Onorare i carnefici, si tratti di una scelta politica o del fatto che una corona funebre il giorno di Ognissanti non si nega a nessuno, significa una cosa molto semplice, e cioè, banalmente, onorare i carnefici: non prendere le distanze dai loro atti, insultarne le vittime.
È molto in voga dire che i morti sono tutti uguali. Eppure, che si tratti di una scelta ideologica o di semplice disattenzione (ah ah), la corona deposta martedì a nome del Comune di Milano al campo 10 del Cimitero Maggiore costituisce un atto gravissimo.
Davvero gravissimo è infatti che un’istituzione pubblica pensi a ricordare ufficialmente i defunti di quel campo: 921 caduti della Repubblica Sociale Italiana, 9 volontari italiani delle SS, più di 150 delle Brigate Nere, più di 100 della Legione Ettore Muti e una quarantina della X Mas.
Davvero gravissimo è il fatto che un’istituzione pubblica pensi a ricordare ufficialmente chi è caduto per perpetuare la dittatura, dare la caccia agli italiani antifascisti, inviare gente inerme nei campi di sterminio nazisti.
Un fatto del genere, a mio parere, equivale a schierarsi per una parte politica che è stata sì sconfitta dalla Storia, ma che è sopravvissuta in decine di sigle neofasciste che sono state o sono tuttora attive nell’Italia repubblicana nata dalla Resistenza.
Significa non avere ancora fatto i conti con il proprio passato, in un Paese dove l’immagine del “Duce” campeggia su calendari e accendini, e non si è mai smesso di invocare governi forti e “uomini della provvidenza“.
Significa non avere maturato un’idea precisa di che cosa sia la democrazia e di che cosa essa comporti.
>>> Leggi, sull’episodio della corona funebre, l’articolo di Repubblica.
>>> Nel blog, leggi anche Un Paese che non impara dalla Storia.
>>> Sulla commemorazione della X Mas a Nettuno (Roma), leggi l’articolo Onorare i carnefici (2).