando la visione del mondo è una sola…

Mercato, spread, austerity, Bruxelles (Berlino), F-35, Washington, Nato, Afghanistan, interessi USA nel mondo, immigrazione, Cie, Tav, gestione della piazza nelle manifestazioni, ecc ecc ecc: trova la differenza nel comportamento dei due principali partiti di governo e – se ci riesci – pensa seriamente a mettere a frutto il tuo talento cercando lavoro alla Settimana enigmistica.

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