Ancora emergenza a Gaza

 «Mario, è ora di togliere quel fiocco nero per Gaza accanto al titolo del blog», potrebbero dire alcuni. «Non vedi che i telegiornali hanno smesso di parlare della guerra nella Striscia?». Potrei rispondere che tendo a non guardare i telegiornali. Oppure potrei ricordare che la tragedia, a Gaza, non è finita, neanche adesso che la signora Clinton ha dichiarato inevitabile la nascita di uno Stato palestinese. Mentre a Tel Aviv rischia d’insediarsi il governo spostato più a destra di tutta la storia di Israele e mentre i cecchini israeliani tengono sotto tiro i contadini che raccolgono il prezzemolo (!), le frontiere della Striscia continuano a essere sigillate e gli aiuti umanitari passano con il contagocce; l’area inoltre è off limits per molti cooperanti internazionali: è stata appena respinta all’ingresso di Gaza dalle autorità israeliane una delegazione italiana composta, tra gli altri, da Giovanni Kessler, presidente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, Francesco Cavalli, vicepresidente del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, Sergio Bassoli, coordinatore della piattaforma delle ONG per il Medio Oriente, Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace e direttore del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, Roberto Brancolini, fotografo.
 Vittorio Arrigoni, pacifista italiano rimasto a Gaza durante i bombardamenti, invita, dalla Striscia, a non dimenticare e a diffondere informazione corretta. Invita anche a boicottare l’economia israeliana, com’era stato fatto – efficacemente – contro l’Apartheid in Sudafrica.
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Se la democrazia avanza, datela al gatto!

 Bettina
 Il testo che segue è stato scritto da Vanni Destro, del Coordinamento ambientalista che cerca di difendere il Polesine, la provincia di Rovigo e il Parco del Delta del Po, dalla riconversione a carbone di una megacentrale Enel simile a quella di Civitavecchia. Adesso, a quanto pare, vorrebbero fare anche quella nucleare. Invito a consultare il loro sito, ma il testo che segue è, più in generale, sulla deriva in corso nel nostro Paese. Sinceramente, è molto spassoso, però si ride per non piangere
 
 Se la democrazia avanza, datela al gatto!
 di Vanni Destro
 
 Passin passetto,
secondo la linea indicata dal triumvirato Tremonti-Sacconi-Brunetta, ex socialisti tuttora decisionisti come lo furono due illustri loro predecessori, Benito da Predappio & Bettino da Milano, l’Italia si va collocando tra le democrazie più progredite del pianeta ed esattamente tra il Myanmar e lo Zimbabwe di Robert Mugabe.
 Con la supervisione del venerabile Silvio e sotto la spinta dei buoni risultati elettorali del partito di Bossi (che sostengono ancora di avercelo duro, ma  sono ormai solo dei poveri voyeur legaioli) il Governo ha deciso di varare le seguenti leggi: Continua a leggere

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Sovrano assoluto

 

 Si dice che un sovrano è «assoluto» quando non deve rispondere alla legge delle proprie azioni. Definiamo absolutus, infatti, chi è legibus solutus (svincolato dalle leggi). Ci riferiamo ai re del passato e a quei governanti moderni che godono, per legge, dell’immunità per qualsiasi reato (si pensi al Lodo Alfano). Berlusconi può fare ciò che vuole, se vuole: è legibus solutus. Continua a leggere

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Cecchini israeliani, contadini palestinesi

 Può accadere che uno Stato che pomposamente definisce se stesso
«l’unica democrazia del Medioriente», Israele, mandi cecchini a sparare
contro civili che, nei campi, si dedicano alla raccolta del
prezzemolo. Un’attività, si converrà, davvero pericolosa per la
sicurezza israeliana. Può capitare che alcuni attivisti internazionali,
fra i quali l’italiano Vittorio Arrigoni, accompagnino gli agricoltori,
per cercare di fungere da elemento deterrente. Può anche succedere che
tutti, contadini e attivisti, siano fatti bersaglio da colpi di arma da
fuoco
e che il nostro Vittorio riceva una pallottola di rimbalzo sulla
tempia. Quello che segue è il suo resoconto, tratto dal blog Guerrilla Radio.
 

 L’assedio di Gaza continua – L’ultima volta che mi hanno ucciso
 (di Vittorio Arrigoni – da Guerrilla Radio)

 
 Un cuore,
 due mani,
 un cuore pulsante e una mente ancora funzionante.
 
