
Come anticipato, ieri sera ho partecipato alla mia prima tavola rotonda, al Centro servizi per il volontariato (CSV) di Aosta, insieme ai giornalisti Daniele Mammoliti e Christian Diémoz e a Jean Paul Lustrissy della società Netbe. I nostri interventi e quelli del pubblico hanno fatto da commento alla conferenza di Edoardo Fleischner, docente di Nuovi media e comunicazione all’Università Statale di Milano, che ha spiegato il concetto di crossmedialità, la convergenza digitale dei principali strumenti di comunicazione (tv, telefonia, web), partendo da una breve storia dei media per arrivare al presente e dipingere alcune prospettive di sviluppo per i prossimi 10 anni.
La storia dei media è “riassumibile” in 3 mila anni di teatro, 968 di libro stampato, 400 di giornale, 170 di fotografia, 116 di radio, 114 di cinema, 73 di televisione, 40 di internet, 20 di www, 18 di siti, 12 di blog, 11 di Google, 5 di Facebook, 4 di YouTube. Gli ultimi 4 media hanno caratterizzato la rivoluzione del web 2.0, nel quale chi fruisce della rete è la stessa persona che «fa la pagina», o collabora a realizzarla. Il 2.0, in altre parole, introduce il concetto di partecipazione. Fleischner ne descrive alcuni strumenti, come la notissima Wikipedia, enciclopedia on line creata dagli utenti, e in questo senso possibile strumento di democrazia dal basso, o come i portali sociali (social network). Si sofferma criticamente sul blog di Beppe Grillo, da lui studiato per due anni attraverso una lettura quotidiana dei post e di tutti i commenti. La conclusione, confluita nel libro Chi ha paura di Beppe Grillo?, è che non si tratta di un vero blog, perché manca un dibattito aperto e continuo tra chi scrive e chi commenta. Grillo non risponde mai ai commenti. Il suo è piuttosto uno strumento di autopromozione, attraverso il quale è possibile acquistare i libri e i dvd del comico genovese. Contiene, è vero, alcune idee interessanti, come quella delle liste civiche, ma complessivamente si può parlare di un’attività di marketing. Continua a leggere→