Una battaglia che forse in tropp* ci siamo dimenticati, lasciandoci prendere dal ritmo delle cose quotidiane.
Una città lasciata nelle mani della superpotenza globale e dei cialtroni nostrani, a Vicenza come a Roma. «U.S.A.TA», come recita un cartello.
Un movimento che seppe mobilitare l’Italia e che ancora – nonostante tutto – sopravvive.
Perché una base di guerra non è roba che vogliamo: è contraria al senso di umanità e si pone contro la nostra costituzione e contro la sostenibilità ambientale, ad esempio contro il futuro della falda idrica.
Sabato 12 maggio un centinaio di attivisti No Dal Molin è entrato nella base dopo aver tagliato la recinzione. Un ennesimo gesto di resistenza umana.
Ora e sempre «No Dal Molin»!