Orwell non ce l’avrebbe fatta

Rispondo alla «lettera firmata» (non mi è dato sapere da chi) sul tema del referendum contro il pirogassificatore pubblicata oggi, 23 novembre, sulla Stampa Valle d’Aosta.

Rispondo a titolo del tutto personale, come sostenitore della campagna referendaria e del Sì e anche come insegnante (categoria chiamata in causa dal misterioso autore), perché non ho potuto leggere la lettera – un coacervo di ignobili bugie – senza fremere d’indignazione per la mistificazione sistematica di quanto accaduto nelle scorse settimane durante il processo di partecipazione e impegno culminato nel voto di domenica.

Orwell, inventore della Neolingua, non sarebbe arrivato a tanto.

Ho inviato la mia risposta alla Stampa.

Apprendo dalla «lettera firmata» pubblicata sulla Stampa del 23 novembre che la campagna per il Sì al referendum è stata «violenta» e ha generato, in Valle, una «brutta atmosfera». Quali sono gli atti di violenza imputati ai referendari? L’avere impedito al cittadino, attraverso «slogan» falsi, di accedere a un’informazione corretta. L’avere utilizzato «immagini scioccanti». L’aver creato «allarmismo immotivato» nei confronti del pirogassificatore. Già, perché l’impianto era «obiettivamente non dannoso» (ce lo assicura il mittente anonimo!), e gli oncologi che hanno espresso pubblicamente la loro apprensione per la salute umana hanno violato la deontologia professionale, come del resto quegli insegnanti che, da educatori, hanno ribadito il dovere civico del voto (che è cosa diversa dal fare propaganda per il Sì). Naturalmente, tanta animosità nei confronti di una struttura i cui rischi sono stati ampiamente esposti da tecnici e scienziati, con i quali i fautori del progetto non hanno mai accettato il confronto, non può non essere sospetta. «Non voglio vedere certe persone nelle prossime liste elettorali», ordina infatti il misterioso autore, dando per scontata la futura candidatura di chi si è battuto per una gestione virtuosa dei rifiuti. Che l’obiettivo primario non fossero le elezioni del 2013, tuttavia, è stato dimostrato dopo la vittoria dallo stesso Comitato, quando i “violenti” hanno deciso di appesantire ulteriormente la «brutta atmosfera» post voto… tendendo la mano alla Regione, nel tentativo di istituire un tavolo tecnico che di fatto avrebbe sottratto il tema dei rifiuti alla propaganda elettorale per le regionali. Una volta tanto, su un obiettivo che ci riguarda tutti, si sarebbe potuto lavorare insieme, ma chi governa ha scelto un’altra strada, assumendosi così l’onere di dimostrare, entro la fine della legislatura, di sapersi attrezzare per realizzare il migliore smaltimento possibile dei rifiuti all’interno del nuovo scenario determinato dal voto dei valdostani.

Mario Badino
Aosta

>>> PS: Chi volesse leggere la lettera alla Stampa la può scaricare QUI in formato pdf.

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2 risposte a Orwell non ce l’avrebbe fatta

  1. Andrea scrive:

    Verissimo! Condivido… Metti anche l’ articolo di questo innominato che non l’ ho letta????????????

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