Il resoconto dell’Aicram

 Il giro trionfale
 L’Aicram c’è stata ed è stata un successo, a giudicare da pochi, semplici fatti, a cominciare dal record assoluto (6h50’) stabilito dal milanese Francesco De Giglio. Nessuno era stato così veloce, finora, né all’Aicram né alla Marcia di luglio. L’edizione 2008, comunque, ha stabilito un altro record, quello negativo, con 5 concorrenti che hanno tagliato il traguardo 5-10 minuti prima dello scadere del tempo massimo consentito (erano quasi le otto di sera), al buio, ma con la luna ormai splendente e le luci della passeggiata a indicare la strada. Ottimo tempo anche per i secondi arrivati, Fabio Minocchio e Eugenio Orlandelli (ex aequo, 8h03’); peccato invece per Grazia De Simoni, che ha concluso il giro un attimo dopo, ma non ha completato il percorso: disorientata dall’interruzione del ponte di Champlong causa lavori, ha tagliato le cascate di Lillaz e la Valleille. Fra i partecipanti (26 quest’anno, 29 contando anche i 3 cani presenti), altri atleti hanno percorso un tratto significativo dell’itinerario, sia pure senza terminarlo, com’è possibile evincere dalla classifica generale.

Il giro trionfaleUna pausaI colori del bosco
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 A questo punto, l’appuntamento con la Granparadiso è per febbraio, con la classica competizione di sci di fondo (questa volta il blog non c’entra, però va detto che l’idea della versione estiva e di quella autunnale devono parecchio alla loro “sorella maggiore”). La Marcia non competitiva torna invece domenica 12 luglio 2009 (e non dite che non ve l’ho detto con anticipo), a meno di bizzarre idee invernali, magari con le ciaspole.
 
 
Allego a questo articolo l’elenco dei partecipanti, la classifica, le foto e la rassegna stampa.

 Le cascate di LillazIl masso della ValleilleSylvenoire
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 Invito tutti i partecipanti a inviare le loro fotografie all’indirizzo
info.blog@libero.it (saranno pubblicate). Potete anche mandare piccoli testi con le vostre impressioni. Ricordo infine l’obbligo, per il vincitore, di scrivere un piccolo resoconto della gara, e quello di comprarsi la coppa entro 12 mesi dalla data della vittoria. A questo proposito, va segnalato che domenica, dopo la gara, Luigi Sorcelli, il vincitore dell’edizione 2007, ha esibito la propria coppa ed è stato premiato dai reduci dell’Aicram, come dimostra questo scatto.


 La seconda foto di questa pagina è di Silvia Rinaldi. Quella dell’arrivo notturno, cliccabile nel testo, è di Carlo Badino. Le altre sono mie.

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Governo a punti

 
 Passeggiavo trullo trullo per la strada, quando sono rimasto folgorato da un’idea geniale: il governo a punti. Diamo 10 crediti
al Consiglio dei Ministri, stabiliamo alcune regole e togliamo un punto
ogni volta che l’esecutivo "sgarra". Hai proposto una misura
incostituzionale, dandole valore di legge con un decreto ad hoc?
Via un punto! Hai tagliato i fondi ai servizi basilari, aumentando
magari le spese militari? Via un altro punto! Il sistema è semplice e
credo che sarebbe molto efficace per limitare certi deliri
d’onnipotenza. Quando poi il governante dovesse esaurire i propri crediti, scatterebbe l’espulsione
da Palazzo Chigi (per sempre, però, mica per il resto della
legislatura) e il Capo dello Stato sarebbe chiamato a decidere se
assegnare a qualcun altro l’incarico di formare un nuovo governo o se,
viceversa, sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.
 
 Se qualcuno trovasse il sistema troppo macchinoso, si consoli pensando che il meccanismo è stato proposto realmente, dalla Lega, come deterrente per gli stranieri regolarmente in possesso del permesso di soggiorno.
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Prendiamoci le mani, non le impronte (il video)

 

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 Ho rivevuto
via mail il link di un video girato da Francesca Schiavon e relativo alla mobilitazione organizzata da Acli, Arci, Legambiente, Emergency VdA, Arci Gay, Associazione dei Migranti lo scorso luglio ad Aosta, contro la schedatura etnica dei rom. All’iniziativa era intervenuto anche Moni Ovadia, che aveva avuto parole di fuoco
nei confronti della politica del governo. A distanza di qualche mese,
non mi pare che l’indignazione stia trascinando la gente sulle
barricate: forse ci siamo rifugiati nel tepore dell’indifferenza, nelle
nostre case, con o senza schermo televisivo acceso. Il
governo, invece, non s’è fermato, va avanti, modificando a suo
piacimento
il Paese.
 Tanto, dice lui, i cittadini hanno deciso con il voto.

