Ri-pubblico, con il consenso dell’autore, l’articolo di Alessandro Robecchi, I reati minimi di Umberto Bossi, pubblicato sul manifesto di domenica 8 aprile.
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Voi siete qui – I reati minimi di Umberto Bossi
di Alessandro Robecchi.
Ecco, uno dovrebbe solidarizzare con il raggirato, certo. Ma è altrettanto certo che dipende da chi ti raggira. La Spectre, la Cia, il Mossad, tutta gente che ti frega facile. Ma se ti fai raggirare dal Trota e da Rosy Mauro, dico, ma come sei messo? Sul triste caso del Bossi Umberto prevale la pietas, l’umana comprensione, già aleggia il perdono. Siamo alla vecchia, cara, immortale commedia alla padana: «Cara non è come sembra, posso spiegarti tutto»… Pare una gara, tra i più illustri commentatori, a rendere l’onore delle armi al vecchio capo bolso fatto fesso da figli e famigli. Ma il vecchio capo bolso non era fino a pochi mesi fa addirittura ministro? E il suo partito di lauree comprate all’ingrosso, di diplomi fatti coi trasferelli, non esprimeva nientemeno che il ministro dell’Interno? E questa stirpe di macchinoni pagati con soldi pubblici, di gigolò mantenuti, di terrazzi ristrutturati, di Porsche a noleggio, di scuole padane a spese nostre, non era la stessa che – orgogliosamente – condannava a morte per annegamento centinaia di migranti disperati? Non era forse visibile a occhio nudo il progettino razzista e piccoloborghese del «padroni a casa nostra»? Comprare il diploma al figlio, la vacanza alla moglie, la laurea alla badante. E tutto dietro lo schermo un po’ scemetto del folkolore leghista con cui, ancora ieri, la grande stampa si trastullava. Ma sì, esagerazioni estetiche. Ma sì, frasi a effetto per militanti. «La violenza si è limitata alle fantasie orobiche sui trecentomila valligiani in armi», scriveva ieri il Corriere in prima pagina. Come dire: ‘sti leghisti han fatto un po’ di spettacolo, ma danni veri mai. E invece. E invece i respingimenti in mare sono cosa loro (e del socio Silvio). Il finto reato di immigrazione clandestina per cui migliaia di innocenti sono oggi nelle galere italiane, pure. Il calpestamento del diritto di asilo, anche. La vergogna per qualche milioncino fregato senza destrezza è oggi tutta padana. La vergogna per non aver fermato, a volte nemmeno visto, i crimini della meschina ideologia leghista, invece, è tutta italiana.