«Pro-life», letteralmente, significa «a favore della vita».
Normalmente si definiscono pro-life gli integralisti disposti ad accusare di infanticidio le donne che scelgono di non portare a termine una gravidanza o di omicidio i figli che non ne possono più di veder soffrire genitori malati senza speranza di guarigione, oppure i genitori che assistono figli ridotti allo stato vegetativo, o ancora chi decide – anche per rispetto di sé e della propria dignità messa in pericolo da protocolli medici che non disdegnano l’accanimento terapeutico – di porre fine alla propria esistenza.
Che cosa potrebbero essere i pro-life se fossero davvero «a favore della vita», è scritto invece QUI.
Recentemente in Italia un governo moribondo, e forse per questo interessato all’argomento, ha istituito per il 9 febbraio la Giornata nazionale degli stati vegetativi, su proposta della sottosegretaria Eugenia Roccella.
Il 9 febbraio è l’anniversario della morte di Eluana Englaro, cui dopo 17 anni in stato vegetativo una sentenza della magistratura ha restituito la dignità di rifiutare l’accanimento terapeutico su un corpo incapace di sentire o pensare. Si tratta di una data importante per il diritto laico di decidere di sé e del proprio corpo: non lasciamo che se ne approprino, per i loro fini politici, i pro-life.
Pubblico di seguito l’appello di Micromega, cui idealmente aderisco.
Per il prossimo 9 febbraio il Governo ha istituito la Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi. Decisione moralmente mostruosa, poiché offende la memoria di Eluana Englaro, che in quel giorno finalmente vedeva due anni fa rispettata la sua volontà sul proprio corpo. Decisione istituzionalmente irricevibile, poiché ufficializza come “delitto” una sacrosanta sentenza della magistratura. Decisione che infanga la Costituzione, poiché con essa il governo intende addirittura solennizzare la pretesa invereconda che la vita di ogni cittadino, anziché appartenere a chi la vive, sia alla mercé di una maggioranza parlamentare.
Di fronte a questa vergognosa provocazione diventa inevitabile e doveroso che tutta l’Italia democratica e laica, senza eccezioni, proclami il 9 febbraio Giornata nazionale della libera scelta sulla propria vita, onorando così la memoria di Eluana, di Piergiorgio Welby, di Luca Coscioni, e dei tanti altri che oltre alla tragedia della condanna a morte per malattia hanno dovuto affrontare anche la violenza di governi che vogliono costringere i malati alla tortura delle sofferenze terminali.
MicroMega chiede a tutte le associazioni laiche, a tutte le testate giornalistiche e i siti web che si riconoscono nei valori della Costituzione, a tutte le personalità del mondo della cultura e dello spettacolo che sentono il dovere elementare di rispettare e far rispettare la decisione di ciascuno sul proprio fine-vita, di mettersi immediatamente in contatto per organizzare insieme la giornata del 9 febbraio come giornata di libertà e di dignità, attraverso iniziative che si svolgano almeno in tutti i capoluoghi di regione.
(1 dicembre 2010)
Come già altre volte, suggeriso di rileggere (o riascoltare) il brano L’Istituzione-branco di Wu Ming 1.
>>> Frattempo:
L’altra sera ho assistito alla proiezione del documentario «The Iron Wall», sul muro eretto da Israele in Cisgiordania (ovvero nei territori palestinesi occupati – a proposito di pro-life…). Si tratta di un filmato davvero interessante e anche la serata, nel corso della quale Giovanni e Guendalina hanno raccontato la loro esperienza in Palestina, è stata molto intensa.
Dal momento che sono molto, molto indaffarato, rimando di un giorno o due la pubblicazione dei miei appunti, così da poter scrivere con calma qualcosa di sensato, perché l’argomento merita.