Caro Romano, Rahmatullah?

Rahmatullah Hanefi è in prigione e rischia la condanna a morte per aver aiutato il governo italiano. Ieri, 25 aprile, ho inviato una mail a Prodi e a D'Alema. Il testo è nella parte estesa di questo articolo. Ricordo un'iniziativa:

Copia e incolla la frase sottostante, corredala di nome, cognome e città di residenza, oltre all'eventuale precisazione “cittadin* italian*”, e inviala a trasparenzanormativa@governo.it

Presidente Prodi, esprimo la mia solidarietà a Emergency e la mia preoccupazione per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Chiedo al mio governo di fare di più.

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Rahmatullah Hanefi rischia di essere condannato a morte

Chi scrive è preso dal lavoro, non sempre ha il tempo di sfornare nuovi articoli, di curarli come piace a lui. Perciò chiede un po' di pazienza: tra poco sarà di nuovo presente. Ma non riesce ad aspettare (anche se adesso non ha tempo per nulla di troppo lungo e rifinito) per commentare la notizia secondo cui Rahmatullah Hanefi rischierebbe addirittura di essere condannato a morte. Per aver messo in pericolo la sicurezza dell'Afghanistan. Bisogna ridere o piangere? Hanno parlato proprio della sicurezza dell'Afghanistan… E Prodi, dopo aver utilizzato l'uomo di Emergency, non batte un colpo (ergo: non c'è). A suo tempo, ho letto un sacco di commenti, da parte di chi, nella "sinistra radicale", accettava di rifinanziare la missione militare in Afghanistan in cambio di un apporto più grande alla ricostruzione delle infrastrutture afgane: la pace sarebbe passata da lì, nel sottrarre spazi alla guerra. Oggi Emergency se ne va e arrivano nuovi mezzi militari e nuovi soldati. Il popolo italiano in tutto questo non è stato mai consultato, e neppure "rappresentato", considerato il numero esiguo e sicuramente non rappresentativo dei parlamentari che ha votato contro il prolungamento della missione in Afghanistan. Ma che questo serva almeno a poter fare un po' di voce grossa, a imporre la liberazione di Hanefi a Karzai. Ah, se gli americani fossero d'accordo! La cosa sarebbe già fatta, "sicurezza dell'Afghanistan" o meno…

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Burattini senza (?) fili

Pupi, marionette, burattini… Da un po’ di tempo penso che dovremmo riascoltare il primo Edoardo Bennato, quello anarchico, quello che in pochi versi sapeva concentrare concetti meravigliosi, buoni per tutti, magari anche per un pubblico di ragazzini, ma non per questo meno rivoluzionari. Ricordo che da bambino la mia radio gracchiava:

Vai vai e leggili tutti e impara quei libri a memoria. / C'è scritto che i saggi e gli onesti son quelli che fanno la storia. / Fanno la guerra, la guerra è una cosa seria: / buffoni e burattini, no: non la faranno mai!

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Non tassate il biodisel, mettete Emergency sul balcone

Sfogliando i quotidiani, mi soffermo sempre sulle lettere dei lettori. A volte scopro cose interessanti. Sul manifesto di ieri, ad esempio, ho trovato un appello al Parlamento europeo e al Ministero dell'ambiente italiano, affinché s'impegnino a modificare le disposizioni approvate dalla Commissione europea (prot. n. 501PC0813) "che negano la possibilità di commercializzare biodiesel puro (90% olio di colza, 10% alcol) per autotrazione nel territorio italiano senza che questo sia gravato da accisa". Giuseppe Valerio, autore della lettera, giudica "scandaloso prendere una decisione simile in un momento nel quale l'inquinamento è ormai causa conclamata della morte di migliaia di persone ogni anno e l'aumento della quota di anidride carbonica nell'aria è causa universalmente riconosciuta del disastro climatico. Sono molte oggi le aziende, i comuni, le associazioni, le cooperative che fanno stabilmente uso di biodiesel puro e che verranno costrette da questa disposizione insensata a tornare a bruciare carburanti fossili". Resto senza parole: è l'ennesima riprova del fatto che alle solenni dichiarazioni dei nostri governanti non seguono quasi mai i fatti. Come al solito, quel che interessa è il profitto. Sarebbe bene appurare, comunque, quali sono le motivazioni di un'Europa sempre meno patria dei diritti e sempre più trappola per gonzi. Mi riprometto di andare a cercare le disposizioni europee e di pubblicarle sul blog. Vorrei riuscire a capire il bisogno di Bruxelles di imporre norme su cui onestamente potrebbe lasciar decidere i singoli Stati… E' il caso dell'accisa sul biodisel, ma anche quello del prestito bibliotecario, che secondo le menti elette della Ue dovrebbe essere a pagamento. Non so, tutto ciò mi puzza un poco di liberismo becero: quello che alla spietatezza unisce l'assenza di una qualsiasi motivazione plausibile.