 Due occhi abbastanza profondi per mettere a fuoco l’ingiustizia a portata di mira dei cecchini.
 Due mani ancora funzionali per accarezzare cuccioli d’uomo figli spersi di un allah minore,
e un cuore aritmico che pompa sangue per una mente poco incline all’indifferenza dinnanzi alla tragedia.
 
 Sono vivo, ma questo potrebbe essere tranquillamente il video della mia uccisione: Continua a leggere

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Lettera aperta ai giornalisti televisivi (dal blog Italiani Imbecilli)

 
 Un gioco. Leggete la frase: «I giornalisti sono i cani da guardia della democrazia».
 Dopo pensate a Porta a Porta.
 Dopo
date un’occhiata alle 40-50 pagine della maggior parte dei quotidiani e
contate quelle di pubblicità, di gossip, di cronaca nera, rosa, verde…
 Dopo
pensate a quante volte negli ultimi due mesi avete sentito dire a un
giornalista (a un giornalista, ripeto, non a un suo ospite) che le
ronde padane non sono una cosa normale in uno Stato di diritto, che i
cittadini italiani hanno già rifiutato il nucleare con il referendum,
che produrre scorie radiattive nel Paese che sversa rifiuti tossici nei
campi non è una buona idea, che decenni di lotte sociali hanno guadagnato, e
giustamente, ai lavoratori il diritto alla sicurezza del proprio posto, per non parlare di quello di sciopero.
 Così pubblico volentieri una lettera aperta scritta dall’équipe del blog Italiani Imbecilli e rivolta ai giornalisti televisvi (ma gli altri non si sentano assolti). Forse potremmo alzare un po’ la voce…
 
Italiani imbecilli
 lunedì 23 febbraio 2009
 Lettera aperta ai giornalisti televisivi

 
 Egregi giornalisti pubblicisti
 
 Negli ultimi tempi stiamo assistendo a un allarmante e sistematico svuotamento dell’informazione televisiva. Si tratta di un inquietante vacuum fatto di censure nei riguardi di notizie di importanza capitale per il nostro Paese e, contestualmente, di una ridondanza di informazioni a senso unico e spesso di scarsa rilevanza per una Nazione inquieta come la nostra, in questo momento storico. Continua a leggere

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Dal secondo compleanno del blog

  Espace populaire, il secondo compleanno del blog
 Innanzitutto un grazie a tutte le persone che sono passate all’espace per fare gli auguri al blog e per ascoltare la lettura dell’Istituzione-branco, testo poetico (ma piuttosto crudo) che Wu Ming 1 ha scritto pensando alla vicenda di Eluana Englaro. Il brano l’ho letto io ed è stato musicato al pianoforte da Beppe Barbera; per chi se lo fosse perso è disponibile qui sotto in file Mp3, insieme al testo scritto (a compensazione della qualità dell’audio).
 
Espace populaire, la torta per il secondo compleanno del blog

 Per il resto è stato un momento piacevole e rilassato. Qualcuno ha avuto l’idea di solleticare il mio ego proiettando la prima pagina del blog sul maxischermo, ma devo dire che non è stata colpa mia. Un grazie a Silvia, che ha fatto anche i dolci, alle tre bambine presenti in sala, a Francesco e Roberta, a Ricky che ha cucinato, a mio fratello, autore delle foto di questa pagina, a mia mamma, a Enrico, Fabio, Paola, poi a Mara e Pino (?) che erano tranquilli a bere un bicchiere al banco e sono stati cooptati, Luigi, che ha persino detto due parole al microfono, Beppe che ha suonato, Guido che è arrivato fino al parcheggio con la macchina, ma non è entrato perché il figlio dormiva così bene… Continua a leggere

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Coca Cola a Venezia

 
 Pubblico questo articolo nella sezione Piazzetta della cittadinanza attiva, nella speranza che qualcuno voglia ancora indignarsi/attivarsi in difesa del bene comune, anche quando si tratta di un bene immateriale come la cultura, l’arte delle nostre città, la conservazione delle specificità culturali contro il delirio liberista specializzato nel trasformare il mondo in una grande Disneyland… Coca Cola, leggo sul giornale, sta perfezionando un accordo con il comune di Venezia per installare in tutto il centro cittadino i suoi distributori automatici di bibite, panini, snack, in cambio di 2 milioni e 100 mila euro in 5 anni. Alcuni hanno criticato la cifra, ritenuta troppo modesta se si considera il numero di turisti che ogni anno invadono Venezia. Continua a leggere

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