Pigs! Le menzogne della crisi

Ripubblico il mio articolo-recensione del libro di Paolo Ferrero «Pigs! La crisi spiegata a tutti», comparso sul periodico valdostano «A sinistra» in uscita oggi. A tutt* consiglio di leggere il libro (e il giornale, scaricabile QUI). Aiuta.

Pigs! Le menzogne della crisi


Capita talvolta
d’incontrare un libro che fa la differenza e aiuta a orientarsi in un mondo che appare complicato. È il caso di «Pigs. La crisi spiegata a tutti» (ed. Derive Approdi, € 12), presentato il mese scorso all’Espace Populaire di Aosta dall’autore, Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, una narrazione del presente alternativa a quella “istituzionale”, che tenta di spiegare, con un linguaggio volutamente semplice, le origini della crisi economica e la via per uscirne.

La crisi, questo l’assunto, non è un dato di natura e la crescita della speculazione finanziaria, con la conseguente concentrazione del potere in poche mani, non è frutto di un incidente, ma di una scelta politica consapevole dei governanti occidentali. Il problema è innanzitutto il modello economico di riferimento, quel gioco per pochi partecipanti che prende il nome di mercato, idolo al giudizio del quale sottoponiamo le nostre politiche e la qualità delle nostre vite, ma che in realtà dipende dal volere di pochissime società private, in deroga a qualunque idea democratica.

Ferrero svela i meccanismi della speculazione, dal declassamento artificioso di interi Paesi da parte delle agenzie di rating, finalizzato all’aumento del tasso d’interesse sui titoli di Stato, al meccanismo della vendita allo scoperto, che permette di dichiarare la cessione di titoli che neppure si possiede. «Così io posso dichiarare di vendere milioni di titoli di Stato greci, farli scendere di valore, e poi comprarli due giorni dopo a un prezzo più basso». Il guadagno è assicurato, ma il conto lo pagano i cittadini.

Di fronte agli attacchi della finanza, i governi non sono inermi, ma complici: l’idea di subordinare il salvataggio dei Paesi a rischio di bancarotta all’attuazione di politiche di contenimento del debito e di “revisione” della spesa pubblica (tagli e privatizzazioni, demolizione del welfare, riduzione dei salari, in breve tutta la politica di Monti) va nella direzione di favorire i ricchi nel loro processo di ulteriore arricchimento, a scapito di tutti gli altri, una scelta giustificata con la “necessità” di mettere gli imprenditori nella condizione di fare investimenti, ma che in realtà rende evidente il carattere costituente della crisi, utilizzata per accantonare garanzie e diritti nel nome della competitività.

Per uscire dalla crisi c’è bisogno d’altro: «ridistribuire il reddito, il potere, il sapere, il lavoro». Ma le scelte economiche sono oggi vincolate all’applicazione di dispositivi nuovi, pensati per garantire il rigore, a partire dal fiscal compact, che prevede tagli per 45 miliardi all’anno per i prossimi vent’anni, chiudendo di fatto qualsiasi spazio di manovra per le coalizioni che si alterneranno al governo, indipendentemente dal loro colore politico, a meno di non rimettere in discussione l’intero meccanismo.

Che fare, in una situazione simile? La buona notizia è che, a voler praticare politiche diverse, si creerebbe automaticamente un margine di contrattazione: l’entità stessa del debito, infatti, garantisce il debitore, perché chi detiene il credito ha tutto l’interesse a evitarne il fallimento. Ferrero conclude il libro con una serie di proposte facilmente applicabili dai governi, a patto beninteso di voler cambiare strada. Compito di tutti è diffondere l’informazione e orientare le scelte e i programmi di quelle forze che si candidano a costruire un’alternativa, come ricordato sin dall’inizio del libro, con una citazione di don Milani: «L’operaio conosce 100 parole, il padrone 1000. Per questo lui è padrone».


Paolo Ferrero
«Pigs. La crisi spiegata a tutti»
Ed. Derive Approdi, € 12

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