Videocracy: un esperimento televisivo che subiamo da 30 anni


http://www.youtube.com/watch?v=-9AXQGGkgK8

 
 
«In una
videocrazia
la chiave del potere è l’immagine. In Italia soltanto un uomo
ha dominato le immagini per più di tre decenni. Prima magnate della TV, poi
Presidente, Silvio Berlusconi ha creato un binomio perfetto caratterizzato da
politica e intrattenimento televisivo, influenzando come nessun altro il
contenuto della tv commerciale in Italia»

 
 
Parola di Erik Gandini, regista
italiano trapiantato in Svezia, che torna nel suo Paese «per raccontare
dall’interno»», attraverso il documentario Videocracy, «le conseguenze di un
esperimento televisivo che gli italiani subiscono da 30 anni». Continua a leggere

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Alessandro Robecchi: Silvio Bonaventura

 
 Pubblico,
con la cortese autorizzazione dell’autore, una poesia di Alessandro Robecchi, pubblicata sul manifesto di oggi (domenica 30 agosto), sulle note vicende del papi del consiglio che, non pago di non aver risposto alle legittime domande di Repubblica, ha deciso di querelare il giornale, chiedendo, poveretto, un milione di euro di danni.
 
 Credo che la risposta di Robecchi sia davvero la migliore possibile, perciò eccola a voi.
 
 È tratta dal blog dell’autore.

 

 Voi siete qui – Silvio Bonaventura

 
 Quanto girano i coglioni
 a don Silvio Berlusconi
 irritato dai giornali
 chiama tutti i suoi sodali
  Continua a leggere

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Nessuna intimidazione alla libera stampa! (appello per Repubblica)

  Firma l’appello on line!

 Carissimo premier, in una democrazia (e giustamente si starà chiedendo che cosa c’entri l’Italia) i giornalisti sono quelli che fanno le domande.
 
 Sono i cani da guardia del potere.
 
 Quelli che tengono d’occhio chi governa (e chi altro dovrebbero tenere d’occhio, del resto?).
 
 I giornalisti di Repubblica le hanno fatto 10 domande. Poi gliene hanno fatte altre 10. Fanno 20 domande.
 
 Se non intendeva rispondere, bastava stesse zitto. Dal momento che lei non è capace, ha pensato bene di straparlare un’altra volta, chiedendo un milione di euro di danni a Repubblica perché, birichini, certe domande non si fanno! Continua a leggere

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Le insegnanti in lotta contro i licenziamenti di massa

  da Femminismo a Sud
 
Qualche giorno fa pubblicavo la lettera alla Rai del blog Italiani Imbecilli, nella quale si chiedeva – fra l’altro – maggior visibilità per le lotte degli insegnanti precari nei vari territori d’Italia. Questo che traggo da Femminismo a Sud ne è un esempio. Chissà se i nostri media ne daranno notizia…
 

 Le insegnanti in lotta contro i licenziamenti di massa
 dal blog Femminismo a Sud
 

 Mentre il mondo si diletta a farsi distrarre dalle faccende
più insulse
quell’autunno che si prospettava caldo ha avuto inizio in anticipo.
Da agrigento a palermo le donne, precarie, a rischio di licenziamento hanno
occupato i rispettivi provveditorati e stanno protestando in catene e con uno
sciopero della fame. Continua a leggere

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Lettera aperta al sindaco sui fatti di Brescia

 
 Ho scritto una lettera aperta al sindaco di Brescia, in realzione alla vicenda del signor Abdallah Lakhdara, che afferma di essere stato malmenato da 4 vigili urbani.
 

 Alla c.a. del sindaco di Brescia, dottor Adriano Paroli

 Gentile signor sindaco,
 
 l
e indirizzo questa lettera
aperta, che invio anche ai mezzi d’informazione locali e nazionali, ai
parlamentari eletti nella provincia di Brescia, ai presidenti di provincia e
regione e al comando della polizia locale, per chiedere chiarimenti, in qualità di
cittadino italiano, in merito alla vicenda che ha recentemente
coinvolto il signor Abdallah Lakhdara, condannato a 4 mesi di reclusione «per
resistenza», dopo una colluttazione avvenuta con quattro vigili urbani in forza al
comando di Brescia.
 