Sempre sul manifesto di ieri, una lettera di tono più allegro, nella quale Cecilia propone di esporre sui nostri balconi, accanto alle bandiere della pace, quelle di Emergency. "Quale migliore simbolo di pace, di contrarietà a ogni tipo di guerra, di uguaglianza e solidarietà?", si domanda. "Facciamo sentire al «nostro governo» che Emergency non sta lottando da sola".

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Oggi 19 aprile sit in a Roma per Rahmatullah Hanefi

Presidente Prodi, esprimo la mia solidarietà a Emergency e la mia preoccupazione per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Chiedo al mio governo di fare di più.
Copia e incolla questa frase , corredandola di nome, cognome e città di residenza, oltre all'eventuale precisazione “cittadin* italian*”, e poi inviala al presidente Prodi.


Oggi 19 aprile, alle 17.30, si terrà davanti all'ambasciata afghana a Roma, in via Nomentana 120, un sit in per chiedere la liberazione di Rahamatullah Hanefi, il mediatore di Emergency nel caso Mastrogiacomo, da quasi un mese in carcere a Kabul. Due le richieste fondamentali. Una «al governo afghano di liberare immediatamente Rahmatullah Hanefi e di creare il clima favorevole affinché Emergency possa riprendere normalmente il suo lavoro», denunciando «le vergognose dichiarazioni del governo Karzai, che ha accusato Emergency di fiancheggiamento con i terroristi». L'altra, «al governo italiano di usare tutti i mezzi disponibili, ufficiali e informali, per ottenere questi obiettivi».

Al sit in hanno finora aderito: Action, Aprile online, Arci, Assopace, Carta, Cisda, Donne in Nero, Fiom, Forum Ambientalista, Giovani comunisti, Gruppo Abele, Left, Libera, Liberazione, Lunaria, manifesto, Rinascita, Riva Sinistra, Sci, UdS UdU Un ponte per, ReDS – Rete degli studenti, Tavola della pace.



Ringrazio GhostCCCP, autore di questa immagine, per avermi dato il permesso di utilizzarla.

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L’Italia usa lo scudo

Ogni tanto può essere utile andare a frugare nel sito della Camera dei deputati. Si trovano un sacco di cose interessanti, come la conferma dell'accordo siglato tra Italia e Stati uniti per la cooperazione nel sistema di scudo antimissile che gli Usa stanno mettendo a punto e vogliono estendere all'Europa. Delle ragioni per cui un tale progetto sia da ritenere pericoloso è già stato trattato qui. Quello che importa ora  è che l'annuncio non era stato ufficializzato dal nostro Paese fino all'interpellanza urgente della deputata del Prc/Se Elettra Deiana, vicepresidente della Commissione Difesa della Camera, un'interpellanza fatta in seguito al un articolo uscito sul quotidiano il manifesto il 1° aprile u.s. (ma non si trattava di un pesce, purtroppo). Il Parlamento, insomma, lungi dall'essere stato consultato in quanto legittimo rappresentante del popolo italiano, ha appreso dal giornale una questione di questa importanza. Nella parte estesa di questo articolo, si trovano l'intervento del Sottosegretario di Stato alla Difesa, Marco Verzaschi e la replica di Elettra Deiana.

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La piazzetta della cittadinanza attiva

Le foto di questo articolo sono state scattate dai miei a Matera dove, a quanto pare, esiste una Piazzetta della cittadinanza attiva. Io ne approfitto per introdurre una nuova sezione del blog, nella quale raccoglierò varie iniziative sociali e politiche (petizioni, boicottaggi, proposte, ecc), cui invito tutti a partecipare.
Tanto per cominciare, voglio fare un piccolo riassunto: nell'articolo che sta sotto a questo trovate un appello per devolvere l'otto per mille delle tasse alla Chiesa valdese che, a quanto pare, non lo utilizza per il culto, ma integralmente per beneficienza. C'è anche la possibilità di partecipare a questa petizione, volta a superare il Concordato tra lo Stato e la Chiesa cattolica.


