La mossa del cavallo (e appello Emergency)

Oggi si vota l'Afghanistan. Con la guerra permanente in Medio Oriente è giocoforza che torni di moda l’Iliade, straordinaria narrazione della guerra di Troia, che si colloca, giusta giusta, all’inizio della nostra cultura occidentale – se siamo fatti così ci sarà un perché – e che ha ispirato i versi e i disegni che seguono.

E' un piccolo contributo, un dono al premier, affinché comprenda che gli conviene diffidare dei falsi amici, quelli che ti promettono il voto solo per farti cadere.

Ammetto che la caduta di Prodi potrebbe anche non essere quella tragedia per l'Italia, ma, considerati i possibili "supplenti", voglio provare a mettere in capo al buon Romano un po' di sale in zucca… Chissà che non vi riesca l'arte figurativa, condita con un poco di poesia.


LA COSTRUZIONE DEL CAVALLO

 

Le scuri in alto! S’onori il furfante

ch’ebbe l’idea. Nascosti nel folto

degli alberi, achei, lavoriamo

col filo delle nostre accette

i tronchi più giovani: che schiantino

in terra, dei Teucri la fine annunziando!


IL CAVALLO DI TROIA

Semplice e geniale, il cavallo di Troia è un bel trucchetto a disposizione di ogni imperialista degno di questo nome. Si tratta di una tecnica vincente: prendi un manipolo di giovani guerrieri, gli butti sopra un bel travestimento, in modo che possano confondere il nemico e penetrare le sue difese. Una volta oltre le mura, si daranno da fare per sobillare, sbudellare, sabotare e spalancare le porte della città proibita… Qualche esempio concreto, tanto per capirsi!

 

1) Le multinazionali americane, presenti con i loro prodotti nei Paesi soggetti a bombardamento, per finanziare l’erario americano, permettendo l’acquisto di altre bombe;

2) Le linee di prodotti etici promosse dalle grandi aziende, per fare altri soldi e screditare il commercio equo e solidale;

3) Rutelli, Padoa Schioppa e Mastella nel governo di centrosinistra;

4) La Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale;

5) Gli ambasciatori delle grandi potenze nel Consiglio di sicurezza dell’Onu


CAVE MASTELLAM!

Nelle prove tecniche di Democrazia Cristiana ora in corso al Senato, il cavallo di Troia più pericoloso per la componente ancora un po' di sinistra del governo è quello rappresentato da Mastella e Casini. Uno cerca di entrare, l'altro di uscire, tutti e due vogliono scardinare la porta. I risultati saranno sotto gli occhi di tutti quando sarà troppo tardi per tornare indietro. Il voto sull'Afghanistan è l'ennesima prova cui si sottopone questa maggioranza: si sottopone, perché sembra davvero fare di tutto per allontanare da sé il gradimento dei cittadini. Mentre i diliberti si affannano a spiegare che la natura della nostra missione non cambierà neppure con l'invio di altri uomini e mezzi, i tanti ordini del giorno che pioveranno in aula servono a mettere le mani avanti: e spuntano i marini e i fassini, pronti come i funghi, piccoli come puffi. Ancora una volta (come in occasione della finta crisi di governo voluta da D'Alema e dei conseguenti 12 punti di Prodi) l'esecutivo punta a superare le reticenze di chi ancora ha un briciolo di coscienza giocando al rialzo. "Prodi mio bello", gli dicono i senatori "pacifisti", "non siamo tanto sicuri di voler restare in Afghanistan…" "La questione non è più questa", risponde il premier, "siete rimasti indietro! Ora si tratta di decidere quanti altri uomini e mezzi inviare. O volete lasciare i nostri ragazzi senza protezione?".


INTANTO GLI OSTAGGI

Restano prigionieri l'interprete e il mediatore afgani sacrificati per liberare Daniele Mastrogiacomo. Pare che il governo se ne infischi, anche se in cose come queste è necessario usare le dovute cautele. Ecco l'appello di Emergency per la liberazione di Rahmatullah Hanefi e Adjmal Nashkbandi.

     

Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Il responsabile afgano dell'ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato all'alba di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani. Da allora nessuno ha potuto vederlo o parlargli, nemmeno i suoi famigliari. Non è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun documento che comprovi la sua detenzione. Alcuni afgani, che lavorano nel posto in cui Rahmatullah Hanefi è rinchiuso, ci hanno detto però che lo stanno interrogando e torturando “con i cavi elettrici”.

Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto potrebbe essere determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi, l'interprete di Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua famiglia.

Domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che in un “alto meeting sulla sicurezza nazionale” presieduto da Hamid Karzai, è stato deciso di non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto capire che non ci sono accuse contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare false prove.

Non è accettabile che il prezzo della liberazione del cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso cittadino afgano e da Emergency. Abbiamo ripetutamente chiesto al Governo italiano, negli ultimi giorni, di impegnarsi per l’immediato rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato che l’avrebbe fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le parola data.  

Per firmare l'appello basta cliccare qui.

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