Lettera aperta ai giornalisti televisivi (dal blog Italiani Imbecilli)

 
 Un gioco. Leggete la frase: «I giornalisti sono i cani da guardia della democrazia».
 Dopo pensate a Porta a Porta.
 Dopo
date un’occhiata alle 40-50 pagine della maggior parte dei quotidiani e
contate quelle di pubblicità, di gossip, di cronaca nera, rosa, verde…
 Dopo
pensate a quante volte negli ultimi due mesi avete sentito dire a un
giornalista (a un giornalista, ripeto, non a un suo ospite) che le
ronde padane non sono una cosa normale in uno Stato di diritto, che i
cittadini italiani hanno già rifiutato il nucleare con il referendum,
che produrre scorie radiattive nel Paese che sversa rifiuti tossici nei
campi non è una buona idea, che decenni di lotte sociali hanno guadagnato, e
giustamente, ai lavoratori il diritto alla sicurezza del proprio posto, per non parlare di quello di sciopero.
 Così pubblico volentieri una lettera aperta scritta dall’équipe del blog Italiani Imbecilli e rivolta ai giornalisti televisvi (ma gli altri non si sentano assolti). Forse potremmo alzare un po’ la voce…
 
Italiani imbecilli
 lunedì 23 febbraio 2009
 Lettera aperta ai giornalisti televisivi

 
 Egregi giornalisti pubblicisti
 
 Negli ultimi tempi stiamo assistendo a un allarmante e sistematico svuotamento dell’informazione televisiva. Si tratta di un inquietante vacuum fatto di censure nei riguardi di notizie di importanza capitale per il nostro Paese e, contestualmente, di una ridondanza di informazioni a senso unico e spesso di scarsa rilevanza per una Nazione inquieta come la nostra, in questo momento storico.
 Sappiamo che la televisione non è mai stata libera, poiché oggetto di mire politiche, tuttavia gli italiani erano abituati a scorgere anche frammenti di verità nella seppur minima varietà di notizie da voi forniteci, magari ascoltando tra le righe o ponendo più attenzione ai brevissimi articoli, letti in fretta e furia per non creare eccessivi fastidi a questo o a quell’altro direttore o editore. Oggi, invece, assistiamo a una vera e propria censura sistematica di regime, in cui notizie come quelle relative alle manifestazioni popolari di piazza vengono del tutto disertate dalle vostre penne o, forse peggio, strumentalizzate. Il riferimento, in questo caso, è alla manifestazione del 21 febbraio scorso, svolta in Piazza Farnese (Roma), contro l’approvazione del decreto sul testamento biologico. Ma possiamo fare anche altri esempi. Sono tanti. Troppi, ormai.
 È comprensibile -da un lato- che le direttive giunte dall’alto, se disattese, potrebbero incrinare i rapporti con i vostri diretti ‘superiori’, ma quello che noi oggi vogliamo dirvi è di guardare dentro le vostre coscienze e vi chiediamo: dov’è l’orgoglio del cronista? Dov’è finita la vostra indignazione, dimostrata nella rivendicazione del diritto all’informazione? Dov’è finita quell’etica professionale che vi vedeva anche complici nel decretare uno sciopero di categoria? Noi facciamo appello alla vostra professionalità per vedervi reagire a questa situazione. L’Italia intera attende da voi una risposta, un moto d’orgoglio di natura professionale e civile. Il nostro Paese necessita di una vera e libera informazione, non tendenziosa, giammai costruita secondo diktat unilaterali.
 Risulta assai evidente che i vostri servizi giornalistici, oggi, sono costruiti per servire una precisa ideologia di partito che mira all’approvazione di leggi anticostituzionali e che devono poter essere approvate con un largo consenso popolare; ed è perciò, ad esempio, che ponete lo sguardo soltanto agli episodi di stupro commessi da extracomunitari, tralasciando quelli che si consumano nelle famiglie italiane, da italiani.
 Le notizie nascoste dalla televisione sono molte:
 – le quotidiane morti sul lavoro
 – i disoccupati delle numerose aziende in crisi e le proteste dei lavoratori
 – le misere condizioni dei pensionati
 – le difficoltà degli insegnanti che non riescono a gestire con la dovuta serenità una scuola ormai concepita per diseducare
 – i processi di cui si conoscono soltanto il corrotti, ma non i corruttori (processo Mills-Berlusconi)
 – la crescita delle esportazioni di armi
 – le tristi condizioni dei degenti negli ospedali, utilizzati come cavie per qualche chiodo da trapiantare urgentemente a causa della confezione irrimediabilmente aperta
 – le malattie dei nostri soldati dovute all’uso di proiettili all’uranio impoverito e all’inadeguata protezione
 – eccetera
 Conosciamo le strategie di persuasione adottate dalla tv, come quella della diffusione di servizi montati ad hoc e riproposti in mille salse per propagandare idee, anche utilizzando ospiti in studio che rileggono la Storia, interpretandola in favore dell’ideologia corrente. Anche voi, soprattutto voi, conoscete il potere della televisione e in quale misura questa riesca a plasmare le coscienze.
 Noi vi esortiamo a prendere orgogliosamente e coraggiosamente una posizione contro il bavaglio che il potere politico vi ha imposto e vi invitiamo a riconsiderare un’Italia in cui l’informazione possa davvero rappresentare lo specchio di una società libera, laica, democratica e tollerante, quale è.
 
 l’équipe di ITALIANI IMBECILLI
 

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