«Mettete nel programma la fine dell’assedio» – Lettera aperta ai candidati alle elezioni politiche del 13-14 aprile

 
 Non possiamo
in alcun modo giustificare i missili che piovono su Israele, mietendo qua e là una vita innocente e costringendo migliaia di abitanti a vivere nell’angoscia di un’esplosione improvvisa. Noi che dalla solidità delle nostre case non ascoltiamo sirene e non temiamo l’impatto, dobbiamo ribellarci alla logica della morte. Nessuno, per favore, giustifichi i missili. E non si apprezzi la deriva di Hamas verso un fanatismo fino a ieri estraneo alla popolazione palestinese. Ma si ricordi che in fondo alla questione, andando a grattar via l’ultima terra, si troverà la decisione d’Israele d’impedire la costruzione d’uno Stato palestinese, il mancato rispetto delle risoluzioni Onu, l’insediamento illegale di migliaia di coloni e l’uso della forza da parte di uno degli eserciti più forti del mondo. Se questo non bastasse, c’è ancora il muro, che stringe Gaza d’assedio, ci sono i check point, c’è l’embargo su tutto: un milione e mezzo di palestinesi senza cibo, senz’acqua, senza energia. Ospedali senza corrente elettrica e senza medicine.
 
 Qualcuno di
noi può capire che cosa significhi vedere frantumata la propria casa a causa d’un sospetto o d’un errore? I giorni scorsi, l’esercito israeliano ha bombardato ed è entrato a Gaza: più di 60 morti, molti dei quali civili. Ma l’orrore va avanti, cresce ogni giorno, nella popolazione schiacciata dalla fame e dalla sete. E ogni giorno la sete e la fame arruolano nuovi lanciatori dietro alle rampe dei missili Qassam. Non ci sarà mai pace per la Palestina, non vi sarà pace per Israele, finché l’embargo imposto dal governo di Tel Aviv con la complicità degli Stati uniti e di gran parte delle nazioni occidentali non sarà revocato. Ma qui da noi destra e sinistra ignorano la situazione drammatica dei due popoli. Pubblico un appello ai candidati alle elezioni politiche italiane, promosso da molte associazioni, scritto affinché inseriscano nel loro programma tutte le azioni necessarie per mettere fine all’assedio di Gaza. Ricordo che il governo Berlusconi ha firmato con lo Stato di Israele un accordo di cooperazione militare, che il governo Prodi non ha mai stralciato.
 
 
«Mettete nel programma la fine dell’assedio»
 
Lettera aperta ai candidati alle elezioni politiche del 13-14 aprile
 
 
Ci rivolgiamo a voi, candidati nelle prossime elezioni politiche, per invitarvi a mettere all’ordine del giorno dei vostri programmi iniziative urgenti per la fine dell’assedio di Gaza, imposto da Israele, dopo averla dichiarata «entità ostile». La sua popolazione subisce da mesi una pesante punizione collettiva, in violazione della legalità internazionale e dei diritti umani di tutte e tutti.
 
 
 Vi chiediamo di esprimervi contro una politica che penalizza duramente un’intera popolazione di un milione e mezzo di persone, per le azioni e decisioni di una piccola minoranza. Continua a leggere

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Non grattiamo il cielo di Torino – assemblea 5 marzo

 Non grattiamo il cielo Del grattacielo Intesa – San Paolo che dovrebbe nascere a Torino ho già detto altrove. A quanto pare c’è già chi ne propone un altro. Questo pomeriggio (più o meno mentre scrivo, ma non so dire ancora nulla circa l’esito) il comune del capoluogo piemontese sta votando la variante al piano regolatore che potrebbe autorizzare i due progetti. Si toccheranno i 186 m di altezza. Il comitato Non grattiamo il cielo invita tutte e tutti all’assemblea cittadina di mercoledì 5 marzo alle 21 in corso Dante 14 (sala Atc) e chiede un aiuto a far confluire persone e gruppi.
 
 Quella che segue, invece, è una lettera pubblicata sul manifesto di ieri (2 marzo).
 
