Gli stranieri in classe non potranno superare il 30% degli alunni

 Due pesi e due misure, ecco tutto. Se decidono che devono fare una centrale nucleare, allora dobbiamo affidarci ai tecnici, agli addetti ai lavori, perché il cittadino, zotico ignorante, non ha il diritto di porre obiezioni e men che meno di scegliere per se stesso.
 Quando si parla di scuola, invece, sono gli addetti ai lavori (gli insegnanti) che devono stare zitti e ubbidire: il loro parere è del tutto ininfluente.
 Per evitare le classi-ghetto, dice la signora con gli occhiali colorati, la percentuale di stranieri per classe non dovrà superare il 30% del totale.
 Ora, nessun* vuole le classi-ghetto, ci mancherebbe (anche se qualche mese fa era stata proprio questa maggioranza a proporle, se non sbaglio). Ma fissare una percentuale massima di stranieri per classe non è cosa che si possa fare a Roma, al ministero. Decisioni di questo tipo pertengono alla sfera della didattica e vanno prese dagli addetti ai lavori,
volta per volta, all’interno delle istituzioni scolastiche, a seconda della situazione, delle esigenze e del contesto.
 Pensierino finale: non è che il limite del 30% si applicherà davvero a TUTTE le scuole del regno, pardon, del sultanato?
 E se sì, dove gli studenti stranieri sono grandissima maggioranza come si farà a rispettare il limite e a fare le classi? Chiuderanno quelle scuole e le accorperanno ad altre "più italiane"?


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