Le proposte finali del G20 di Pittsburgh

  Balle
 Negli ultimi giorni è stato giustamente posto l’accento sui grandi risultati del vertice di Pittsburgh che danno nuova speranza al mondo, soprattutto per quanto riguarda l’opportunità, che sembrava sfumata, di coniugare sviluppo economico e salvaguardia del pianeta, nonché di costruire un capitalismo e una finanza etici, capaci cioè di dotarsi di regole condivise, nell’interesse delle popolazioni.

 Ecco, in sintesi, i risultati del vertice G20: Continua a leggere

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30 Settembre giornata internazionale contro l’incenerimento

L'inceneritore di Brescia
 Mercoledì 30 settembre sarà la Giornata internazionale contro l’incenerimento dei rifiuti. Quella che segue è un’iniziativa organizzata dall’Associazione Diritto al Futuro, dal Comitato Rifiuti Zero Valle d’Aosta e dal circolo regionale di Legambiente per celebrare l’appuntamento in maniera pratica, senza retorica (teniamo presente, fra l’altro, che quanto accade oggi per gli inceneritori, finanziati con i soldi del contribuente, potrà accadere domani con le centrali nucleari).
 
 
NO AL FINANZIAMENTO ILLECITO DEGLI INCENERITORI:
 BANCHETTO AD AOSTA PER RACCOGLIERE LE ADESIONI DEI CITTADINI

 
 
In occasione dell’ottava giornata internazionale contro l’incenerimento, l´Associazione Diritto al Futuro, Legambiente Valle presenti con un banchetto mercoledi 30 settembre in Place des Franchises, dalle 17 alle 19.
 
Saranno raccolte le adesioni dei cittadini alla vertenza multipla che l´associazione Diritto al Futuro intenterà a nome dei singoli utenti nei confronti del Gestore della Rete Elettrica, tesa alla restituzione del 7% delle bollette elettriche emesse dal 2001 al 2007. Tali somme, infatti, avrebbero dovuto essere usate per incentivare le energie rinnovabili, mentre sono state dirottate al finanziamento delle energie "assimilabili", comprendenti anche
quella prodotta con gli inceneritori. Per questo l´Italia è stata condannata dall´Unione Europea.
 
Qualsiasi cittadino voglia aderire alla vertenza dovrà recarsi al banchetto munito delle fotocopie di una bolletta elettrica e di un documento di identità fronte e retro. Gli sarà chiesto di firmare la delega all´associazione e di versare un contributo di 10 euro. Continua a leggere

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Se Ezio Greggio ha ragione

 

http://www.youtube.com/watch?v=NQD_R1taI94

 Mi è capitato di vedere Striscia la Notizia, oggi, e di seguire così l’attacco (surreale?) di Ezio Greggio a quei giornali che se la prendono con l’Italia del "velinismo", rivendicando per la donna un ruolo e un’immagine diversi da quelli costantemente proposti dalla televisione. Coerentemente con i propri propositi, Striscia ha mostrato una serie di articoli tratti da vari quotidiani, puntualmente accompagnati, nella stessa pagina o al massimo in quella a fianco, da immagini pubblicitarie di donna-velina o donna-appendiabiti. Neppure l’Unità di Conchita Di Gregorio è sfuggita all’accusa di sessismo per la sua nota campagna pubblicitaria.
 Man mano che il servizio procedeva, mi sono accorto con tristezza che, anche se stava cercando di difendere il proprio programma come parte di un sistema condiviso, Ezio Greggio aveva ragione. Infatti non basta scrivere articoli sul corpo, mercificato
, della donna se poi non ci si svincola dal sistema (di vendita) che pretende di usare quel corpo per rendere appetibile un prodotto. In questo senso, la pubblicità di giornali come Repubblica o l’Unità (proprio le testate odiate da Berlusconi, me ne rendo conto; ma ciò non inficia il senso del discorso) contribuisce a costruire quell’immagine che i loro giornalisti vorrebbero mettere in discussione. Il critico è drammaticamente parte del sistema e certe operazioni rischiano di diventare ipocrite. Continua a leggere

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Vittorio Arrigoni è uscito da Gaza!

 
http://www.youtube.com/watch?v=8-Y-LyUT8eg


 Una buona notizia!
 

 Copincollo
dal
blog Guerrilla Radio. Vittorio Arrigoni è riuscito a lasciare la
prigione a cielo aperto di Gaza. Nei prossimi mesi Vik sarà ovunque
verrà invitato, per raccontare il «piombo fuso», l’embargo, la vita di
un popolo oppresso.
 
 In attesa di poterti vedere, Vik, grazie per il tuo impegno e un abbraccio.