 
 Salviamo l’orizzonte urbano a Torino
 
 Esprimiamo la nostra viva preoccupazione per i progetti di due torri – di 172 metri più pannelli (si arriva a 186 metri) – adiacenti al centro storico di Torino che saranno posti in votazione domani, 3 marzo, nel consiglio comunale del capoluogo piemontese.
 Il paesaggio urbano dovrebbe essere – e a nostro parere è – un bene culturale e un bene comune da salvaguardare, come previsto dal Codice Urbani. È un patrimonio nazionale, come dice la Costituzione. Le esigenze di auto-rappresentazione di una banca, l’esigenza comunale di introitare oneri di urbanizzazione, non devono prevalere su una tutela dell’equilibrio urbanistico e paesaggistico di una città. Non è accettabile che una dinamica finanziaria e edilizia sconvolga il profilo storico di una città così bella e importante, che tutto sommato la stessa Fiat aveva salvaguardato. Continua a leggere

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Elezioni. Un intervento di Alex Glarey

 La Sinistra della Valle d'AostaPubblico, come annunciato, alcune riflessioni di Alex Glarey, militante della Sinistra Arcobaleno della Valle d’Aosta, nella speranza (del loro autore, anzitutto) che possano essere utili per costruire al meglio il nuovo progetto politico. Esse saranno rivolte, in primo luogo, a chi sente di farne parte. Per quanto riguarda me, ho espresso più volte il mio punto di vista, in molti casi critico, verso l’esistente (anche a sinistra), ma proprio per questo credo che sia importante confrontarsi tra posizioni diverse. Quelle di Alex, in realtà, mi trovano abbastanza in sintonia. Se, infine, questo spazio potrà dare una mano al dialogo ne sarò, evidentemente, lietissimo.
 
 [NB: mi sono permesso di grassettare qua e là: è un vizio]
  
 Buongiorno a tutt*,
 
 Prima di entrare nel vivo delle prossime campagne elettorali [in Valle d’Aosta non ci sarà il cosiddetto election day: alle politiche di aprile seguiranno, a maggio, le regionali, ndr], vorrei affrontare alcuni argomenti delicati.
Forse ho aspettato troppo – ogni volta c’erano questioni più
importanti: le elezioni a Courmayeur, i referendum, la nascita della
mia piccola Isabeau – ma ritengo comunque opportuno che il progetto
dell’Arcobaleno VdA sia sottoposto a un esame critico prima di affrontare il voto popolare, di modo da riuscire a correggere per tempo eventuali errori e sfruttare al massimo le sue potenzialità.
 
 Naturalmente, la mia è anche un’autocritica, in quanto faccio parte a pieno titolo di questo progetto. Continua a leggere

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Prospettive. Una (pacifica) sollevazione popolare

 Se tutti condividono la stessa politicaNeanche a farlo apposta (e giuro che non l’ho fatto apposta, cioè non ho copiato) il giorno in cui pubblicavo il mio invito a votare – l’astensione è una delega in bianco – subordinandolo però all’esigenza di trovare strumenti altri per incidere sulla vita sociale e politica, sulla prima pagina del manifesto (edizione del 28 febbraio) usciva un articolo che diceva più o meno la stessa cosa, firmato da Howard Zinn (storico, e scrittore, autore di «A People’s History of the United States», «Voices of a People’s History» e «A power Governments cannot suppress»). Mi permetto di citarne alcuni stralci, poiché, in effetti, Zinn è stato molto più chiaro di me.
 
 L’articolo dell’autore americano prende le mosse da un’analisi impietosa degli Stati uniti, nei quali votare significa, ogni quattro anni, ritrovarsi incollati «al televisore, mentre i candidati ammiccano e sorridono proponendo un mare di clichè con una solennità che si addice ai poemi epici». Ci sono, è vero, «candidati che sono un po’ meglio di altri, e in certi momenti di crisi nazionale (gli anni ’30, ad esempio, o oggi) anche una leggera differenza tra i due partiti può essere una questione di vita o di morte». Nell’insieme, tuttavia, siamo chiamati a scegliere tra due alternative fra loro molto simili. «Sosterrei un candidato contro l’altro?», si chiede Zinn. La risposta è sì, ma solo «per due minuti – il tempo che serve ad abbassare la leva nella cabina elettorale». Continua a leggere

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Locri vuole vivere: la manifestazione nazionale e l’appello on line

 Lara Cavagnino, L'appesoDomani a Locri si svolgerà una manifestazione nazionale contro la ‘ndrangheta e per la democrazia. Si tratta di un momento molto importante per una regione, la Calabria, oggi orrendamente schiacciata da poteri forti, legali e illegali, che tolgono ogni speranza di un futuro migliore. Ma in Calabria c’è anche chi non ci sta e lotta, con determinazione, per affermare la legalità e il rispetto dei diritti.
 Pubblico di seguito un testo inviatomi da Silvia Berruto, scritto a nome del Consorzio Trait d’Union di Aosta, che spiega l’iniziativa di GOEL (Consorzio di cooperative sociali della Locride) e propone di firmare un appello.
 
