Da Alex Zanotelli a Wu Ming, un appello per i cittadini di Chiaiano – Democrazia militarizzata

 È un tale susseguirsi di attacchi sferrati alla democrazia e ai diritti che fare il punto della situazione non è facile. Non credo che se il precedente governo Berlusconi fosse rimasto in carica altri cinque anni si sarebbe potuto permettere tutte le licenze che oggi si concede. Senza una sinistra fuori dal Parlamento, senza un’opposizione ipnotizzata da un concetto malinteso della «responsabilità» istituzionale, senza la diffusione di una temperie, di un clima favorevole alle misure razziste e autoritarie dell’attuale maggioranza (un clima, si badi, largamente condiviso all’interno del Paese, anche da parte di quelle forze che attualmente dovrebbero svolgere un ruolo di opposizione), non avremmo mai avuto i pogrom antirumeni, oppure l’idea di subordinare la gravità di un reato alla «regolarità» o alla «clandestinità» di un cittadino, per cui lo stesso crimine è più grave di un terzo se a commetterlo è stato l’uomo nero.
 
 Di fronte al continuo ridursi dei diritti (si guardi, ad esempio, al mondo del lavoro) e delle libertà, dovrebbe stupire la sostanziale indifferenza dell’opinione pubblica che non solo non si è precipitata sulle barricate in difesa delle conquiste del XX secolo (lo Stato sociale, ad esempio), ma ha accettato, quando con rassegnazione, quando addirittura con entusiasmo, di subordinare il diritto alle emergenze divulgate dai media, prima fra tutte la retorica securitaria. Continua a leggere

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Il Previdente del Consiglio e il gioco (dell’estate?)

 Roma. Carabinieri presidiano l'Altare della PatriaIl nostro Previdente del Consiglio, per non venire meno alla sua proverbiale prudenza, prima di festeggiare l’arrivo del suo compare americano a Roma ha riservato una sezione del carcere di Rebibbia agli eventuali fermati e un’ intera ala di ospedale per i possibili feriti. Sarebbe stato spiacevole, infatti, accorgersi all’ultimo momento che non c’era posto per tutti: son quelle cose che ti fan fare brutta figura con l’opinione pubblica di sinistra (PD?).
 
 Chi si aspettava un’altra Genova è rimasto, però, deluso: tutto è andato liscio, il che naturalmente è positivo. Sarebbe stato bello replicare la grande partecipazione dell’anno scorso, però, con quasi 100 mila manifestanti in giro per il centro della città. Quest’anno ci si è fermati a 10 mila, pare. Okay, sto zitto: questa volta non c’ero neppure io (motivi di lavoro), ma non vorrei che ci si fosse già stancati di calpestare asfalto inutilmente. In tanti non aspettano altro che un ritorno di tutt* al privato per poter disegnare senza scocciature la loro idea di mondo.
 
 In epoca di reality show, mi piacerebbe lanciare un gioco. L’idea me l’ha fornita il solito Previdente del Consiglio, immaginando di aprire le vie di Napoli ai volontari, desiderosi (come si sa) di raccogliere i rifiuti. (Sempre meglio di La Russa che le strade le apre ai militari, comunque) Si tratta, in poche parole, di reclutare qualche volontario tra i potenti, tra i più ricchi, tra i privilegiati (ognuno immagini la sua categoria preferita) e metterli in un appartamento normale in una zona normale (neanche troppo disagiata) del nostro Belpaese. Tempo di permanenza: a partire da un mese. Reddito fisso: 800-1000 euro o anche meno (che il concorrente deve versare di tasca sua per partecipare al gioco, ci mancherebbe ancora che glieli dessimo noi!), con i quali il "potente" deve pagarsi l’affitto e tutte le spese quotidiane. Scopo del gioco: mostrare come vive un cittadino normale a chi evidentemente non riesce nemmeno a immaginarlo. Titolo possibile: "Torno coi piedi per terra".
 
 
Secondo voi si può fare?
Mi piacerebbe che se ne parlasse sul blog.

 

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La V Marcia Granparadiso estate

  V edizione MARCIA GRANPARADISO estate                            Guarda le foto dell’edizione 2007!
  Domenica 13 luglio 2008 – Ore 8.30
  Cogne (AO) – Prati di Sant’Orso

 La locandina dell'edizione 2008 
 «È capitato a tutti», lo dicevo un anno fa, «di pensare che, nel mondo, gli spazi lasciati all’iniziativa del singolo diminuiscano continuamente e che ogni “evento” abbia bisogno di essere autorizzato, patrocinato, sponsorizzato da qualcuno e magari anche “piazzato” sul mercato televisivo. Altrimenti l’evento non esiste». E commentavo che forse qualche volta pure noi abbiamo storto il naso di fronte a proposte calate dall’alto, anche quando si tratta di sport e di divertimento, di fronte a competizioni per pochi eletti, oppure destinate a tutti, ma solo formalmente, perché tanto la gara vera e propria è territorio esclusivo dei professionisti.
 
