Oggi mi è arrivata la ricevuta di ritorno della raccomandata che ho
inviato al senatore Francesco Cossiga per chiedergli conto delle sue
parole (prima al Quotidiano Nazionale, poi al capo della polizia) sul
movimento studentesco e sulla necessità d’infiltrare provocatori tra le
sue fila, oppure di aspettare l’incidente per poi procedere alla repressione:
«le forze di polizia si ritirino» (ossia rinuncino a svolgere il
proprio ruolo in difesa della cittadinanza). Un ex Presidente della
Repubblica, ex garante della Costituzione e oggi Presidente «emerito»
non può permettersi certi "consigli", sinceramente destabilizzanti
dell’ordine democratico. In Italia, tuttavia, ciò avviene senza
suscitare particolare scalpore o indignazione, almeno nei media
ufficiali. L’indignazione, per fortuna, c’è altrove, nel Paese e sul
web e c’è anche chi ha proceduto a denunciare il senatore a vita.
L’importante è evitare che il tempo cancelli la memoria e che le
parole di Cossiga vengano archiviate come le "sparate" di un
personaggio un po’ eccentrico.
Chi volesse leggere la mia lettera la trova qui.
Chi volesse denunciare Cossiga, può seguire questo link.
Clicca sull’immagine di questo articolo se vuoi ingrandirla.
ottimo lavoro…
Grazie! Ho provato a lasciare un commento sul tuo blog, ma non ci sono riuscito.
Giungo qui in seguito al tuo commento su Nonleggerlo.
Hai fatto benissimo a scrivere a Cossiga, noi del nostro piccolo dal blog ne abbiamo parlato 2 volte. E abbiamo mandato mail di massa.
Naturalmente non è niente, spero prima o poi di dire in faccia a Cossiga la gravità delle sue parole, e di quanto abbia umiliato l’intero Paese e la carica che ricopre. Indegno.
Un ragazzo lo ha denunciato.
A presto, Wil