Oggi sono capitato su un sito di gossip, di cui non faccio il nome, e ho trovato esposto «il meglio» di una modella di cui non faccio il nome («il meglio» è proprio il titolo), vale a dire «diversi scatti, che abbiamo selezionato per voi, in un misto di sexy e hot, con veli e senza veli»: è questo, a quanto pare, il meglio di una donna.
Nello stesso sito c’è una fotogallery con tre «pupe» riprese mentre realizzano un calendario. «Pupe», le chiamano: un termine che un tempo sarebbe stato ritenuto offensivo, ma che ora va bene, perché ampiamente sdoganato dal programma televisivo «La pupa e il secchione».
Siti come questo non rischiano di chiudere per censura.
Sia chiaro che non c’è, da parte mia, alcuna traccia di perbenismo: non sto criticando le modelle, né il fatto che possano essere pubblicate le loro immagini senza veli.
Mi domando però perché una donna debba essere definita «pupa» (in latino «pupa» era la «bambola»), e perché il suo corpo – bellissimo, magari, ma non è questo il punto – debba essere considerato «il meglio» di lei.
Mi domando, insomma, quale concetto della donna emerga dalla lettura di questi spazi ma anche di quelli che, in teoria, non dovrebbero trattare il pettegolezzo, come i gestori di posta elettronica o (ancor più grave) i siti sedicenti d’informazione che mettono assieme la crisi di governo, la «pupa» di turno appena coperta dal tanga e magari, tanto per suggerire certe associazioni di idee, l’ennesimo caso di cronaca nera.
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io invece mi chiedo.. ma cosa diavolo leggi??
😀 😀
Bah, ci son capitato sopra, ma il problema è che non sono solo quelli gli spazi di questo genere in rete. Alcuni, però, si spacciano per siti seri. In ogni caso, certe cazzate hanno il potere d’ipnotizzarmi: posso stare tutti i giorni senza televisione, ma se capito su un qualsiasi programma mi viene spontaneo seguire…