 La stampa nazionale ha espresso
alcune perplessità sulla dinamica dei fatti che hanno portato al processo del
25 agosto, al punto che – secondo più di un testimone – il signor Lakhdara non
sarebbe l’aggressore, bensì una vittima del comportamento razzista dei quattro
rappresentanti della legge. Si parla infatti di una semplice richiesta
d’informazioni in merito al posto più idoneo per parcheggiare l’automobile,
dell’intimazione da parte di uno degli agenti di andarsene, accompagnata da un
insulto, della protesta verbale del signor Lakhdara per il trattamento subito, alla quale sarebbe stato
risposto, da parte degli agenti (in particolare di uno di essi), con pugni e schiaffi. Continua a leggere

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Chiede informazioni ai vigili. Algerino malmenato.

 Update (leggi l’antefatto qui sotto) – Ieri (25 agosto) si è tenuto il processo a Abdallah Lakhdara, che si è concluso con la sua condanna a 4 mesi per resistenza. In tribunale è prevalsa la versione fornita dai giudici, anche perché Lakhdara, consigliato dall’avvocato, ha chiesto il patteggiamento: sull’uomo pesava infatti una precedente condanna per aver venduto merce contraffatta. Le testimonianze, però, concordano con la versione dell’algerino che, lungi dall’essere l’aggressore, sarebbe in realtà l’aggredito. Nella migliore tradizione italiana, insomma, a pagare sarebbe la vittima.
 «Incredibile: ieri mattina ho visto l’agente che picchiava più forte», dice Veronique Laester, socia di Lakhdara in una ditta di ristrutturazioni edilizie e testimone dell’aggressione, «si è presentato in tribunale zoppicando con il bastone!». E ancora: «Ho sentito dire che questo personaggio altre volte ha tenuto un comportamento simile, so che ci sono vigili che sanno ciò che accade a Brescia eppure hanno paura ad esporsi» (dichiarazioni pubblicate sul manifesto del 26 agosto).

 L’antefatto

 Venerdì 21 agosto, Brescia, ore 12.30. Il signor Abdallah Lakhdara, 38 anni, di origine algerina, in possesso di permesso di soggiorno in regola, socio in una ditta di ristrutturazioni edilizie, chiede informazioni ai vigili urbani su dove parcheggiare, volendo raggiungere la moschea di via Corsica per il primo giorno di Ramadan.
 Con un insulto, un agente gli intima di andarsene.
 «Gli ho detto che non poteva trattarmi così», spiega Lakhdara al manifesto del 25 agosto, «e allora ha cominciato a prendermi a pugni e a schiaffi attraverso il finestrino».
 Lakhdara telefona dunque alla propria socia (che giunge sul luogo in tempo per assistere a parte del pestaggio) e minaccia l’agente che lo stava picchiando di chiamare i carabinieri. A quel punto, 4 vigili lo fanno uscire a forza dall’auto e lo prendono a calci e a pugni di fronte a diversi testimoni. Lakhdara è poi ammanettato. Continua a leggere

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Lo chiamavano Svastichella [da Femminismo a Sud]

 

 
 Copio und
incollo,
ancora una volta, dal blog Femminismo a Sud. In questo articolo sono
contenute, e dette con grande chiarezza, molte cose che penso anch’io da tempo.
Fra le quali, al di là di ogni possibile moralismo, quali sono gli effetti della
corruzione
che il consumismo e il sistema mediatico di quel tale che ci “governa”
inducono in tutt* noi.

 Buona lettura.
 
 
Lo chiamavano
Svastichella

 
Dal blog
Femminismo a Sud
 
 Visti dal sud certi fenomeni
metropolitani sono veramente curiosi. Ridiamo per non piangere. Tutto il mondo
in fondo è una provincia e di provincialismo in provincialismo eccoci ai fatti
che hanno stuzzicato la nostra curiosità.

 Lo stupro di
ferragosto
è sparito dai quotidiani. Tranne che per una intervista alla ragazza
pubblicata sul corriere nella quale lei – costretta a difendersi in pubblico
dopo una campagna denigratoria senza eguali – sostiene di non aver bevuto, che
è astemia e che si è trattato di stupro in piena regola. Intanto gli accusati –
tre italiani – continuano a restare liberi mentre il romeno accusato per lo
stupro ad arcinazzo romano
e in carcere sin dalla prima ora. Garantismo
razzista. Continua a leggere

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