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Meritare la targa

 

 
Una volta, sulle targhe delle auto, c’erano le sigle delle province. Allora tutte le città volevano la loro, per dimostrare di esistere, di essere importanti. Poi sono giunte le targhe nuove, quelle con le lettere e i numeri, e il campanilismo italico ha complottato nell’ombra fino al ripristino della sigletta sul lato in basso a destra, con gran felicità delle province nuove (ne escono tre o quattro all’anno), come quella brianzola, oppure la Bat-Provincia (Barletta, Andria, Trani), che ha il merito di trasformare ogni vettura nel macchinone di Batman.
 
 Esistono altre targhe, però, forse persino più importanti. Sono le targhe delle nostre vie, delle nostre piazze. Quella nella foto è l’aostana piazza Caduti nei Lager nazisti: un parcheggione su due piani davanti all’ospedale regionale. Ironia della sorte, tra tubi di scarico e penombra ricorda vagamente una camera a gas. Forse i deportati morti nei lager tedeschi meriterebbero qualcosa di più. In compenso, la bella Aosta è piena di vie, piazze e vialoni dedicati a illustri sconosciuti della storia locale. Non che in questo vi sia alcunché  di male, ma trovo che manchi qualsiasi riferimento a modelli del nostro tempo, che magari sono vissuti lontano dalla Valle d’Aosta… Io, ad esempio, propongo d’intitolare una strada a Peppino Impastato, chissà che qualcuno non mi ascolti.
 
 Certo,
altrove le cose vanno peggio. Ci sono regioni d’Italia dove le targhe commemorative dell’«esule» Bettino Craxi, un tempo latitante ma poi trasfigurato e santificato dallla morte, stanno spuntando come funghi. A Comiso, invece, l’aeroporto dedicato a Pio La Torre, parlamentare del Pci ucciso dalla mafia nell’82, ha riacquistato il vecchio nome Vincenzo Magliocco, generale dell’Aeronautica fascista, morto in Africa nel ’36. Lo ha deciso Giuseppe Alfano, il nuovo sindaco di centrodestra.
 
 Voglio linkare il blog del
veronese L’Ombroso, che racconta l’intitolazione di una via cittadina a Nicola Pasetto, che un tempo «girava per le strade di Verona con gli amici camerati a caccia di rossi compagni, e giù sprangate». «In Italia», commenta L’Ombroso, «è sufficiente presentare un certificato di morte
per veder esentate le marachelle commesse in vita e aspirare ad un
processo di beatificazione in piena regola. Basta dimostrare di essere non vivi, al resto penseranno gli attuali revisori della storia».

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Sconsigliàti!

 
 Scenario numero uno: facciamo finta di essere inguenui. Il Consiglio di Stato (CdS) ha deciso, in piena autonomia, di sospendere il referendum cittadino che si sarebbe dovuto tenere a Vicenza questa domenica. Lo ha fatto perché il testo del quesito [1] non era «legittimo»,
in quanto riguardava la possibilità dell’acquisto, da parte del comune,
di una proprietà demaniale già assegnata dal governo italiano a quello
statunitense
, l’area aeroportuale del dal Molin. Se così fosse, la forma sarebbe salva, ma la sostanza no, perché in ogni caso alla cittadinanza di Vicenza viene impedito di esprimere la propria volontà
riguardo all’installazione, nel proprio territorio, di una struttura
invasiva come una base militare. Sarebbe l’ennesimo caso nel quale la ragion di Stato
si discosta dall’interesse dei cittadini, sul quale, come spesso accade,
prevale. In questo scenario è tuttavia possibile ravvisare qualche
ingenuità da parte della giunta comunale nel formulare il testo del
quesito e sperare in una nuova redazione che possa trovare il nulla
osta del Consiglio di Stato.
 
