Sconsigliàti!

 
 Scenario numero uno: facciamo finta di essere inguenui. Il Consiglio di Stato (CdS) ha deciso, in piena autonomia, di sospendere il referendum cittadino che si sarebbe dovuto tenere a Vicenza questa domenica. Lo ha fatto perché il testo del quesito [1] non era «legittimo»,
in quanto riguardava la possibilità dell’acquisto, da parte del comune,
di una proprietà demaniale già assegnata dal governo italiano a quello
statunitense
, l’area aeroportuale del dal Molin. Se così fosse, la forma sarebbe salva, ma la sostanza no, perché in ogni caso alla cittadinanza di Vicenza viene impedito di esprimere la propria volontà
riguardo all’installazione, nel proprio territorio, di una struttura
invasiva come una base militare. Sarebbe l’ennesimo caso nel quale la ragion di Stato
si discosta dall’interesse dei cittadini, sul quale, come spesso accade,
prevale. In questo scenario è tuttavia possibile ravvisare qualche
ingenuità da parte della giunta comunale nel formulare il testo del
quesito e sperare in una nuova redazione che possa trovare il nulla
osta del Consiglio di Stato.
 
 Scenario numero due: non crediamo alle favole. Timoroso di un plebiscito
contro la base militare da parte della cittadinanza vicentina, il
governo Berlusconi, che cerca in ogni
modo di far credere che il Paese apprezzi e sostenga la politica dell’esecutivo (mi vengono in mente alcuni sondaggi recenti), ha "convinto" il Consiglio di Stato dell’opportunità di bocciare il referendum. Il senso della decisione del CdS sarebbe, dunque, politico e ci troveremmo alle prese con una specie di «colpo di stato amministrativo, che priva i cittadini di uno strumento fondamentale di espressione e di partecipazione», come scrive Marco Revelli sul manifesto in edicola oggi. In questo secondo scenario, occorre preoccuparsi moltissimo: il governo cancella il dissenso a colpi di sentenze, allo stesso modo in cui approva una legislazione in grado di garantire l’immunità delle alte cariche (oltretutto si vorrebbe estendere il Lodo Alfano a tutti i ministri), a prescindere dalla gravità delle accuse. In questo secondo scenario, ci avviciniamo moltissimo al Regime, anche se forse ha ragione Alberto Asor Rosa, che esempre sul manifesto, ma ieri, rende conto di come il berlusconismo possa essere considerato peggio, rispetto al Ventennio [leggi l’articolo].
 
 Anche nel secondo scenario, comunque, non tutto è perduto. La consultazione a Vicenza ci sarà lo stesso, con i gazebo dei volontari davanti ai seggi. E se non avrà valore legale, renderà comunque chiaro, più di qualunque sondaggio, che cosa
la città pensi veramente circa la base americana. E il risultato di questa votazione aiuterà anche a capire meglio le vere ragioni della sentenza del Consiglio di Stato.
 
 Intanto, però, è importante non lasciare sola Vicenza! Per conoscere le iniziative, consulta il sito No Dal Molin. E ricorda che puoi votare on line!
 


[1] «È lei favorevole alla adozione da parte del
Consiglio comunale di Vicenza, nella sua funzione di organo di
indirizzo politico amministrativo, di una deliberazione per l’avvio del
procedimento di acquisizione al patrimonio comunale, previa
sdemanializzazione, dell’area aeroportuale Dal Molin ove è prevista la
realizzazione di una base militare statunitense – da destinare ad usi
di interesse collettivo salvaguardando l’integrità ambientale del sito?».

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