 
 La prigione di Gaza vista dall’Aldifuori
 di Vittorio Arrigoni [da Guerrilla Radio]
 
 E così
sono sulla via di casa, mentre i miei incubi mi
condannano a rimanere incatenato a vita a Gaza.
 
 Dopo un anno di condanna sono riuscito a evadere di
prigione, grazie al colore della mia pelle e al mio passaporto. È falso
affermare che i diritti umani sono universali, hanno invece cittadinanza. E a
beneficiarne sono spesso coloro che li bistrattano. Continua a leggere

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Camminare con lentezza – III Aicram Granparadiso «I colori del bosco»

 

 Camminare con lentezza
è un consiglio. Domenica 18 ottobre 2009 alle 9 del mattino prenderà il via, dai prati di Sant’Orso di Cogne (Aosta) la terza edizione dell’Aicram Granparadiso «I colori del bosco».
Si tratta di una camminata un po’ lunga (c’è chi dice 50 chilometri)
nei boschi accesi dai colori dell’autunno. In pratica è lo stesso giro
della Marcia di luglio, ma col percorso al contrario (infatti, se leggete Aicram da destra a sinistra ottenete Marcia; al contrario, appunto).
 Anche le regole sono quelle di luglio: l’Aicram è una competizione non competitiva, la cui organizzazione è competenza dei partecipanti. Ci si ritrova sulla linea di via e si parte, seguendo un itinerario comune (che sarà online nei prossimi giorni). Non esistono giudici: ognuno si controlla e cronometra da sé. Non ci sono neppure spese d’iscrizione, però chi vince si compra la coppa, pena la squalifica. Correre, infine, è vietato dal regolamento (anche questo online il prima possibile). Il fine è divertirsi, naturalmente, e anche dimostrare che nel mondo della burocrazia e dell’intrattenimento calato dall’alto è ancora possibile mettersi insieme per inventare qualcosa di originale. Continua a leggere

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Partecipazione, democrazia e territorio di fronte alla rivoluzione comunicativa

 
Avevo parlato, qualche tempo fa, del corso La partecipazione a portata di click, durante il quale ho perfino tenuto una lezione, in virtù del mio ruolo di "blogger".
Si trattava, in poche parole, di riflettere sulle potenzialità di
internet e delle nuove tecnologie nell’aprire spazi e fornire strumenti
per una cittadinanza attiva. Oggi ho preso parte alla tavola rotonda
finale, intitolata Partecipazione, democrazia e territorio di fronte alla rivoluzione comunicativa, che si è tenuta presso il Centro servizi per il volontariato (CSV) di Aosta. Insieme agli altri docenti del corso (Fabrizio Favre, Christian Diemoz e Jean-Paul Lustrissy; era invece assente Daniele Mammoliti), ho provato a dire la mia sui risultati del percorso laboratoriale, svolto dai partecipanti al corso, intorno alle risorse partecipative presenti in 33 siti internet valdostani. Hanno ragionato
con noi alcuni partecipanti al corso, insieme a Sandra Bovo, capo ufficio stampa della Regione Valle d’Aosta, Nathalie Grange, direttore di AostaSera, Viviana Rosi, consulente editoriale, Patrizia Neri, presidente di Arci Valle d’Aosta, Fabio Molino, coordinatore del CSV, Fabio Protasoni, tutor dei corsisti. Continua a leggere

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Nessuna retorica sui «nostri» soldati. Rispettiamo i caduti: chiediamo una stampa libera

 
 Sarò stronzo, non so, ma se c’è una cosa che mi fa rabbia è la retorica
intorno ai «nostri» militari nel mondo, che esplode, puntuale, dopo ogni
attentato. Oggi a Kabul sono morti 6 paracadutisti della Folgore, e
insieme a loro 10 civili, mentre almeno 50 persone, tra le quali altri
4 militari italiani, sono rimaste ferite. Il dolore c’è, non si discute, eppure la domanda è sempre la stessa: che cosa fanno i nostri militari a Kabul?
Proteggono la democrazia e il popolo afgano? O pagano il tributo alle
guerre di Bush, trasformatesi poi nelle guerre di Obama? O magari il
pedaggio alla via delle commesse per Finmeccanica, la nostra
multinazionale delle armi, rendendo possibili le belle joint venture per assemblare gli F-35 a Cameri (Novara)?
 
 Non so che cosa farmene del cordoglio
delle istituzioni. Spero soltanto che non m’impongano il minuto di
silenzio a scuola. Perché – l’ho detto – non è il valore della vita di
queste vittime che metto in discussione: è l’onestà delle intenzioni.
Infatti, penso io, celebrare i nostri «eroi» in quella che è sempre più
spesso presentata per ciò che è, una guerra, significa celebrare la
guerra in sé, ribadirne ancora una volta la legittimità, tanto per il diritto internazionale
quanto per la felicità del popolo afgano. Continua a leggere

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