 Come chi mi segue sa già, la Marcia Granparadiso estate nasce per reazione a tutto questo, come un momento spontaneo, autorganizzato, da vivere all’aria aperta, in maniera non competitiva. Esiste una data (domenica 13 luglio 2008), ci sono un orario e un luogo di ritrovo (i prati di Sant’Orso a Cogne, Aosta, alle 8.30 del mattino), un regolamento e un percorso, ma poi vige la massima libertà, per tutt*, di scegliere il proprio passo, di camminare in gruppo o da sol*, di arrivare fino in fondo oppure fermarsi prima. Unico limite: è vietato correre, il regolamento non lo permette. Unica spesa: il prezzo di un panino, se lo volete portare, e poi, visto che non si paga l’iscrizione, l’obbligo del vincitore di comprarsi la coppa. Pena la squalifica. Continua a leggere

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Apartheid e altri fascismi

 Dal blog Femminismo a Sud
 

 Approfitto di
questo articolo per linkare un piccolo dialogo tratto dal blog Femminismo a Sud, che rende molto bene il clima d’involuzione democratica che oggi caratterizza l’Italia. Negli ultimi giorni si sono susseguiti gli assalti agli stranieri, compreso un pogrom in piena regola (Napoli), un omicidio di matrice fascista (Verona, ai danni, in questo caso, di un ragazzo italiano), un episodio grave di squadrismo (Roma), un blitz leghista, con relativo presidio, nell’area che dovrà ospitare una comunità sinta, a Favaro Veneto. Le immagini dei roghi di Ponticelli, le accuse dell’eurodeputata ungherese Viktoria Mohacsi, che ha denunciato le pessime condizioni di vita della comunità rom in Italia, le condanne del Vaticano e dell’Onu dipingono una situazione ben diversa da quella che traspare dalle dichiarazioni dell’esecutivo, nella persona di Giovanni Caracciolo di Vietri, rappresentante italiano presso le organizzazioni internazionali a Ginevra, che ha invece ribadito l’impegno della Penisola nella lotta al razzismo. Mentre accadevano gli episodi (che non so se chiamare di cronaca) citati qui sopra, il governo prevedeva con un apposito disegno di legge un «giro di vite» sull’immigrazione clandestina e, addirittura, l’introduzione di un reato ad hoc, quello di «clandestinità», incompatibile peraltro con l’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani, secondo il quale «ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato».
 
 Le critiche sopraggiunte, difficilmente ignorabili (anche il Quirinale aveva lasciato trapelare la propria preoccupazione), hanno convinto al dietro-front il capo del governo. Che ieri, nel corso della conferenza stampa congiunta con il Presidente francese Sarkozy, ha ammesso che «non si può perseguire nessuno per la permanenza non regolare nel nostro Paese condannandolo con una pena», salvo poi precisare che «la clandestinità può essere un’aggravante per chi commette un reato».
La Bossi-Fini rende la clandestinità permanenteCome dire che se io rubo una mela e uno straniero irregolare ne ruba un’altra il suo furto, rispetto al mio, merita un aggravio della pena, benché il reato sia lo stesso. L’idea del governo («un’aggravante di un terzo di pena», secondo una dichiarazione di Ignazio La Russa) è pericolosissima perché mette in discussione il principio dell’eguaglianza di tutte e di tutti di fronte alla legge (art. 3 della Costituzione italiana) e il concetto stesso dell’unicità del diritto. L’impressione, del resto, è proprio quella di uno slittamento continuo verso una consacrazione ufficiale delle disuguaglianze in atto nella società. La lotta (peraltro negata, nel nuovo clima di convergenza nazionale) è quella di sempre, fra ricchi e poveri, ma oggi i poveri, gli oppressi, sono gli stranieri sprovvisti di documenti, per i quali non valgono i diritti e le garanzie tutelati da quanto ancora sopravvive dello Stato sociale.
 
 Per garantire le attuali possibilità di sfruttamento, la clandestinità è lo strumento ideale. Così, una legge che nella sostanza impedisce la messa in regola dei clandestini, è naturalmente il caso della Bossi-Fini, raggiunge puntualmente lo scopo che le è stato assegnato: la costruzione di una società all’interno della quale le regole e i diritti non sono gli stessi per tutti.
 
