Non è proprio possibile. Non è costituzionale. Non possono farlo.
Salvatore Barbera, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, è stato bandito da Roma per aver apposto striscioni sui cambiamenti climatici e l’alluvione di Genova in piazza Colonna, ieri, 6 dicembre 2011. Foglio di via obbligatorio e divieto di ritorno per due anni.
È questo il nuovo clima favorito dal governo “tecnico” dei professori? La decisione del questore di Roma è gravissima e non può essere avallata dal silenzio di chi ancora si ostina a voler vivere in un Paese nel quale l’espressione pacifica delle proprie idee sia libera.
Immaginate il polverone che, giustamente, sarebbe stato sollevato dalla dai media se questo tipo di misura fosse stata presa in Iran o in Cina? Per aver manifestato, pacificamente, il proprio pensiero, Salvatore Barbera non godrà, per i prossimi 730 giorni della piena libertà di movimento sul territorio del suo stesso Paese.
Per approfondimenti, rimando al sito di Greenpeace, dal quale ho tratto l’immagine di questo articolo.
Come nelle precedenti occasioni, l’auspicio è che il Tar annulli il provvedimento della questura. È già successo dopo azioni di protesta condotte a Brindisi nel 2007 e sempre a Roma, nel maggio di quest’anno.
Il ministro dell’interno è già stato avvertito a mezzo interrogazione parlamentare.
Sulla vicenda pubblico di seguito il comunicato stampa di Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra.
Bandito da Roma: l’orologio della storia torna indietro di secoli!
Inaudita la decisione di consegnare il foglio di via ad attivista di Greenpeace – la solidarietà del Prc
Riteniamo gravissimo e lesivo della libertà di espressione e della democrazia il foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno a Roma per due anni imposto dal questore di Roma al responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Salvatore Barbera.
Il provvedimento è stato emesso dopo l’azione non violenta che i militanti di Greenpeace hanno svolto in piazza Colonna per chiedere di «salvare il clima», con l’apposizione di striscioni sui cambiamenti climatici e l’alluvione di Genova.
Ci uniamo alla denuncia degli attivisti di Greenpeace e del mondo ambientalista di grande senso civico finalizzata a smuovere le coscienze di un governo che si caratterizza per essere forte coi deboli e debole coi forti.
Un grande impegno quello dell’associazione ambientalista che andrebbe valorizzato e non represso.
Esprimiamo dunque la nostra solidarietà a Greenpeace e a Salvatore Barbera in comunione con le battaglie per la difesa del clima.
Riteniamo un gesto di inaudita gravità l’azione di criminalizzazione contro iniziative dimostrative di alta valenza simbolica per il Paese e per il mondo. Un provvedimento lesivo dei diritti costituzionali previsti dall’art. 16 e 17.
Art. 16 «Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge»;
Art.17 «I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica».
Rosa Rinaldi, Resp. Ambiente, territorio, beni comuni Prc-Fds
Davide Pappalardo, Dip. Ambiente Prc