Burattini senza (?) fili

Pupi, marionette, burattini… Da un po’ di tempo penso che dovremmo riascoltare il primo Edoardo Bennato, quello anarchico, quello che in pochi versi sapeva concentrare concetti meravigliosi, buoni per tutti, magari anche per un pubblico di ragazzini, ma non per questo meno rivoluzionari. Ricordo che da bambino la mia radio gracchiava:

Vai vai e leggili tutti e impara quei libri a memoria. / C'è scritto che i saggi e gli onesti son quelli che fanno la storia. / Fanno la guerra, la guerra è una cosa seria: / buffoni e burattini, no: non la faranno mai!

Versi oggi più che mai attuali, se è vero che la guerra la fanno ancora loro, i saggi e gli onesti, insieme ai moderati di tutti gli schieramenti… E naturalmente alle persone serie, dal momento che è questo l’aggettivo più amato dal nostro Presidente del Consiglio. Nell’album Burattino senza fili, Bennato mostrava un Pinocchio libero e perciò stesso braccato dalle “persone serie”, che lo volevano cambiare a tutti i costi e trasformare in uno dei “loro”. Ecco gli adulti, ecco i mangiafuoco e tutti i gatti e le volpi della società. Poi, quando la trasformazione avviene e il burattino diventa un bimbo, Bennato lo compiange:

Adesso non fai un passo se dall'alto non c'è / qualcuno che comanda e muove i fili per te, gli dice.

La libertà è perduta. E Pinocchio cambia pelle. Il burattino diventa un cittadino modello: governato, eterodiretto. Pronto per credere, aggiungo io, alle fandonie di nuovi gatti e nuovi volponi, di gente più scaltra di lui, che occupa gli scranni che contano davvero, che siede in Parlamento o in sala di regia. Gente che appronta i palinsesti, che si affanna a costruire nuove realtà, nascondendo quelle meno belle. I mangiafuoco che tirano i nostri fili (e chi può dirsi veramente indenne?). Decidono che cosa dobbiamo pensare e consumare, com’è opportuno che ci comportiamo, come dobbiamo vivere. Nell’attesa di un miracolo, ad esempio, nella precarietà più destabilizzante, quella che ci fa pronti per essere usati.

Tronchetti Provera è una persona seria. Beppe Grillo è un buffone. Romano Prodi e Massimo D’Alema sono persone serie. Gino Strada è un buffone. Joseph Ratzinger e Camillo Ruini sono persone serie. Alex Zanotelli è un buffone. Giuliano Ferrara è una persona seria. Dario Fo è un buffone. Enrico Mentana è un giornalista serio. Marco Travaglio è un buffone. Gorge W. Bush è un uomo serissimo. Non ha il senso dell’umorismo. Il Presidente Chavez è un buffone.

Riascoltiamo il primo Bennato. Quello che, in un’altra canzone (In fila per tre), citava ancora i libri di storia, quelli che dicono: Noi siamo i buoni, perciò abbiamo sempre ragione / e andiamo dritti verso la gloria!

Pupi, marionette, burattini… Con la mimetica o con il doppiopetto, ognuno protagonista di uno spettacolo già scritto, che qualche mangiafuoco (s)conosciuto ha pensato di rappresentare sulla piazza del paese. A poco a poco si prepara il palco, a Gaza City come a Baghdad, come nella tranquilla provincia italiana, dove si muore sul lavoro e le coppiette si incontrano da Auchan. Governati, eterodiretti… Pupi!


Si ringraziano gli attori che compaiono nelle foto di questo articolo: Pinocchio, che ha sfidato per noi la SORVEGLIANZA ARMATA di una caserma militare, il Pirata e il Mago, due simpatici burattini incontrati a Praga.

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