Solo tre regioni italiane (Molise, Toscana, Veneto) si sono adeguate alla nuova mappatura del rischio sismico effettuata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) nel 2006. Sulla base della mappa «MPS04» (che utilizza una scala che va da un massimo di 1 a un minimo di 4 per codificare il rischio di pericolosità di un terremoto) alcune zone precedentemente considerate di livello 2, dovrebbero rientrare nel livello 1, ovvero di «massima pericolosità». Nella maggior parte dei casi, però, non è stato effettuato l’adeguamento, come denuncia il sismologo dell’Ingv Carlo Meletti sul manifesto del 18 aprile. Nella mappa, ad esempio, la provincia aquilana è classificata come livello 1, ma a oggi la zona è ancora considerata di livello inferiore, quindi meno pericoloso. Ora, se le mappe non aiutano a prevenire un terremoto, possono rivelarsi utili, com’è facile immaginare, nel «definire priorità di adeguamento sismico degli edifici e guidare interventi di preparazione al terremoto». Continua a leggere
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