 Se poi si soffia sul fuoco dell’emergenza sicurezza…

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Benvenuto, Presidente!

 
Roma, No War No Bush Day
 
 Un anno fa
ero a Roma ad accogliere il Presidente americano, padre della guerra permanente e padrone del mondo. «No Bush, No Prodi, Il nemico è in casa nostra» recitava uno striscione. Il nuovo governo è per Washington un alleato persino più fedele di quello che lo ha preceduto e Bush ritorna a Roma – faccio mie le parole dell’appello del Patto permanente contro la guerra – «per chiudere la partita sulla nuova base Usa a Vicenza, ottenere nuove truppe e nuove regole di combattimento in Afghanistan, coinvolgere l’Italia nell’escalation di guerra contro l’Iran e in Medio Oriente, concretizzare la collaborazione italiana allo Scudo missilistico Usa e alla costruzione degli F 35».
 
 
Foro imperialeQuesta volta, con mio grande rammarico, non potrò andare ad accogliere l’ospite sgradito. Invito tutt* quant* ne abbiano la possibilità ad andare, per manifestare la propria disapprovazione verso l’orrore della guerra senza fine e proporre una visione del mondo e della società diversa da quella basata sulla sopraffazione e sulla legge del più forte. Mobilitiamoci, tutte e tutti, per realizzare gli obiettivi che il Patto permanente contro la guerra propone: ritiro immediato delle truppe italiane dall’Afghanistan, dal Libano, dai Balcani; revoca della decisione di costruire una nuova base militare Usa a Vicenza e smantellamento delle basi militari Usa/Nato nel nostro territorio per riconvertirle a uso civile; revoca dell’adesione dell’Italia allo Scudo missilistico Usa, della partecipazione alla costruzione degli F35, dell’accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele; taglio delle spese militari a favore di quelle sociali.
 
 Del resto, ricordate i versi di quella poesia (o è una vecchia canzone?), quella che dice: «L’Italia ripudia la guerra / come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli / e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
 
 Peccato che la letteratura non abbia valore di legge, peccato!
 


 Clicca sulle foto, se vuoi ingrandirle.

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Resistenza e sport


Lungo il tragitto della Marcia...
 
 Uno.

 
 
 Tra qualche tempo,
come le navigatrici e i navigatori più assidui immaginano già, incomincerò a parlare della Marcia Granparadiso estate, quest’anno alla sua V edizione, che si terrà a Cogne, in Valle d’Aosta, domenica 13 luglio p.v.
 
 Si tratta di un’iniziativa alla quale do molta importanza, non solo perché è bella e consente di passare ore piacevoli in compagnia, lungo un itinerario fatto di prati, di boschi e sentieri di montagna, ma anche per il suo spirito, completamente acommerciale e anticompetitivo.
 
 Ne parlerò ancora, per il momento basterà dire che è vietato correre (si cammina e basta, meglio se in gruppo ma pure da soli va bene); che non ci sono spese d’iscrizione, basta trovarsi nel luogo e all’ora dell’appuntamento e partire; che il vincitore ha l’obbligo di comprarsi la coppa. Continua a leggere

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È tornato l’imperatore!

 I risultati elettorali nel sito della Regione Valle d'AostaAccade in Valle d’Aosta.
 

 
 
 È tornato l’imperatore.
Così titolava l’edizione nazionale della Stampa a commento delle elezioni regionali ultime scorse. La vittoria è andata all’Union valdôtaine ed è stata travolgente. Ma è stata soprattutto la vittoria dell’ex Presidente della Regione ed ex senatore Augusto Rollandin, noto anche, e democraticamente, come «l’empereur» [l’imperatore]. Ancora una volta, come non manca di ripetersi da 30 anni a questa parte, il partito del leoncino rampante guiderà la Valle d’Aosta. Il partito che invitava a rimanere a casa, a novembre, in occasione del primo referendum propositivo d’Italia. Quello dei 2 mila chilometri di strade poderali in montagna. Quello dell’inceneritore.
 
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 Questo blog si rivolge a un pubblico variegato, che magari in parte non conosce la vita politica della regione più piccola d’Italia. E allora sarà il caso di spendere due parole sul nuovo (?!) uomo forte della politica nostrana, tanto nuovo che lo ricordo Presidente al tempo in cui ero bambino. Chissà se tutto ciò che dirò potrà essere usato contro di me; sicuramente nulla di quanto segue è frutto di malevole fantasie o interessi personali. Cito fatti acclarati, conosciuti dai più, ma, evidentemente, giudicati in maniera diversa da come ho fatto io da 13 mila 836 elettori valdostani
(su una popolazione complessiva che supera di poco i 124 mila abitanti, minorenni compresi).
 
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