In difesa della laicità dello Stato, è poi il seguente appello al Parlamento italiano:
Si può continuare a tacere? O bisogna interrogarsi se non si è andati oltre? Oltre lo stato laico e il rispetto della pluralità delle idee Oltre l'idea di uguaglianza e il principio di non discriminazione Uno stato è laico se religioni e ideologie non hanno influenza sul governo della società, ma hanno valore solo per le persone. Lo stato deve garantire un comune spazio di libertà e, non può imporre una dottrina morale. Per questo è necessario che chi siede in Parlamento per volontà di elettori e elettrici serva il principio dell'autonomia e del pluralismo, rappresentando e disegnando una comunità libera e responsabile, contrastando le diseguaglianze in un contesto di diritti e doveri e sancendo la libertà di organizzarsi la vita e le relazioni senza che le scelte di alcuni diventino obbligo per tutte e tutti, pena la perdita dell'autonomia personale e la conseguente violazione della dignità della persona.
Vediamo crescere ogni giorno un ossessivo richiamo da parte della chiesa cattolica ai valori e ai modelli unici: in questo apostolato scorgiamo, con preoccupazione, vene di integralismo e di contrapposizione a altri integralismi, ma, proprio perché laici, difendiamo la libertà della Chiesa e della sua missione.
Ciò che ci pare vada oltre è vedere le istituzioni, a partire dal nostro Parlamento, incapaci di esprimere autorevolmente il proprio giudizio. Arretrare per evitare la chiarezza, per paura di un sano conflitto di idee non aiuta la convivenza, anzi descrive una società triste, che guarda indietro e non sa scrutare il futuro. I diritti civili segnano l'epoca, parlano dell'accoglienza e delle società multietniche, del bisogno essenziale di diritti, doveri, responsabilità, di rispetto, di libertà e quindi di laicità.
Per adesioni: scamusso@tin.it
 
S. Camusso, sindacalista; F. Capelli, dir. Casa della cultura di Milano; S. Coyaud, giornalista; C. Fasoli, musicista; G. Gaslini, musicista; G. Giorello, filosofo; S. Lo Giudice, pres. naz. Arcigay; A. Mancuso, segr. naz. Arcigay; R. Marcotulli, musicista; A. Martini, pres. on. fed. ciclistica it.; P. G. Odifreddi, matematico; M. Ovadia, regista; O. Piccolo, attrice; L. Ravasi, psicanalista; M. Rebotti, giornalista; P. Soldini, giornalista. 


Sit in a Roma per Rahmatullah Hanefi
Il prossimo 19 aprile, alle 17.30, si terrà davanti all'ambasciata afghana a Roma, in via Nomentana 120, un sit in per chiedere la liberazione di Rahamatullah Hanefi, il mediatore di Emergency nel caso Mastrogiacomo, da quasi un mese in carcere a Kabul. Due le richieste fondamentali. Una «al governo afghano di liberare immediatamente Rahmatullah Hanefi e di creare il clima favorevole affinché Emergency possa riprendere normalmente il suo lavoro», denunciando «le vergognose dichiarazioni del governo Karzai, che ha accusato Emergency di fiancheggiamento con i terroristi». L'altra, «al governo italiano di usare tutti i mezzi disponibili, ufficiali e informali, per ottenere questi obiettivi».

Al sit in hanno finora aderito: Action, Aprile online, Arci, Assopace, Carta, Cisda, Donne in Nero, Fiom, Forum Ambientalista, Giovani comunisti, Gruppo Abele, Left, Libera, Liberazione, Lunaria, manifesto, Rinascita, Riva Sinistra, Sci, UdS UdU Un ponte per, ReDS – Rete degli studenti, Tavola della pace.


  
Concludo la rassegna ricordando la petizione on line per far assegnare il nobel per la pace a Gino Strada e, in più, una piccola iniziativa di questo blog. Tutti sono invitati a copiare e incollare la frase che segue, corredandola di nome, cognome e città di residenza, oltre all'eventuale precisazione “cittadin* italian*”, per poi inviarla al presidente Prodi (trasparenzanormativa@governo.it).

Ecco il mio fac-simile:
 

“Presidente Prodi, esprimo la mia solidarietà a Emergency e la mia preoccupazione per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Chiedo al mio governo di fare di più”.

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