Il governo italiano che ruba ai poveri per dare ai ricchi

 Ancora un articolo, che condivido parola per parola, tratto dal blog Femminismo a Sud.
 Buona lettura!
 

 

 
Il governo italiano che ruba ai poveri per dare ai ricchi
 
da Femminismo a Sud
 
 A venezia hanno schierato l’esercito contro i venditori ambulanti stranieri. Una task-force, altro che i vigili urbani ai quali eravamo abituati. 138 uomini per "sgominare" l’inarrestabile banda dei poveri morti di fame che provano a campare vendendo qualcosa invece che rubare.
 
 La domanda è: chi paga questi uomini? Noi? Perché i soldi pubblici devono essere impiegati in queste ridicole prove rambesche, in questa caccia all’uomo (ne resterà uno solo? come highlander?), in questa allucinante prova di forza dell’uomo ricco, bianco e borghese contro il senegalese povero, fuggito dalla sua terra, che vende oggetti per sopravvivere? Si sentirà forse un eroe colui che riuscirà ad acchiappare il suo trofeo umano?
 
 Mentecatti. Poveri omuncoli falliti. Solo gente così può architettare prove di così tanta meschinità.
 
 Tanto per precisare: a venezia governa il centro-sinistra.
 
 A Milano invece la polizia sta dando il meglio di sé. Prima hanno sgomberato l’Innse, la fabbrica in autogestione produttiva occupata dagli operai contro le decisioni di smantellamento dei proprietari. Dopo lo sgombero hanno picchiato la gente che ha protestato. Picchiati, come tanti anni fa, mentre l’attuale governo varava lo scudo fiscale per tutelare i bilanci dei ricchi. Picchiati mentre il governo offriva garanzie agli imprenditori che saranno tutelati sempre anche se i loro dipendenti muoiono a centinaia per assenza di sicurezza sul lavoro. Picchiati, mentre il governo taglia i fondi per le ammortizzazioni sociali e lascia nella merda tanta gente.
 
 Ai ricchi i soldi dei contribuenti e ai poveri i manganelli. Questa si che si chiama equità.
 
 Ancora a proposito di nord vs sud c’è la ulteriore provocazione della lega. Secondo calderoli al sud la vita costerebbe meno e dunque propone le gabbie salariali ovvero stipendi più bassi a sud e più alti a nord.
 
 La proposta in sé al solito fa veramente abbastanza pena. Ci sarebbe da discuterne – oltretutto la vita non costa affatto di meno – se non fosse basata sul nulla.
 
 Il governo del centro destra ha siglato un accordo con confindustria e sindacati (cisl e uil. la cgil si è rifiutata) per mandare a morte il contratto unico nazionale. Puntano sui premi produttività, sul superamento della soglia delle otto ore, sugli accordi privati, ovvero ogni imprenditore fa un po’ come gli pare e stipula accordi con i propri dipendenti senza il vincolo del contratto unico nazionale che stabilisce regole comuni per tutti e stipendi base.
 
 Questa la linea che il governo sta seguendo. Perciò questa proposta leghista diventa solo propaganda. L’ennesima presa in giro da parte di chi ha già creato le condizioni affinché siano applicate le gabbie salariali senza nessuna variazione preliminare.
 
 Con l’accordo già firmato i datori di lavoro del sud ovviamente sigleranno contratti da terzomondo con il risultato che a sud diventeremo l’ennesima zona franca nella quale gli imprenditori del nord potranno continuare a "delocalizzare" (le imprese del nord hanno già incassato contributi statali per costruire nel mezzogiorno. poi però hanno lasciato molte opere incompiute, hanno incassato i soldi e non hanno mai inteso offrire stipendi da metalmeccanici alla gente del sud) come ora delocalizzano in romania o in cina. Il risultato sarebbe lo stesso: tanta manodopera ricattabile a poco prezzo e disposta a lavorare anche 16 ore al giorno.
 
