Non ci sono altre parole: il fascismo è una montagna di merda.
Certa mentalità, certa incultura, quella per cui il nemico non è più umano e può essere aggredito, distrutto, è qualcosa che avvicina la nostra età alla preistoria più remota, alla legge della clava, quando l’uomo comandava sulla donna perché fisicamente più forte, e l’uomo più nerboruto aveva la meglio su quello meno nerboruto (ah, oggi non è molto diverso? ecco).
Si dissocino tutti. Dall’uccisione dello studente Clément Méric, 19 anni, in Francia, dall’aggressione al cantante e al fonico dei 99 Posse a Velletri, dal pestaggio che ha provocato la morte di Stefano Cucchi – quand’era, in teoria, sotto la tutela dello Stato.
Si dissocino le varie associazioni che si richiamano al fascismo, dicano che loro non c’entrano niente, oppure rivendichino orgogliosamente le mille aggressioni che spacciano per lotta politica. Abbiano il coraggio di dire chi sono e che cosa pensano.
Si parla tanto dei «terroristi», che sono – naturalmente – gli appartenenti a culture diverse, come gli islamisti di quache Stato asiatico o africano, quelli che bolliamo con il crisma della malvagità, quelli che è giusto bombardare – assieme al resto della popolazione – per «portare la democrazia».
Si parla tanto dei «terroristi», che sono – naturalmente – gli immigrati, quelli che non fanno parte dei «nostri», che appartengono a un «loro» che li contrappone a «noi», ciò che li fa nemici e forse non più umani.
Si parla tanto dei «terroristi», che sono – naturalmente – gli uomini e le donne che non accettano di prostrarsi al sistema economico dominante, quelli che hanno deciso che – per esempio – la Tav in Val di Susa e il MUOS in Sicilia sono due errori, due sprechi, due vergognose e dannosissime tragedie.
E come li chiamiamo questi? I nostalgici di quel ventennio in cui (la propaganda vuole che) i treni arrivavano in orario? I nostalgici del buffone con la camicia nera che mandava la gente al massacro (e a massacrare altra gente) facendo le smorfie al balcone? Non sono forse «terroristi» questi, che con le loro aggressioni a chiunque leggano come diverso – perché di sinistra, perché omosessuale, perché femminista, perché, molto semplicemente, gli sta sul culo – alimentano la paura di prendere posizione, di continuare il proprio impegno civile e sociale, di scrivere, come sto facendo in questo momento, che il fascismo è una montagna di merda?
Ma naturalmente le forze dell’ordine hanno altre emergenze in cima alla lista delle priorità. La Val di Susa, come dicevo sopra, oppure gli studenti, o anche gli operai. Io chiedo alle istituzioni, se ancora hanno a cuore non dico la democrazia o la legalità, ma il semplice interesse di non perdere quel che gli rimane di faccia, di occuparsi seriamente della destra fascista e radicale, a partire magari proprio da una riforma in senso democratico delle forze dell’ordine.
Nella mia città campeggiano alcuni cartelloni, della «Fondazione Alleanza Nazionale», inneggianti a Giorgio Almirante, fascista convinto e rifondatore del partito fascista nell’Italia repubblicana, come a un «grande italiano». Alessandra Mussolini si indigna in televisione di fronte allo storico che ricorda le malefatte di nonno Benito. Da che parte stanno quelli che ci governano, quelli che – in parlamento o al governo – dovrebbero incarnare le istituzioni di una Repubblica che si sarebbe voluta natifascista? Nemmeno sul rifiuto della dittatura e della violenza possiamo essere d’accordo?
Forse questo blog non ha un numero sufficiente di lettori per essere considerato un problema. Forse il fatto di abitare nella piccola Aosta anziché a Roma o a Milano mi rende abbastanza tranquillo che queste mie parole non mi costeranno un’aggressione – e magari la morte – solo perché ho osato esprimere ciò che penso.
O forse toccherà anche a me (o a te che stai leggendo queste righe), prima o dopo, perché il fanatismo e l’intolleranza sono tra noi, non sono il prodotto di culture remote. Luca Persico, ‘O Zulù, voce dei 99 Posse, e uno dei fonici della band sono stati aggrediti alle 22.30 di sera davanti al pub Passo Carrabile di Velletri, dove dovevano suonare (20 contro 2, complimenti per il coraggio dimostrato dai sostenitori della cultura virile, guerriera, machista). La reazione degli aggrediti e l’intervento della sicurezza del locale ha evitato il peggio, ma naturalmente un peggio ci poteva essere.
Pubblico il comunicato stampa della band e la foto di Zulù, che ha riportato ferite al capo. E concludo con un verso della canzone Rigurgito antifascista: «Venti a uno è la tua forza, fascio infame».
COMUNICATO STAMPA della 99 POSSE
Venerdì 7 giugno 2013
È accaduto ieri sera a Velletri, in provincia di Roma, intorno alle ore 22.30. Quando, subito dopo aver parcheggiato la macchina nella piazza antistante il pub “Passo carrabile”, dove Zulù avrebbe dovuto esibirsi, il nostro cantante e uno dei fonici della band sono stati aggrediti con cinture e altri oggetti atti a offendere da un gruppo di una ventina di persone che esponevano simboli di estrema destra. La pronta reazione e l’intervento della sicurezza del locale hanno fatto sì che gli aggressori si dessero rapidamente alla fuga, impedendo che l’episodio avesse conseguenze più gravi delle contusioni, dei tagli e delle abrasioni superficiali riportate dai nostri compagni, che hanno rifiutato di essere trasportati in ospedale. Purtroppo la serata non ha potuto avere luogo e ci scusiamo con i presenti che erano venuti ad assistere allo spettacolo.
Un fatto grave, che si inserisce in una sempre più preoccupante recrudescenza dell’estremismo fascista in Europa e in Italia. Il 5 Giugno a Parigi, nei pressi della centralissima Saint-Lazare, è morto in seguito alle percosse ricevute da tre naziskin Clément Méric, studente della facoltà di Scienze Politiche di appena 18 anni. Nella notte dello stesso 5 giugno una molotov è stata lanciata contro il portone del centro sociale Astra 19 nel cuore del Tufello a Roma, al piano terra di una casa popolare abitata da decine di persone. Anche in questo caso, chiara la matrice fascista, nel clima avvelenato della campagna elettorale per le Comunali a Roma.
Chi ci mette la faccia si assume i suoi rischi e noi che ce la mettiamo da vent’anni lo sappiamo bene. Anche a Velletri stasera, quando in due abbiamo subito l’aggressione di venti fascisti che colpiscono e scappano. «Venti a uno è la tua forza fascio infame», cantiamo in «Rigurgito antifascista», una delle nostre canzoni più famose. E anche stasera abbiamo avuto la dimostrazione che non ci sbagliamo: vigliacchi, capaci di farsi forza solo in branco e in schiacciante superiorità numerica. Non abbiamo sporto denuncia perché crediamo che l’antifascismo non si pratichi in quegli stessi tribunali che assolvono gli assassini di Stefano Cucchi e comminano 100 anni di carcere a 10 compagn* per qualche vetrina rotta a Genova. L’antifascismo si fa nelle strade.
La lotta continua, a testa alta come sempre, sputandovi in faccia il nostro odio!
99 Posse & Crew