Il secondo referendum propositivo della storia d’Italia

Succede nella regione più piccola e misconosciuta d’Italia, la Valle d’Aosta, che – insieme alla provincia autonoma di Bolzano – è l’unica porzione del territorio nazionale a possedere uno strumento partecipativo come il referendum propositivo.

Si tratta di un genere di consultazione che obbliga il potere legislativo a legiferare nella direzione proposta dai cittadini; una sorta di legge d’iniziativa popolare la cui applicazione sarebbe automatica in caso di vittoria dei Sì. Uno strumento che sarebbe bello poter estendere a tutta Italia (magari senza quorum), in questi tempi in cui la crisi economica è lo spauracchio brandito da più parti per convincerci tutt@ che occorre percorrere strade obbligate e non c’è spazio per gli idealismi e quegli orpelli che in realtà si chiamano democrazia e giustizia.

Nel caso specifico, si tratta di dire no (o anche di dire sì, al limite, ma esprimendo il proprio parere in prima persona, senza delegare) a un inceneritore pensato per bruciare per pirogassificazione i rifiuti dei valdostani (neanche 130 mila persone!). Ma del merito della questione parlo più avanti. Per ora voglio invitare la cittadinanza locale e il resto d’Italia a osservare attentamente quanto accade in Valle d’Aosta.

Il primo referendum propositivo della storia d’Italia – tenutosi il 18 novembre del 2007 – è stato affossato con una martellante campagna elettorale da parte del partito di governo, l’Union Valdôtaine, che incredibilmente (e con gran senso delle istituzioni!) aveva invitato il cittadino… a non andare a votare! Messaggio ricevuto e quorum abbondantemente mancato, allora. Chissà che oggi non si possa fare di meglio, anche dopo la dimostrazione, giusto lo scorso giugno, che un referendum può davvero cambiare le cose, costringendo la politica (per “mala” o buona che sia) a uscire dalla propria autoreferenzialità e seguire il volere del «popolo sovrano».

Sull’argomento avrò modo di tornare. Per ora siamo ancora alla fase della raccolta delle firme necessarie per l’indizione del referendum (la cui ammissibilità è stata però già stabilita dagli organismi preposti). Per il momento mi limito a una prima presentazione, utilizzando allo scopo (non me ne voglia) il testo di un’e-mail ricevuta da Paolo Fedi, consigliere comunale di Aosta e membro del circolo locale di Legambiente.

I primi banchetti utili per la raccolta delle firme saranno sabato 15 ottobre in via Aubert angolo biblioteca, e martedì 18 in via Aubert angolo Via Croce Città: mattina e pomeriggio.

«Ci siamo.
Superato lo scoglio dell’ammissibilità del quesito, siamo adesso a raccogliere le firme per poter fare il Referendum che vieta sul territorio regionale impianti che brucino i rifiuti.
Si tratta di una iniziativa seria, perchè anche la commissione europea sconsiglia i trattamenti a caldo per gestire i rifiuti in zone di montagna a causa delle possibili ricadute sanitarie e ambientali.
Una iniziativa saggia, poichè tutte le soluzioni alternative costano meno del pirogassificatore.
Una iniziativa necessaria, poiché la Regione, a fronte di 11.000 firme, ha finora negato un confronto reale tra l’ipotesi di pirogassificazione e la proposta alternativa avanzata dal comitato ValleVirtuosa.
Una iniziativa democratica, perché dà la possibilità ai cittadini di esprimersi, senza subire le scelte altrui, su un progetto importante, che per più di 20 anni condizionerà la nostra vita, la salute dei nostri figli, i costi delle bollette.
Una iniziativa virtuosa, per l’orgoglio di poterci presentare in tutta Italia e dire: «La mia regione è all’avanguardia nella gestione dei rifiuti”».
In questi giorni un comitato regionale sta valutando le uniche due proposte (!) di imprese che si sono presentate per costruire “l’innovativo” impianto. È importante che la Regione non affidi in questo momento l’appalto: se lo facesse, in caso di vittoria referendaria chiederemo che a pagare le penali siano quei politici che continuano a ignorare la volontà dei tanti valdostani che non vogliono in casa propria un inceneritore mascherato con nomi strani.
Il comitato referendario ha tempo fino alla fine dell’anno per raccogliere 5000 firme. Chi ha firmato lo scorso anno per la petizione, deve farlo nuovamente: in questo modo la sua firma avrà valore legale al fine di permettere il voto nell’autunno 2012.
Alcuni dei primi appuntamenti per la raccolta firme ad Aosta:
Sabato 15 ottobre in via Aubert angolo biblioteca, e martedì 18 in via Aubert angolo Via Croce Città: mattina e pomeriggio.
Oltre a firmare, sarebbe fantastico se tu dessi la tua disponibilità ad aiutarci ai tavolini: niente di eccezionale da fare, anche solo invitare le persone a passeggio che conosci a fermarsi. Più siamo più siamo forti. Come per acqua e nucleare, tutti dobbiamo sentirci parte di questa iniziativa referendaria». [Paolo Fedi]

Io ho già firmato, in anteprima, domenica scorsa a Bard. Invito tutte e tutti a fare lo stesso.

Guarda il manifesto di ValleVirtuosa «La parola ai cittadini».

>>> Nell’immagine, un manifesto che invitava al voto in occasione del primo refrendum propositivo della storia d’Italia, tenutosi in Valle d’Aosta il 18 novembre 2007. Il testo si riferisce all’invito allora espresso dal locale partito di governo, l’Union Valdôtaine, a disertare le urne, con il pretesto che i quesiti proposti non avevano «senso».

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