 La proposta di calderoli perciò, il balletto attorno al taglia e cuci e alla bontà del nord che concede al sud di avere gli stessi stipendi – non si capisce in che luogo dato che nel sud i contratti legali si contano sulle dita di una mano – è solo fumo negli occhi. Lo stesso fumo che per giorni il governo ha soffiato  mentre cedeva alla sicilia soldi dovuti.
 
 Per finire una segnalazione: un articolo sull’espresso che parla dei livelli di arsenico nei corpi della gente che vive in prossimità dell’enichem di Gela.
 
 Vi ricorderete certo dell’inquinamento prodotto dalla raffineria di Priolo, delle discariche di rifiuti tossici che il nord ci manda a seppellire, delle basi nato, delle centrali nucleari che vogliono piazzare nell’isola. L’enichem è stata una rovina. Ci hanno lavorato in tanti e altrettanti sono morti avvelenati o continuano ad ammalarsi di cancro.
 
 L’articolo dell’espresso apre con una frase scritta da Sciascia: Ora avete il petrolio, disse l’ingegnere. "Il petrolio? Mi creda, se lo succhiano – disse il professore – se lo succhiano. E così finisce col petrolio: una canna lunga da Milano a Gela, e se lo succhiano". Leonardo Sciascia aveva capito. Aveva scritto in un racconto del 1966, ‘Il mare colore del vino’, che il petrolchimico della città siciliana non avrebbe portato una lira nelle tasche dei suoi abitanti. Mai, però, avrebbe potuto immaginare che, dopo 40 anni, la città sarebbe diventata famosa in tutto il mondo per i tassi mostruosi di malformazioni e tumori.
 
 Ecco cosa siamo. La pattumiera del nord.
 
 Faccio per dire ma in quella zona io ci sono più o meno cresciuta: quanto vale la nostra vita per la gente del nord? Parliamo di gabbie salariali e di malattie conseguenti allo sviluppo di certe aree dell’italia (a nord). Sarà forse per questo che il governo continua a prorogare la class action (la opportunità di fare cause collettive con richieste di risarcimento ad aziende che hanno danneggiato i consumatori e/o il territorio, l’ambiente)?
 
 Ps: A proposito di bandiere, sapevate che quella siciliana – la trinacria, dai tre promontori che dominano l’isola – risale al tempo dei vespri siciliani e della cacciata degli angioini? In origine il volto che stava tra le tre gambe era quello della figura mitologica medusa. Poi con il tempo si è trasformato in un fanciullo con le cosce depilate che in qualche caso diventa una fanciulla. I capelli serpenti si sono trasformati in grano per raffigurare il ruolo siciliano di granaio di roma (la nostra storia di sfruttamento ha sempre avuto a che fare con un nord…). Tutt’ora la bandiera è come la vedete. Non sarebbe il caso di ripescare la medusa incazzata e di sostituire le spighe di grano con tre simboli rappresentativi della attuale dominazione dell’isola? Una ciminiera fetente di una raffineria, con un po’ di rifiuti tossici alla base, una bella antenna del muos statunitense, un bel boccalone di una radioattiva centrale nucleare e in basso la scritta "federalismo: la ricchezza a me, la merda a te!" – firmato calderoli.

 la bandiera siciliana

 
L’immagine d’inizio articolo rappresenta un Berlusconi-Robin Hood ed è tratta dal sito senzapelisullalingua, che pubblica con licenza Creative Commons.

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2 risposte a Il governo italiano che ruba ai poveri per dare ai ricchi

  1. fikasicula scrive:

    grazie mille mario 🙂
    buone vacanze anche a te se fai vacanza.
    ti segnalo che ho integrato il post con la storia della bandiera. trovi un ps alla fine a proposito della bandiera siciliana che simboleggia la colonizzazione. faccio anche proposte di modifica 😀

    buona continuazione e a presto!

  2. Mario scrive:

    Ho aggiornato il post con il tuo PS. Ancora buone vacanze, e a risentirci presto.
    PS: Condivido le tue proposte di modifica…

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