 "Dal sogno … una grande alleanza"

 Il Consorzio Trait d’Union nella Locride contro ogni illegalità

 

 "Nella Locride per Resistere/Vincere in Calabria. Un’Alleanza contro la n’drangheta e le massonerie deviate, per la democrazia e il bene comune": questo il leitmotiv della manifestazione nazionale che si svolgerà a Locri il 1° marzo 2008.

 La manifestazione è organizzata dal Consorzio sociale GOEL (consorzio di cooperative sociali della Locride), da "Calabria Welfare", consorzio regionale della cooperazione sociale, la più grande impresa sociale in Calabria con circa un migliaio di occupati, un sistema che realizza servizi, prodotti, inserimento lavorativo di persone svantaggiate, sviluppo di comunità locali e da "Comunità Libere", rete nonviolenta di cittadini, famiglie, imprese, organizzazioni sociali, a difesa di chi viene attaccato dai poteri antidemocratici e/o violenti. Continua a leggere

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Un intervento di Lorella Vezza

 Qualche giorno
fa, ho ricevuto un primo e poi un secondo commento
al post
Quale efficientismo?
, in cui “analizzavo” la situazione politica
italiana
in modo piuttosto critico,
da parte di Lorella
Vezza
, ex coordinatrice del movimento Renouveau Valdôtain. In un recente articolo, auspicavo un dibattito da ospitare su queste pagine, nella speranza di
capire qualcosa di ciò che sta accadendo e di fornire qualche spunto
utile di riflessione
. Mi sembra giusto, oggi, rilanciare i due
interventi di Lorella
, che offrono una posizione per molti aspetti
diversa dalla mia
. Mi permetto, in calce, di dare una breve risposta.
 

 # 1

 
 
Lorella VezzaHo letto il tuo intervento e ho trovato dei punti di riflessione. La
prima considerazione che mi viene in mente è che in Italia e in Valle
d’Aosta
siamo molto bravi a criticare i nostri compagni di coalizione:
la sinistra su questo è veramente maestra. Il PD non è sicuramente la
settima meraviglia, è un partito pieno di contraddizioni interne, ha
degli esponenti stile Binetti e ha degli esponenti stile Bonino,
passando per Rutelli, ma sono stati i nostri compagni nel governo
Prodi
. A sinistra c’è l’Arcobaleno (leggermente diverso nella nostra
Petite patrie VDA), che finalmente ha raggruppato i vari movimenti
dando loro una certa consistenza e credibilità
. Bisogna però rendersi
conto che non siamo più negli anni ‘50, ‘60 e neppure ‘70, quindi basta
con gli slogan obsoleti, ma la sinistra deve essere qualcosa di
concreto e meno demagogico
. Bisogna quindi cercare di colloquiare in
modo sereno e proficuo per il paese con il PD (che neppure a me piace,
ma… non vedo alternative!). Continua a leggere

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Campagna elettorale


 
 
Un manifesto elettorale francesePremetto che se dipendesse da me tirerei una scarpa in testa a tutti e, invece di votare, veramente questa volta me ne andrei al mare, ai monti e in ogni luogo (ultimamente la “valangademocristiana mi sta facendo assumere un tono neotestamentario). Però uno non fa campagna contro l’astensione al referendum per poi restare a casa alle politiche. Sembrerà strano, ma tutti i discorsi sul segnale da lanciare non votando cadono improvvisamente quando l’alternativa è attenersi alle decisioni di chi alle urne c’è andato. E alle urne i clienti e i convinti di entrambi gli schieramenti (due categorie che non mancano mai, la prima la capisco, la seconda no) ci andranno di sicuro, per permettere ai Veltrusconi di turno di proclamarsi portavoce della maggioranza del Paese (cosa che avverrà puntualmente, anche se una parte consistente degli elettori sarà rimasta a casa).
 
 Così voterò, non perché ci creda, non perché ci speri, ma – ad esempio – perché lo chiede la Costituzione (l’art. 48 indica nel voto un «dovere civico»), che voglio vedere applicata, non cambiata. Voterò perché un non voto non serve a nessuno: alle politiche non è previsto il quorum! Voterò perché tale azione impegna dieci minuti di una giornata che dopo, a essere rapidi e recandosi presto al seggio, potrà lo stesso essere spesa al mare, ai monti e in ogni (altro) luogo, certo non davanti al televisore come facevo da bambino a Mondovì (Cuneo),
a casa dei nonni, a guardare gli exit poll, per sapere se avrebbe vinto la diccì o se invece saremmo morti tutti comunisti. Continua a leggere

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