Aosta. Vietata «Bella Ciao»

 Aosta, teatro romano
 La Valle d’Aosta, lo so, è un luogo misterioso per il resto del Paese, famoso al più per la cronaca nera e le catastrofi in genere (l’incendio nel Traforo del Monte Bianco, l’alluvione del 2000, il delitto di Cogne e recentemente i bambini tedeschi abbandonati dai genitori in pizzeria). Nella realtà, come dappertutto, capitano anche altre cose in Valle d’Aosta, alcune belle e altre brutte; cose che forse sarebbe bello riuscire a far passare oltre la cortina di nebbia permanentemente calata sui confini regionali. Come la notizia, che ho appena letto in un comunicato di Francesco Lucat, segretario regionale di Rifondazione Comunista, secondo la quale «le autorità militari di Aosta hanno dichiarato l’incompatibilità della loro presenza in piazza [per le celebrazioni del 25 aprile] con l’esecuzione di pezzi musicali (come ad es. Bella Ciao o Fischia il Vento) che, pur richiamandosi alla Resistenza, non sono compresi negli inni ufficiali». La notizia, assicura Lucat, è stata confermata telefonicamente dal vicesindaco della città, Marino Guglielminotti Gaiet. Il segretario di Rifondazione afferma di non riuscire a capire (o forse di capire troppo bene) di quale «incompatibilità» si tratti: un’idea in proposito ce l’ho anch’io e riguarda l’appropriazione attualmente in corso della Liberazione da parte delle destre, di chi invoca memorie condivise, ossia l’equiparazione dei partigiani, combattenti per la libertà, ai repubblichini, combattenti per l’oppressione e il fascismo. Ora che Berlusconi festeggia il 25 aprile invitato dall’ineffabile Franceschini, ora che – in ambito regionale – l’Union Valdôtaine (il partito autonomista da trent’anni al potere) si allea con il PDL in vista delle elezioni europee scivolando così pericolosamente a destra, anche l’esercito italiano vuol dire la sua. Non a caso, il ministro della difesa è La Russa.
 
 Invito tutta la cittadinanza a celebrare il 24 maggio, data d’inizio della partecipazione italiana alla prima guerra mondiale, cantando l’Internazionale davanti alle caserme, così da affermare l’«incompatibilità» della nostra «presenza» con la retorica nazionalista e guerriera della Canzone del Piave. E se per caso si preferisse qualcosa d’ideologicamente più neutro, credo sarebbe opportuno almeno trovarsi al di qua delle «zone militari» per recitare coralmente il tanto disatteso articolo 11 della Costituzione.
  
 Quanto disgusto!


 Nella foto, il teatro romano di Aosta.

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3 risposte a Aosta. Vietata «Bella Ciao»

  1. samie scrive:

    e nessuno ha protestato? Nessuno ha cantato orgogliosamente Bella Ciao?

  2. Mario scrive:

    Sì, c’è stata Rifondazione che ha cantato, ma poi è intervenuta la banda che ha coperto la canzone!

  3. Ivan scrive:

    DISERBANTE SULLA STATALE A QUART. Caro Mario, fatti un giro se ti capita, e scoprirai che alle porte di AOSTA adesso c’è il DESERTO ! Alla faccia dell’ECOLOGIA !

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