 Scenario numero due: non crediamo alle favole. Timoroso di un plebiscito
contro la base militare da parte della cittadinanza vicentina, il
governo Berlusconi, che cerca in ogni
modo di far credere che il Paese apprezzi e sostenga la politica dell’esecutivo (mi vengono in mente alcuni sondaggi recenti), ha "convinto" il Consiglio di Stato dell’opportunità di bocciare il referendum. Il senso della decisione del CdS sarebbe, dunque, politico e ci troveremmo alle prese con una specie di «colpo di stato amministrativo, che priva i cittadini di uno strumento fondamentale di espressione e di partecipazione», come scrive Marco Revelli sul manifesto in edicola oggi. In questo secondo scenario, occorre preoccuparsi moltissimo: il governo cancella il dissenso a colpi di sentenze, allo stesso modo in cui approva una legislazione in grado di garantire l’immunità delle alte cariche (oltretutto si vorrebbe estendere il Lodo Alfano a tutti i ministri), a prescindere dalla gravità delle accuse. In questo secondo scenario, ci avviciniamo moltissimo al Regime, anche se forse ha ragione Alberto Asor Rosa, che esempre sul manifesto, ma ieri, rende conto di come il berlusconismo possa essere considerato peggio, rispetto al Ventennio [leggi l’articolo].
 
 Anche nel secondo scenario, comunque, non tutto è perduto. La consultazione a Vicenza ci sarà lo stesso, con i gazebo dei volontari davanti ai seggi. E se non avrà valore legale, renderà comunque chiaro, più di qualunque sondaggio, che cosa
la città pensi veramente circa la base americana. E il risultato di questa votazione aiuterà anche a capire meglio le vere ragioni della sentenza del Consiglio di Stato.
 
 Intanto, però, è importante non lasciare sola Vicenza! Per conoscere le iniziative, consulta il sito No Dal Molin. E ricorda che puoi votare on line!
 


[1] «È lei favorevole alla adozione da parte del
Consiglio comunale di Vicenza, nella sua funzione di organo di
indirizzo politico amministrativo, di una deliberazione per l’avvio del
procedimento di acquisizione al patrimonio comunale, previa
sdemanializzazione, dell’area aeroportuale Dal Molin ove è prevista la
realizzazione di una base militare statunitense – da destinare ad usi
di interesse collettivo salvaguardando l’integrità ambientale del sito?».

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Bloccata consultazione. Vicentini in piazza

 
 Il Consiglio di Stato ha deciso che il referendum di Vicenza non s’ha da fare. Quella del comune sarebbe infatti una delibera «illegittima» perché ha per
oggetto un auspicio irrealizzabile – l’acquisizione
della zona aeroportuale – sul quale si sono pronunciate sfavorevolmente
le autorità competenti.
 

 Il DL 23/05/08 ha militarizzato le discariche: i cittadini non possono neppure avvicinarsi. Sabato scorso una manifestazione si è trasformata in uno scontro con le forze dell’ordine (dell’ordine, sì, ma di quale ordine?).
 
 La finanziaria sta tagliando i fondi previsti per l’editoria senza padrone. Solo le voci omologate potranno esprimersi.
 
 Tu chiamalo, se vuoi, fascismo.
 
 Stasera fiaccolata a Vicenza, con partenza alle 20.30 da piazza Castello e presidio notturno davanti alla prefettura, «per vigilare sulla democrazia».
 
 Visita il sito No Dal Molin

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Il referendum di Vicenza e i «Tornado» italiani in Afghanistan

 

 4 cacciabombardieri
italiani «Tornado» partiranno dalla base di Ghedi (Brescia) diretti in Afghanistan.
La notizia proviene dall’Aeronautica, quindi è ufficiale. I «Tornado»
sono armi d’attacco. Il ministro della Difesa sostiene che i caccia
italiani saranno impiegati soltanto «per osservare». Osservare che
cosa? Il «nemico» o gli ordini? E gli ordini di chi? Perché non guasta
ricordare che dall’agosto del 2003 il comando della «missione internazionale di pace» in Afghanistan, con mandato Onu, è stato assunto dalla Nato con
un vero e proprio colpo di mano, che il Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite ha dovuto ratificare a cose fatte. Se gli ordini sono
quelli della Nato, ai vertici della quale c’è sempre un generale
americano, si può affermare che i nostri «Tornado» agiranno su indicazione di Washington che,
ormai
da anni, cerca di ottenere dagli alleati un ruolo «più attivo», che
includa la possibilità di combattere. E il tipo di combattimento che va
per la maggiore oggi in Afghanistan consiste nel bombardamento degli obiettivi sospetti (ufficiali italiani sono da tempo impiegati nella localizzazione dei bersagli). Continua a leggere

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