Per Sandro Bondi la cultura è un Big Mac

 
 Sapere che il capo del governo italiano ha accolto il suo omologo tedesco, la cancelliera Angela Merkel, nascondendosi dietro un piedistallo
(strano per uno che di solito pretende di mettercisi sopra) per poi
saltare fuori facendo: «Cucù!» non mi fa né caldo né freddo. Non
modifica di una virgola ciò che penso di Silvio Berlusconi e, del
resto, ho smesso di credere alla serietà e dignità di certi contesti.
Ma questo Berlusconi è l’uomo che oggi, in Italia, detta le regole per costruire il
«nuovo» Paese. Lo abbiamo visto per la scuola. Lo abbiamo visto per l’ambiente. E ora il governo, attraverso il «ministro» dei Beni e delle Attività culturali, quel Sandro Bondi
che ha dichiarato di «non capire» l’arte contemporanea, ma che in
compenso si è fatto intervistare dal prestigioso periodico di arte classica Novella 2000,
riformerà la gestione dell’ingentissimo patrimonio artistico italiano
in base ai principi oggi tanto in voga della «frammentazione», della
«devoluzione» e, naturalmente, della «privatizzazione». Mentre le strutture ministeriali che – come richiesto dall’articolo
9 della Costituzione italiana – sono preposte alla tutela del settore vengono depotenziate
(mancano di personale e formazione, i concorsi sono bloccati, chi va in
pensione non viene sostituito), ecco fare capolino la figura di un «super manager»
con poteri assoluti, che presiederà la neonata «Direzione generale per
i musei, le gallerie e la valorizzazione». Il candidato proposto da
Bondi (che pure aveva promesso un concorso internazionale) ha un
curriculum che parla da sé: si tratta di Mario Resca, per 12 anni alla guida di McDonald’s Italia e oggi direttore del Casinò di campione d’Italia. L’uomo giusto, dev’essersi detto il ministro, per affidargli Venezia e il Colosseo… Così, giusto per fugare ogni dubbio, Resca ha dichiarato con gran tempismo di voler «mettere a reddito» i musei, magari seguendo l’esempio del Louvre, che affitta le proprie opere agli emirati arabi.
 


 Contro questa cattiva riforma del sistema di gestione dei Beni culturali, l’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli ha tenuto ieri, 17 novembre, la giornata di confronto «Allarme Beni culturali».
L’Istituto ha inoltre lanciato un appello che pubblico di seguito e invito di cuore a sottoscrivere.
 


 APPELLO PER LA SALVAGUARDIA DEI MUSEI E DELLA TUTELA DEI BENI ARCHEOLOGICI E ARTISTICI IN ITALIA


 
 L’istituzione della figura del ‘super manager’ con i poteri assoluti
che gli vengono delegati nell’ambito della nuova Direzione generale dei
musei italiani e il progetto di messa a reddito del patrimonio
artistico e archeologico che la sottende sono scelte profondamente
sbagliate nel presente e irrimediabilmente dannose nel futuro.
 
 Vedere equiparato a merce di scambio quel patrimonio e insieme
cancellata la sua tradizione di tutela provoca un senso di forte
disagio e una ferma reazione di rifiuto.
 
 La necessaria riforma della gestione dei beni culturali in Italia deve
assicurare valore alle competenze e alla formazione tecnico-scientifica
e nel contempo alle istanze storiche ed educative della valorizzazione,
in modo da garantire la conservazione nel presente e la consegna al
futuro delle opere, e da impedirne lo svilimento e il degrado.
 
 Chi amministra e governa il paese non ha la potestà di mettere a
rischio il patrimonio che ha garantito all’Italia una posizione
primaria nella cultura occidentale, minacciando quell’insieme
straordinario, costituito dalle opere e dai loro contesti, dalle loro
vicende storiche e conservative, territoriali e museali. Ciò non
significa escludere la collaborazione di competenze in grado di
assicurare un adeguamento delle risorse, ma significa guardarsi dal
pericolo di innescare meccanismi di consumo a perdere.
 
 Un’eredità unica e inalienabile non può essere equiparata a qualsiasi
altra forma di capitale, neppure col pretesto della grave crisi
economica.
 
 La comunità scientifica internazionale dichiara il proprio sconcerto e
richiede la revoca immediata di tale Direzione generale, denunciando la
necessità di un radicale ripensamento.
 

 Roma, 17 novembre 2008

 
 Per sottoscrivere l’appello bisogna spedire un’e-mail all’indirizzo appello@bianchibandinelli.it indicando nome, cognome, qualifica o istituzione di appartenenza, città. Le firme saranno raccolte dal 19 al 26 novembre 2008. L’elenco dei firmatari apparirà qui. L’indirizzo e-mail rimarrà riservato.


 La foto di questo articolo dovrebbe essere mia, ma potrebbe anche essere di Silvia Rinaldi.
 Irridi il potere! Gioca a comporre le poesie di Sandro Bondi!

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